Calenda e Schlein, voci di accordo: salario minimo, quanti voti porterà? ma chi si fida di chi? rumors d’estate?

Calenda e Schlein, voci di accordo: salario minimo, quanti voti porterà? ma chi si fida di chi? rumors d'estate o chiacchere da Transatlantico?

di BrunoTucci
Pubblicato il 2 Luglio 2023 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Calenda e Schlein, voci di accordo: salario minimo, quanti voti porterà? ma chi si fida di chi? rumors d'estate?

Calenda e Schlein, voci di accordo: salario minimo, quanti voti porterà? ma chi si fida di chi? rumors d’estate?

Calenda e Schlein si annusano, e poi? Fra i tanti rumors che nascono e proliferano nel transatlantico di Montecitorio ce ne è uno che lascia di stucco anche i cronisti che sono abituati alle giravolte della politica.

In questo corridoio dei passi perduti i giornalisti possono vedere e chicchierare con i deputati alla ricerca di qualche scoop impensabile.

Diciamo subito chi sono i protagonisti di questo giallo, seguendo le orme di Alfred Hitchcock che scopriva subito chi era “il responsabile” per poi sciorinare tutta una serie di avvenimenti a cui lo spettatore non sarebbe mai arrivato.

Ecco dunque che alla ribalta della politica si affacciano due personaggi di spicco che potrebbero far nascere un nuovo terzo polo: Carlo Calenda e Elly Schlein. Con Matteo Renzi tenuto fuori da uno strano accordo. In casa del Pd, qualcuno non crede assolutamente a questa ipotesi; altri, invece, sono preoccupati perché conoscono la furbizia (e anche l’intelligenza) dell’ex ministro e paventano che il tutto possa accadere.

“Come è possibile?”, dicono in tanti “La nostra segretaria si può fidare delle parole e degli atti di Calenda? Hanno dimenticato quel che successe ad Enrico Letta? Patto di ferro con il terzo polo e la sinistra per tentare di sconfiggere Giorgia Meloni. L’accordo durò lo spazio di un mattino, per la precisione ventiquattro ore perché quando si trattò di scegliere il direttivo, Calenda fece una clamorosa marcia indietro affermando che non si sarebbe mai potuto schierare con Fratojanni e Bonelli, cioè con la parte più estremista dell’intesa. Sconcerto, turbamento, disorientamento? I sostantivi sono tanti ma hanno un’unica radice.

Invano si tentò di far recedere “il traditore”. Non ci fu nulla da fare e lui si difese sostenendo che il numero uno di via del Nazareno conosceva alla lettera il suo pensiero. Nacque così il Terzo Polo con Matteo Renzi a far da spalla. Come sia finita quella iniziativa lo sanno tutti. Le elezioni politiche di settembre e quelle amministrative di qualche mese più tardi hanno messo in evidenza l’assoluta indifferenza della gente che non credeva alla nuova amicizia. Infatti, i due cominciarono a litigare, ad accusarsi a vicenda finché il Terzo Polo, secondo la classifica ufficiale divenne il sesto o settimo (Polo).

Ora ci risiamo: è vero che la politica è  l’arte del compromesso, ma a tutto c’è un limite.

Dunque, secondo le voci che si rincorrono senza mai trovare l’ufficialità della notizia, Calenda avrebbe avvicinato la Schlein proponendole un accordo anche su un solo punto: quello del salario minimo. Gli altri è meglio non toccarli, perché crollerebbe tutto ancor prima di mettere le fondamenta. Matteo Renzi fuori da questo inciucio, ma il progetto potrebbe dare i frutti sperati e sconfiggere quello che ora è il predominio della Meloni? La Schlein non si pronuncia, a chi le chiede se  è vera questa iniziativa fa spallucce e corre via.

Probabilmente, quanti fanno politica non si rendono conto che chi va a votare non prende più in considerazione le chiacchiere (che sono già troppe); ma vuole che il progetto presentato alla gente sia spiegato per filo e per segno e anche sottoscritto da quanti lo approvano.