MILANO – Beppe Grillo torna a casa. Tutta la baracca del grillismo e del Movimento 5 Stelle cominca a scricchiolare, scrive Giuseppe Turani in questo articolo che è stato pubblicato anche su Uomini & Business.
Di segnali ne avevamo avuti molti, ma ormai sembrano non esserci più dubbi. E, soprattutto, c’è la realtà. Sono ormai sette anni che Beppe Grillo agita la bandiera della protesta. Ha raccolto un sacco di voti, ma in termini di potere e di influenza sulle scelte collettive il suo peso è esattamente uguale a zero. E tutta la baracca comincia a scricchiolare.
Non si tratta di malignità, ma di fatti. Lo stesso Beppe Grillo, dopo aver avuto un buon successo elettorale, ha dovuto espellere quasi un terzo degli eletti. Cosa mai accaduta in nessun movimento politico in nessuna parte del mondo (con l’eccezione di Stalin, che però li fucilava). Ma non basta. Nel corso delle ultime elezioni amministrative (e anche prima) il movimento aveva conquistato una dozzina di sindaci. Ebbene, tutte queste amministrazioni stanno affondando fra polemiche, problemi, espulsioni.
Infine, nemmeno dopo sette anni, si è riusciti a vedere il fantasma di un programma sensato. Solo dichiarazioni roboanti: apriremo il parlamento come una scatoletta di tonno (mai successo), daremo 700 euro al mese a tutti (follia allo stato puro). Più altre stupidaggini pensate dal secondo Guru del movimento, tale Gianroberto Casaleggio: abolire le automobili, abolire le macellerie, corrotti esposti in gabbie sulle tangenziali (e quando piove?).
Insomma, più che un programma, siamo di fronte a sketch da cabaret.
E infatti a teatro è tornato Grillo, si è rimesso a fare il suo antico mestiere. E arriva a pronunciare la famosa, ormai, battuta: “Sono stanco”. Cosa comprensibilissima. Chi avrebbe voglia di sprecare del tempo libero con Di Maio, Di Battista, la Taverna o Sibilia, quello che vede le sirene e le scie chimiche? Nessuno.
Però il ritorno di Beppe sulle scene non è stato un successone. Forse in pochi avevano voglia di sentirsi rifilare il solito comizio di balordaggini, ma a pagamento questa volta.
Quindi Grillo torna a casa, mestamente. E’ un comico di serie B (come è sempre stato, secondo qualcuno). E anche un politico di serie B: tanto rumore per nulla.
In sostanza, sono finite le illusioni di governare il paese e anche quelle di diventare un divo dello spettacolo.
Non ci saranno uscite di scena clamorose (come invece dovrebbe fare). Ma sarà una faccenda lenta. Il famoso sacro blog continua a rendere un sacco di soldi. E quindi lo si terrà vivo ancora per un po’, fin che rende, con battute, insulti, minacce senza senso (“tutti in galera”).
E i suoi “meravigliosi ragazzi” (in realtà “una banda di teste di cazzo mai vista in politica”) che fine faranno? Fino al 2018 (o al 2017) sono a posto. Dopo, nuove elezioni e, forse, farebbero bene a cominciare a cercarsi un lavoretto qualsiasi. La politica, per loro, sta finendo.