Boschi e Banca Etruria. Turani si chiede: Perché Ferruccio De Bortoli, 2 anni dopo…?

Boschi e Banca Etruria. Turani si chiede: Perché Ferruccio De Bortoli, 2 anni dopo...?
Boschi e Banca Etruria. Turani si chiede: Perché Ferruccio De Bortoli, 2 anni dopo…? (foto d’archivio Ansa)

Italia in subbuglio per la rivelazione contenuta nel prossimo libro di Ferruccio De Bortoli, secondo cui nel 2015  l’allora ministro delle riforme, Maria Elena Boschi, avrebbe chiesto a Federico Ghizzoni, amministratore delegato di Unicredit, di rilevare la Banca Etruria, di cui lei e il padre (vicepresidente senza deleghe operative) erano piccoli azionisti, e che si trovava nei guai.

Perché tutto questo can can? si chiede Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business.

I grillini, fra i primi, sono saltati sul carro di De Bortoli e hanno chiesto subito le dimissioni del  ministro. Le avevano già chieste all’epoca dei fatti, e non le avevano avute. Poi il padre della Boschi è stato prosciolto e la faccenda sembrava dimenticata. Ma la rivelazione dell’ex direttore del “Corriere” ha riacceso gli animi.

Maria Elena Boschi ha smentito e ha subito annunciato querela. Ma le discussioni sono andate avanti. In mancanza di qualsiasi riscontro (pezzo di carta, registrazione) ognuno avanza le sue ipotesi.

I colpevolisti sostengono che De Bortoli non può essersi giocato la reputazione facendo una rivelazione falsa e esponendosi a un’eventuale condanna per diffamazione accompagnata da un grosso risarcimento.

I non-colpevolisti dicono invece che è molto strano che una faccenda del 2015 venga ritirata fuori solo adesso. Se è una cosa grave oggi, lo era anche allora. Anzi, di più perché si era nel pieno della battaglia intorno all’Etruria. Perché nessuno ha parlato?

Infine, rimane il fatto che ambienti vicini a Unicredit hanno smentito di aver ricevuto pressioni (e questo può essere un comportamento standard). Ma, al di là di tutte le chiacchiere, le rivelazioni e le indiscrezioni, c’è il fatto (non discutibile) che Unicredit non è mai intervenuto nella vicenda Etruria.

Un po’ perché  forse nessuno glielo ha mai chiesto e un po’ perché Unicredit e Ghizzoni avevano già problemi loro da risolvere senza caricarsi sulle spalle altre vicende.

Insomma, anche ammettendo (ma lei nega) che Maria Elena Boschi abbia fatto una battuta a Ghizzoni, la pressione deve essersi poi fermata lì: una pressione debolissima, visto che nessuno ha poi fatto niente. La Boschi, inoltre, non poteva non sapere che in un affare del genere senza un via libera della Banca d’Italia Ghizzoni non avrebbe potuto prendere in mano nemmeno i conti di Banca Etruria.

Finora (e questa è una parentesi di cronaca) gli unici che sono riusciti a liberarsi di una  banca disastrata e di cui erano i proprietari, infilandola in un’altra, sono stati i leghisti con Credieuronord, paracadutata dentro la Popolare di Lodi (dove poi gli amministratori sono stati arrestati). E, a voler essere precisi, c’è anche la banca pugliese 121, rifilata al Monte Paschi di Siena per una cifra iperbolica.

Banca Etruria, invece, ha seguito il destino delle altre tre banche minori in crisi in quel periodo e non ha ricevuto alcun trattamento speciale. Maria Elena Boschi ha sempre spiegato che era azionista dell’Etruria (per poche migliaia di euro): le azioni sono state azzerata e ha perso tutto (era però una cifra modesta, quasi simbolica).

Ma allora che senso ha la rivelazione di De Bortoli? Nessuno. Zero assoluto. Secondo i fan di Renzi questa è una bassa manovra per infangare il segretario del  Pd (poco simpatico a De Bortoli) e anche un modo  per distrarre l’attenzione dalla magagne grilline di Roma e di Palermo.

Io non arriverei a tanto. De Bortoli ha scritto un libro di memorie sugli ultimi 40 anni e ha raccontato un po’ di cose. Su questo episodio non credo che esista nemmeno una nota in un taccuino. Con una certa leggerezza ha citato l’episodio Boschi-Ghizzoni (al quale ovviamente non ha assistito), facendolo passare per una pressione del ministro, quando al massimo si sarà trattato di una battuta e niente di più. Tanto è vero che poi non è successo nulla.

Per la verità un po’ Unicredit sembra che si sia interessato a Banca Etruria. Secondo alcuni avrebbe dato un’occhiata ai crediti inesigibili della banca, eventualmente per rilevarne una quota a prezzo stracciato. Ma anche questa modestissima operazione è stata subito scartata.

In sostanza, da giorni si sta discutendo accanitamente, e si minacciano richieste di dimissioni, per quattro chiacchiere fatte sul caffè (forse sì, forse no) e su nessuna cosa concreta.

Tipicamente italiano.

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