La strage di pellegrini alla Mecca colpisce ma è solo l’inizio di una catena di notizie tragiche sugli effetti del cambiamento climatico. Il numero dei morti sale di ora in ora, siano arrivati a mille ma saranno di più, visto che fin dalle prime notizie i colpiti erano quasi tremila. Si parlava di 50 gradi di calore, ora pare che la temperatura fosse di 52 gradi.
Il cambiamento climatico non dipende dalle automobili o dalle fabbriche o dalle caldaie di casa. Dipende da come è fatta la terra, è un fenomeno che si perpetua nei secoli e nei millenni. Così il Sahara da foresta diventò deserto, la mezzaluna fertile (oggi Iraq e Giordania e Siria) è diventata deserto, il profeta Elia fece fortuna predicendo carestia e pioggia, Roma splendette nell’optimum del clima, declinò con il peggiorare del clima.
Oggi, rispetto al passato, abbiamo tecnologie e risorse per attenuare o contrastare gli effetti del clima. Non inseguendo le fandonie di quella povera Greta o degli scienziati in cerca di consulenze.
La cura dell’ambiente è un dovere a prescindere, perché si vive meglio ma dobbiamo fare attenzione ai miti. Abbiamo perso 40 anni col no al nucleare. La sberla rifilata dai tedeschi ai Verdi alle ultime elezioni europee deve fare riflettere.
da Cronaca Oggi
La strage di pellegrini alla Mecca è solo un segnale: il clima sta cambiando, 50 gradi non saranno una eccezione
La strage di pellegrini alla Mecca è solo un segnale: il clima sta cambiando, 50 gradi non saranno più una eccezione, se invece di inseguire miti ambientalisti come il no al nucleare e inutili profeti di sventura come la povera Greta, oggi forse la Mecca sarebbe sotto una cupola ad aria condizionata. E il Papa, invece di pensare ai froci e a ridere di Dio, farebbe meglio a pensare a San Pietro, telefoni a Renzo Piano e si faccia fare un progetto.