
Bollette: cinque mln di morosi, presto saranno otto. E poi...Poi finisce il gas FOTO ANSA
Con un certo compiacimento, come si trattasse di aggiornare la cifra degli aderenti ad una sottoscrizione o di quantificare gli aderenti ad una manifestazione, la comunicazione conscia e inconscia (e pure un po’ incosciente) di quel che fa e soprattutto del come lo fa annuncia raggiunta la cifra ragguardevole di quelli che non pagano le bollette: cinque milioni! Cinque milioni di morosi e presto, insita nella notizia, la previsione, anzi la certezza, che presto saranno di più. Presto saranno otto milioni quelli che non pagano le bollette. Molti perché non ce la fanno a pagarle, altri perché, man mano che si cresce di numero, si fa tendenza, movimento, comportamento di massa.
La notizia biforcuta
La notizia dei cinque milioni di morosi (presto otto) vien fatta parlare con lingua biforcuta, per dirla col linguaggio (posticcio di Hollywood in bocca ai nativi americani). Dice infatti che molti non ce la fanno a pagare e che quindi andrebbe fatto qualcosa per loro e a carico e costo della collettività . Ma dice anche, anzi suggerisce che a diventare otto e poi magari dieci o dodici milioni quelli che non pagano…poi non si paga più. E’ l’idea che anima e unifica le proteste di piazza in Francia benedette dalla gauche di France Insoumise (In Italia, alla grossa: da Landini a Conte passando per Orlando e Speranza) e i falò di bollette organizzati in Italia dalla destra minore, quella in comunione con i No Vax, no Ue, No euro. Ma non è solo un’idea di minoranze più o meno vaste. E’ un’idea figlia di un valore condiviso. Condiviso e dominante: quello della disponibilità e dell’inesauribile garanzia della diponibilità delle risorse. Almeno un paio di generazioni qui in Europa hanno sempre vissuto nella assoluta certezza di avere diritto naturale e integrale e intangibile alla disponibilità non contingentabile delle risorse attinenti al loro standard e qualità della vita.
Ne discende la certezza del diritto a pagare gas ed energia al costo di prima e l’assoluta certezza che, non pagando come forma di protesta, il gas e l’energia verranno forniti appunto al costo di prima. Di prima, di prima della pandemia e poi dall’aumento dei costi su scala planetaria delle materie prime e delle stesse infrastrutture degli scambi en commerci e produzione, di prima delle migliaia di miliardi pubblici per sostegni e aiuti e della conseguente inflazione, di prima della guerra. Non paghiamo in massa e qualcuno ci darà il gas e le bollette di prima e non certo a carico ma a risarcimento della collettività . Quasi impossibile (anzi senza quasi) dimostrare (anzi mostrare l’evidenza) per cui se qualcuno non paga gas ed energia al costo in cui gas e energia si vendono e comprano alla fine gas ed energia finiscono. Come glielo mostri ad un popolo cui da decenni racconti una falsa religione sociale il cui fondamento è l’onnipotenza della volontà popolare? Come glielo dici che quand’anche fosse plebiscito e fossero venti, trenta milioni i non paganti le bollette non sarebbe gas ed energia al prezzo di prima per manifesta volontà popolare ma sarebbe chiudersi come collettività il rubinetto del gas? Non glielo spieghi. Come non spieghi, mai, a chi si accalca verso immaginata uscita di sicurezza o entrata di favore che a far ressa ci si fa male, molto male.