Berlusconi lussurioso: vescovo anti aborto ignora peccatori ma fa la morale

Berlusconi lussurioso: vescovo anti aborto ignora peccatori ma fa la morale
Foto Lapresse

ROMA – Attenzione a non esagerare con il moralismo anti Berlusconi. Per sostenere che Berlusconi è un pubblico peccatore, Repubblica rischia di buttare alle ortiche alcuni principi di libertà che sono patrimonio della sinistra e di tutti gli italiani. Anche Blitzquotidiano.it ha commesso lo stesso errore, ma lo ha fatto solo per scimmiottare Repubblica, anche se non possiamo cancellare la nostra colpa di essere sprovvisti di spirito critico e di prospettiva storica. Repubblica.it dedica il suo titolo di apertura alla posizione del segretario della Conferenza episcopale italiana sulla assoluzione conquistata da Berlusconi in Corte di Cassazione:

“Ruby, i vescovi gelano Berlusconi “Assoluzione? Dato morale è altro””.

Il titolo dell’articolo è sulla linea:

“Ruby, i vescovi gelano Berlusconi “Assoluzione? Dato morale è altro”I vescovi contro Berlusconi, Galantino: “La legge arriva fino ad un certo punto, dato morale è altro””.

L’articolo (basato sull’Ansa e simile a quello di Blitzquotidiano):

“Il segretario della Cei mons. Nunzio Galantino si schiera con il quotidiano dei vescovi Avvenire nella vicenda processuale che ha visto l’assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby: “Avvenire ha preso una posizione coraggiosa che va sostenuta e confermata” ha detto Galantino, che poi ha aggiunto: “La legge arriva fino a un certo punto ma il discorso morale è un altro”. Galantino poi ha spiegato il senso delle sue affermazioni parlando a margine di un convegno sul servizio civile. Il segretario della Cei ha specificato che “la questione non riguarda solo Berlusconi. Tutte le volte in cui c’è una assoluzione bisogna andare a leggere le motivazioni”. Poi ha aggiunto: “Il dettato legislativo arriva fino ad un certo punto, il discorso morale è un altro”. E ha fatto l’esempio dell’aborto, una pratica legale, “ma – spiega – se un fatto è legale non è detto che sia morale””.

Per compiacere gli ultrà anti berlusconiani Galantino si impiccia in fatti che sono di competenza della politica italiana, non dei vescovi. Infatti ottiene una posizione di grande rilievo nel giornale porta bandiera del moralismo un po’ ipocrita che sovrappone il fallimento politico di Berlusconi ai suoi costumi sessuali. A dire il vero non è la prima volta che Galantino, che nella vita di tutti i giorni ha fatto fino a tutto febbraio 2015 il vescovo di Cassano allo Jonio, in Calabria, in cerca di titoli sui giornali, invece di occuparsi dei problemi della Chiesa, magari iniziando da quei sacerdoti coinvolti in inchieste e storie di soldi mal gestiti e spariti, oppure in vicende di abusi sessuali a danno di minori, oppure in silenzi e smancerie con locali boss, mette parola nei problemi italiani, sparando intimazioni al Governo.

Ma nelle parole di Galantino c’è, in coda, il veleno: per lui, la vita sessuale di Berlusconi è come l’aborto. La legge italiana permette l’aborto, ma è peccato mortale. Lecito che la Chiesa abbia quella posizione, che un giornale laico, fondato da chi dell’aborto libero fece una battaglia storica e la base di una fortuna editoriale, dia credito a una posizione del genere può dipendere da pura assenza di cultura e di memoria, ma è sempre molto pericoloso. A parziale attenuante di Blitz il nostro titolo è stato ed è nel momento in cui scriviamo “Ma i vescovi fanno la morale…”. In quel “fare la morale” c’è il limite della posizione dei Galantino nei confronti della sentenza della Cassazione.

Ma soprattutto c’è il deficit di coerenza della posizione che dovrebbe, si vorrebbe laica e pure, come usa dire, progressista. Se un baluardo del laicismo, se elemento fondante della sua identità è la separazione tra postulato morale e legge dello Stato, se alla Chiesa cattolica si rimprovera di voler fare dei “suoi” valori morali i valori obbligatori per tutti e per legge (vedi ad esempio la legislazione sul fine vita), allora questa separazione non può valere, essere invocata e promossa quando riguarda il testamento biologico, l’eutanasia, gli anticoncezionali, le coppie di fatto, i matrimoni gay…e invece essere rimossa quando c’è di mezzo Berlusconi. I vescovi non si fanno i fatti loro e questa in fondo è una costante da secoli, fa, per così dire anche parte del loro mestiere. Ma che i laici si appoggino al pulpito del parroco per tirare calci negli stinchi agli avversari politici non è un bel vedere. Anzi, è peggio del vescovo che si impiccia il laico che si mette in tonaca.

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