Aldo Moro fu ucciso perché scomodo. La terribile profezia della vedova: perdono ma cambio strada se li vedo

Aldo Moro fu ucciso perché…Il magistrato Ferdinando Imposimato rimase “sconvolto” quando conobbe il contenuto delle dichiarazioni di Eleonora Moro, dinanzi   alla Commissione d’inchiesta sull’assassinio del presidente democristiano.

Rilette oggi, conservano tutta la loro drammatica carica dirompente, unita a una forte e implacabile chiarezza. Mai come in questa vicenda, le parole sono pietre.

Un elemento in più a sostegno   della richiesta, che sta crescendo, di restituire dignità umana, politica e storica al prigioniero delle Brigate Rosse.

Sua moglie Eleonora, “Noretta ” , fino alla morte, avvenuta nel maggio del 2010, si è battuta per ottenere questo  “risarcimento” da parte di chi aveva opposto la Ragion di Stato alla trattativa per liberarlo.

Quando Aldo Moro venne trovato morto in via Caetani, la vedova, Eleonora Crivelli, iniziò una dura protesta contro i sostenitori della “linea della fermezza”. In particolare il segretario della Dc Benigno Zaccagnini, l’allora presidente del Consiglio, Giulio Andreotti, e il ministro dell’Interno, Francesco Cossiga. Per protesta partecipò ai funerali degli uomini della scorta, trucidati nel blitz delle Brigate rosse in via Fani. Ma rifiutò quelli di Stato per il consorte. Era una persona tenace e determinata: anche il linguaggio usato non lascia dubbi. 

«Quella gente desiderava eliminarlo perché era scomodo. La gente scomoda sta dalla parte della giustizia e della verità. E poi c’è da dire che tutti avevano una paura terribile perché lui sapeva tutto di tutti, e quindi si sentivano sotto un riflettore che li inquadrava. Purtroppo non avevano capito che Aldo non avrebbe mai fatto del male a qualcuno se non fosse stato necessario per il bene comune».

“Mio marito non aveva paura. Camminava verso la sua morte tranquillo, come se passeggiasse”. “Quando una persona non la si può corrompere, né spaventare, l’unica possibilità è quella di eliminarla perché troppo pericolosa. Aldo conosceva fatti che risalivano a dieci, vent’anni prima. Loro si rendevano conto di essere i veri prigionieri. E che c’era un’unica cosa da fare: ucciderlo”.

Aldo Moro si è sacrificato per tutti?

«Io glielo dicevo: guarda come cammini verso la tua morte. E lui lo sapeva benissimo. Era il suo abito mentale, il suo modo di vivere. Era un uomo che amava il merito, la pulizia morale, l’onestà delle persone, la bontà. È un dato di fatto che Aldo, arrivato al potere, non lo abbia usato per fare del male a qualcuno. Continuamente il male gli cadeva sotto gli occhi: il tale aveva rubato, quell’altro aveva imbrogliato, l’altro ancora aveva messo nei guai tutta la famiglia. Lui cercava sempre di riparare, ma poi cercava di mettere chi aveva sbagliato in un angolino, in modo che non potesse nuocere più di tanto. In un paese come l’Italia, con la voglia di fare carriera che hanno tutti, non era poco».

Comunque in quei giorni prima del sequestro c’era una percezione di pericolo imminente. «Gli uomini della sua scorta, e soprattutto l’autista, vivevano con l’idea chiara che un giorno o l’altro li avrebbero ammazzati. Perché Moro doveva essere ammazzato. Gli uomini della scorta erano sicuri di essere nel mirino di qualche gruppo, ma non erano intimoriti. Mi dicevano: “Signora, noi siamo certi del pericolo, ma non morirà da solo, noi siamo pronti a sacrificarci con lui”».

Dopo queste  affermazioni, viene spontanea una domanda che l’intervistatore tempestivamente le rivolge: ”Perché non indica i nomi di chi voleva la morte di suo marito”?

Netta la risposta della vedova di Moro

”Io non posso indicare nessuno, perché non li ho visti operare. Io sono una cristiana e se non ho la prova sicura che quello è un mascalzone io non lo accuso. Prego Dio per lui. Prego affinché gli tenga la Sua santa mano sul capo”.

Ad Aldo Moro la gente voleva bene

E tutti quelli che gli volevano bene non hanno mai smesso di interessarsi alla sua sorte in quei terribili giorni. Vede, a coloro che lo hanno fatto uccidere non posso stringere la mano”.

Non riesce a dar loro la mano?
«Non sono una cristiana così santa. Sono una cristiana molto semplice…».

Questo accade quando ci sono le cerimonie commemorative?

«Sì. Ma succede anche quando li incontro per la strada».  “Quindi quando ci sono le cerimonie lei è costretta a incontrarli”.

La profezia della vedova di Aldo Moro

«Non vado mai alle cerimonie. Non ci volevo andare quando Aldo era vivo, ma lo dovevo fare come moglie di mio marito. Figuriamoci adesso. Ma il mondo è piccolo. Incontri la gente quando meno te l’aspetti. Per esempio: vado al funerale di una mia amica dell’Azione cattolica, ed ecco che me li trovo lì. Vede, dopo la morte di mio marito mi sono messa a studiare, dal punto di vista cattolico, la difficoltà del perdono. Perché uno può dire: li voglio perdonare. E io, nel profondo, li ho perdonati. Ma quando li vedo, attraverso la strada e vado dall’altra parte”.

“Più che la morte di mio marito, mi ferisce il fatto che sia morto un innocente a causa delle perverse mire di quattro stupidi mascalzoni. Se solo fossero stati modestamente intelligenti avrebbero capito che al potere non si arriva mai attraverso il delitto”.

Per i partiti della fermezza erano parole durissime, quasi profetiche: spariranno tutti, a cominciare dalla DC e dal  PCI.

(7-continua)

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