Parlar bene del governo è peccato mortale, blasfemia che non ha redenzione, peccato quindi senza remissione. Il governo, qualunque governo, è per definizione cattivo, sordo, ottuso, distratto, maligno, lontano. Questo insegnano e predicano i pilastri che presiedono l’edificio chiamato pubblica opinione. Questa canzone cantano la tv, i giornali, i social su questo punto “rete” unificata. Questo lamentano e lagnano i sindacati, le associazioni di categoria, i territori, la gente. Il governo è quindi per definizione una entità negativa che, quando per miracolosa circostanza non causa guai, di certo mai aiuta a lenire guai. Deve quindi essere stata qualche altra entità a distribuire a milioni di italiani 150 miliardi di euro in sostegni e sussidi e ristori nei due anni della pandemia. E deve essere questo stesso qualcun altro che pagandoci uno sconto sul prezzo sulle bollette e dei carburanti.
Bollette bloccate fino ad ottobre
Bollette care ma meo di quanto sarebbero se rapportate al prezzo reale dell’energia. Il gas ad esempio costa dieci/dodici volte più dell’anno scorso. Ma la bolletta energetica non è cresciuta di dieci/dodici volte. Una parte dello sconto sull’aumento ce l’ha messa e ce la mette la cassa pubblica. Per decisione del governo circa trenta miliardi di sconto da quando è cominciato il caro energia e quindi caro bollette. Trenta miliardi, gli ultimi tre appena ieri, quelli che bloccano le bollette per il terzo trimestre. Soldi pubblici, destinazione da decisione del governo.
Benzina quasi a 2,1
E benzina, maledetta benzina quasi a 2,1 euro al litro. Troppo, troppissimo. Ma sarebbe quasi a 2,5 euro al litro senza lo sconto di circa 35 centesimi pagato con soldi pubblici e deciso, guarda un po’, dal governo. Quindi questo governo lontano, assente, sordo, ottuso, immobile…è assolutamente falso che non faccia nulla contro l’aumento dei prezzi. Però se lo dici, se lo vedi, se lo calcoli sei un traditore della “gente” e dei suoi tribuni e rappresentanti e cantori. Forse e anche senza forse gente, tribuni, rappresentanti e cantori si meriterebbero due-tre settimane senza sconto sui prezzi, finalmente potrebbero dire, senza mentire che il governo “ci ha lasciati soli”.