Berlusconi fa pace con Salvini su Morra, ormai il Pd ha pagato il prezzo

Rimanere insieme o scomparire: questo debbono aver pensato Silvio Berlusconi e Matteo Salvini dopo aver analizzato i sondaggi delle ultime settimane, se non mesi.

Le ipotesi di voto non sono mai il Vangelo. Però lasciano riflettere se hanno un denominatore comune. Le cifre debbono aver messo paura ai due leader,: Anche se Silvio Berlusconi ha fatto i primi passi per avvicinarsi al governo. Non per farne parte, solo per salvarlo dal crollo. Circostanza che ha quasi entusiasmato Nicola Zingaretti e ad un tempo Luigi Di Maio, sia pure se per obiettivi diversi.

Dunque, il leader del Pd non vede l’ora di ridimensionare i 5Stelle per avere più peso in Parlamento. D’altronde, il presidente della regione Lazio ha dovuto ingoiare il patto con i grillini solo perché altrimenti rischiava di scomparire. “Ok, tentiamo”, ritenne mesi fa dopo aver studiato la situazione.

Però, ha sempre avuto un dubbio e adesso, sia pure se non ufficialmente, sta tentando di sferrare un colpo ai pentastellati. Come? Inciuciando (brutto neologismo) con Berlusconi. Al Cavaliere servirebbe per non essere travolto dalla Lega, al segretario per ridimensionare i 5Stelle e metterli in un angolo. Ecco perché Luigi Di Maio (anche lui che considerava il Cavaliere un pericolo) non è contrario al dialogo con Forza Italia. Non perché ha cambiato idea, ma solo per difendersi dall’attacco del suo amico-nemico, Nicola Zingaretti.

Come si difende il premier da queste due posizioni che lo vedrebbero traballare dalla poltrona di Palazzo Chigi? Stringe un patto con il capo dello stato. A cui confessa che se dovesse cadere lui, tutta l’attuale maggioranza andrebbe a gambe all’aria. E le elezioni diventerebbero obbligatorie.

Una via che Sergio Mattarella non vuole assolutamente seguire. Insomma, dubbi e perplessità sia tra la maggioranza che all’opposizione per il futuro del Paese. Navigare a vista è pericoloso: Matteo Salvini e Silvio Berlusconi lo hanno intuito dopo le crepe degli ultimi giorni.

Così, il leader della Lega (sia pure se tradendo il suo orgoglio) ha alzato la cornetta e ha telefonato al Cavaliere. “Che vuoi fare?”, gli ha detto senza troppi preamboli. “Se ci spacchiamo non ne usciamo vivi”, deve aver aggiunto. Non creda Forza Italia di rientrare nel giro vero e di accaparrare se non qualche ministero almeno due o tre poltrone di sottogoverno. Invece, nel centro destra si deve rimanere unititi se si vuole sbaragliare la compagnia di Conte quando si tornerà finalmente a votare.

Il nuovo abbraccio deve esser piaciuto ad entrambi che vorrebbero creare una specie di federazione, cioè di ferreo accordo sulle battaglie da intraprendere nel futuro. Su alcuni punti, si studi una linea comune e si vada avanti senza tentennamenti.

Ora, “a ballare” sono sia Zingaretti che Di Maio che una riprova dell’asse Lega- Forza Italia l’hanno avuta subito quando si è dovuta riunire la commissione antimafia. La sedia della presidenza è occupata da Nicola Morra di cui la Lega ha chiesto le dimissioni dopo le sue insensate parole su Iole Santelli e la Calabria. “Se c’è Morra in quel posto, noi disertiamo”, hanno tuonato e così è avvenuto. Interrogativo: è davvero risorto il centro destra capace di vincere alle elezioni politiche?

 

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