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Berlino, fine di un mito: treni in ritardo, autostrade chiuse: un italiano in Germania da 40 anni, rimpiange Bonn

Berlino, fine di un mito: treni in ritardo, autostrade chiuse, meglio ai tempi della DDR: Roberto Giardina, un italiano che vive in Germania da 40 anni rimpiange la picccola Bonn.

Per il mestiere, ma non solo, ho compiuto una ventina di traslochi,  da Palermo, a Roma, e sempre più a Nord, Torino, Amburgo, poi Parigi, Milano, ritorno in Germania a Bonn, e infine Berlino, dove risiedo da trent´anni, e dove ho traslocato due volte.

Non ho mai vissuto così a lungo in un appartamento, presumo l´ultimo. Non avrei mai previsto un giorno di provare Sehnsucht, nostalgia, della piccola, provinciale Bonn, capitale provvisoria sul Reno. Fernanda, mia moglie, la pensa come me. 

A chi importa?, prevedo l´obiezione. Non ci siamo stancati, la delusione non è solo colpa della metropoli, ma dei cambiamenti avvenuti in Germania, che non è più quella di una volta. Ciò dovrebbe inquietare tutti gli europei. Berlino, nell´ultimo secolo, ha preceduto quanto poi è avvenuto altrove, nel bene e nel male. 

È una città da sempre poco amata anche dai tedeschi, che la considerano una cosa a parte. Il renano Konrad Adenauer ci veniva sempre malvolentieri. Non l´amava neanche Helmut Kohl, se fosse stato per lui, la capitale sarebbe rimasta a Bonn, ma si piegò alla storia.

Dalla fine della guerra, e la spartizione del paese, fatto mai avvenuto nella storia (in passato ci si limitava a parziali conquiste territoriali lungo i confini), l´obiettivo fu tornare insieme, e riportare la capitale a Berlino. Ma nessuno credeva che fosse possibile in un immediato futuro. Quando cadde il muro nell´´89, tutti furono presi di sorpresa. Non avevano pensato a che fare.

Berlino Est era diventata la Hauptstadt, la capitale della Ddr, perché così vollero i russi. Il settore ovest rimase un territorio sotto controllo delle potenze alleate, che non faceva realmente parte della Repubblica Federale.

Il Bundestag avrebbe deciso il 20 giugno del´91, il giorno del mio compleanno, restare a Bonn o traslocare a Berlino. Alla vigilia mi venne a chiedere che cosa pensassi un collega del Bonner Anzeiger, il giornale locale, che per decenni era stato citato all´estero come il New York Times o Le Monde.

Me la cavai da machiavelli siculo per non offendere i bonnensi: capitale a Berlino, e sede del governo sempre sul Reno. Anche la piccola Bonn, vicina a Bruxelles e a Parigi, aveva contribuito a cambiare la cupa immagine della Germania uscita dalla guerra.

Vinse Berlino ma di misura: 338 voti, il 51,5.  contro 320. I cristianosociali bavaresi votarono compatti contro: 40 a 8. Il trasloco fu laborioso, e io mi battevo per lasciare Bonn, in cui mi sentivo soffocare. La storia avveniva a Berlino.

Oggi capisco di aver sottovalutato la piccola città universitaria, 100mila abitanti reali, 300mila contando tutti i paesi vicini. In 4 ore d´auto ero a Parigi, in 80 minuti a Bruxelles, in un´ora e un quarto a Francoforte. In venti minuti andavo all´opera o a teatro a Colonia, l´offerta culturale delle città nella Ruhr era enorme. 

Ma feci bene a traslocare. Il mondo guardava a Berlino, vi giungevano i giovani da tutta Europa. Oggi, le tre opere della capitale offrono spettacoli falsamente moderni, vecchi, deludenti. Rimane la Filarmonica, che fu diretta da Von Karajan e da Abbado.

La Potsdamer Platz di Renzo Piano è un deserto, e non certo per colpa sua. La Berlinale, il Festival del cinema, è in crisi. Il Pergamon, uno dei musei più belli al mondo, resterà chiuso per restauri  fino al 2037. 

Berlino è isolata, lo era anche prima, ma si voleva a basso costo con Air Berlin, che hanno fatto fallire per manie di grandezza,  sono pochi i voli diretti che partono dalla capitale. I treni vengono spesso cancellati, quelli superveloci si guastano per strada, e sono cari.

Le autostrade sono interrotte per chilometri dai lavori in corso, e la metropoli rimane mal collegata. Per capriccio avrei voluto provare a andare in pullman a Roma, ma avrei dovuto fare una sosta di cinque ore a Monaco. Ai tempi della Ddr, si poteva andare in treno da Roma a Berlino senza cambiare. Anche il governo sembra lontano dal resto del paese.

 L´amministrazione pubblica è la peggiore della Germania,  burocratica e lenta. I berlinesi sono sempre più nervosi, litigano tra loro, i renani sono meridionali, più allegri, e nonostante i pregiudizi, più efficienti. Avevano ragione Konrad e Helmut?   

Marco Benedetto

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