Beppe Grillo batte Resto del Mondo 1 a 0, analisi di una crisi: ora la domanda è lui e Conte faranno la pace?

di Emiliano Chirchietti
Pubblicato il 4 Luglio 2021 - 08:02| Aggiornato il 5 Luglio 2021 OLTRE 6 MESI FA
Beppe Grillo batte Resto del Mondo 1 a 0, analisi di una crisi: ora la domanda è lui e Conte faranno la pace?

Beppe Grillo batte Resto del Mondo 1 a 0, analisi di una crisi: ora la domanda è lui e Conte faranno la pace?

Beppe Grillo batte Resto del Mondo 1 a 0. Eccelle là dove tutti hanno fallito: rischio oblio per il Movimento 5 stelle. I due Matteo ci godono ma spruzzano anche un po’ d’invidia. 

Avrebbero voluto farlo loro, ma non ci sono riusciti. Tuttavia, pensare Grillo carnefice macchia la storia e deforma fatti.

È scoppiato un putiferio contro di lui. Tutti a criticarlo duramente, l’Illuminato che diventa nemico del popolo. Anche la Lombardi e Crimi fanno la voce grossa..

Ma cosa si aspettavano, che ragionasse come un politico?

Che accettasse di trasformare il Movimento in Partito?

Che abbandonasse il vincolo dei due mandati, odio sottaciuto di molti eletti grillini?

Ma via, Grillo non è uno da realpolitik, lo sanno tutti.

Ora viene dipinto come la piovra gigante che allunga i tentacoli sul Movimento.

Però le cose non stanno così.

Dunque. 

Beppe Grillo fonda il M5S da zero 

Lo porta al 25 per cento.

Sperimenta una forma innovativa di attivismo politico.

Fa tandem con Casaleggio padre e conquista Internet.

Nel 2018 il Movimento prende il 33 per cento dei voti alle elezioni politiche. 

Quando parlava di stampanti 3D, la Sinistra mandava ancora i fax.

Faceva i Vaffa Day. Un giorno si e l’altro pure arringava le piazze contro i partiti.

Insomma, non proprio un curriculum istituzionale quello di Beppe Grillo

Per quale motivo, una siffatta personalità, doveva accettare il progetto novecentesco di Conte?

Perché forse era anche in gioco il destino del centrosinistra?

Ma Grillo è da sempre un post-ideologico, lo sanno anche i muri. L’ha detto mille volte, né di destra né di sinistra. 

Ed oggi gli si chiede di avere una sensibilità di schieramento?

Non è nemmeno una questione di chi comanda tra Conte e Grillo.

Questo è un argomento utile per certa stampa che vuol mischiare le carte in tavola.

Il problema sta da un’altra parte. 

Beppe Grillo si aspettava da Conte qualcosa in linea con la storia e l’anima dei 5 Stelle

Che ha fatto invece Conte? Non ha proposto una rifondazione ma chiesto l’abdicazione.

E Grillo? Ha tirato il freno a mano.

Certo, si doveva aprire ad una fase nuova, ma non minare le fondamenta del Movimento.

Conte ha parlato di Vice Presidenti, di Consiglio Nazionale, Comitati, Coordinamenti locali, “pesi e contrappesi”.

Insomma, il Movimento sarebbe diventato Partito.

Fumo negli occhi per Beppe Grillo

Come se nessuno sapesse che è anche post-partitico.

Conte avrebbe dovuto delineare una sorta di seconda generazione.

Superare l’originale in originalità.

Probabilmente è mancata la giusta sensibilità per immaginare strade nuove.

Quelle presentate sono soluzioni già sentite.

È come se avessero proposto a Steve Jobs di sostituire un Mac con una macchina da scrivere.

Gliela tirava in testa.

Inevitabile la rottura tra i due Giuseppe. 

Sicuramente Grillo è caduto in molte contraddizioni, errori a ripetizione. 

Ma è sempre stato chiaro nel dire che la prospettiva non era diventare partito.

Addirittura parlava di scioglimento, figuriamoci.

A torto o a ragione è questo il punto di discussione.

Rifondare il Movimento Si, trasformarlo in altro No.

A Beppe Grillo si doveva prospettare una sorta di RoboEcologistParty

Qualcosa a metà strada tra Greta Thunberg, Star Trek ed Einstein.  

Operazione non facile ma l’unica sulla quale investire, almeno dalla prospettiva del grillismo. 

Ma non solo.

Se vogliamo dirla tutta, la scelta di Grillo è un gesto di ritrovata coerenza.

Ha preferito rischiare l’oblio invece di svendere quel poco che è rimasto delle Stelle.

E poi ci sono i contorni della storia.

Uno è il futuro del centrosinistra. 

Dubito che sia Grillo a farlo franare con questa vicenda.

Boccheggia a prescindere.

E comunque queste sono vocazioni renziane.

Un altro contorno è Casaleggio figlio, che riguadagna il proscenio. 

Un vero e proprio colpo di teatro.

E adesso si riaprono le questioni giuridiche sull’utilizzo dei dati.

Storia grottesca. 

Contorno più marcato, il Governo Draghi

Potrebbe risentire dello psicodramma grillino.

Di Battista scalpita, chiede la votazione su Rousseau per la permanenza o meno nel Governo Draghi.

Ma non era fuori dal Movimento?

E poi c’è il contorno più sfuggente, la scissione del Movimento.

Un tempo era pane della sinistra, ora la mastica il grillismo.

Comunque, altro che scissione del ‘21, adesso si guardano i portafogli.

Nessuno si esprime sul vincolo del secondo mandato. Avvoltoi che girano.

In tutto questo ribaltamento del vuoto politico, il Paese si contorce.

La variante Delta ruggisce e da noi si tolgono le mascherine. Visionari.

Il Bolsonaro italiano, quello madido di sudore che si asciuga la faccia con la mascherina, vuole riaprire le discoteche. Rimandato all’autunno.

La nazionale di calcio dovrebbe inginocchiarsi, si, ma per pregare. 

Grillo batte Resto del Mondo 1 a 0 ed è il male minore, anche perché, alla fine, faranno la pace, forse.