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Beatrice Venezi, è bufera: contestata esecuzione nei suoi concerti di Inno di Roma di Puccini, polemiche ridicole

Beatrice Venezi, è bufera: contestata l’esecuzione nei suoi concerti dell’ Inno di Roma di Puccini, polemiche ridicole.

Direttrice nella bufera.  È Beatrice Venezi, 33 anni, “Toscanini in gonnella”, lucchese di fama internazionale. Sotto accusa per aver scelto un brano che fu adottato dal regime per il concerto nella sua Lucca.

Un concerto che ha dato il via martedì alle celebrazioni pucciniane in vista del centenario della morte del Maestro avvenuta nel 1924. Apriti cielo! Su è beccata l’epiteto di “neofascista “ e il concerto in piazza Napoleone e’ stato disertato da alcuni sindaci, in testa Giorgio Del Ghingaro, primo cittadino di Viareggio. Ora due o tre cose bisogna pur dirle per inquadrare queso cortocircuito Musica & Politica.

1) L’INNO A ROMA, CANTO PATRIOTTICO- Giacomo Puccini l’ha composto nel 1919, dunque prima dell’avvento del fascismo. Gli era stato commissionato dal sindaco capitolino Prospero Colonna per celebrare la vittoria della Prima guerra mondiale.

L’Inno fu eseguito per la prima volta il 21 aprile 1919, anniversario della fondazione di Roma. Tre anni dopo si insediò il fascismo. Il canto è diventato popolare nella versione di Beniamino Gigli. Nel dopoguerra è stato usato spesso per aprire i comizi di Giorgio Almirante. Contestarlo ora, 104 anni dopo la prima esecuzione, è un esercizio francamente sterile.

2) L’ARTE DEVE SEMPRE ESSERE LIBERA –  Il brano della discordia non ha nulla da spartire con questi ideologismi. Usarlo come motivazione per accendere la polemica rasenta il ridicolo. Di più: voler infierire sulle celebrazioni dell’immenso Puccini è semplicemente di cattivo gusto. Lo steso presidente del Comitato per le celebrazioni pucciniane (Alberto Veronesi) ha gettato acqua sul fuoco, ricordando ai nesci il valore della libertà della musica. In Germania nessuno mette in dubbio Wagner (1813-1883). Il Lohengrin, il Tannhauser o La cavalcata delle Valchirie vengono regolarmente eseguiti.

3) IL NO DELLE ASSOCIAZIONI – Con la motivazione che la direttrice Beatrice Venezi sarebbe una neofascista, una dozzina di associazioni di Nizza hanno chiesto al sindaco di annullare i concerti invernali di Beatrice Venezi che ha prontamente definito come “accuse ridicole” le bordate nizzarde. Conclusione : la popolarità di Beatrice è alle stelle.

Marco Benedetto

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