Pd: serve cambiare testa e progetto, altro che il nome…

Pd: serve cambiare testa e progetto, altro che il nome...
Pd: serve cambiare testa e progetto, altro che il nome…

ROMA – Una cara amica mi ha inviato l’immagine di una card sui primi 100 giorni del Governo Salvini-Di Maio, che ironizza sulle tante promesse elettorali non mantenute. L’ironia è sempre divertente ma non risolve il problema fondamentale del PD. Anche perché per ogni critica i due rispondono che sono costretti anzitutto a risanare i presunti disastri provocati dai governi guidati dal PD negli ultimi anni. Non è vero per niente ma è una tattica vincente presso la pubblica opinione, che si accontenta facilmente anche delle bugie. Continuare soltanto nella denuncia delle promesse mancate e delle bugie pronunciate è una strada che non porta lontano. Il tempo stringe e ci sono due scadenze, una certa e una possibile, che impongono un ritmo diverso.

E’ certo che nel 2019, fra il 23 e il 26 maggio, ci saranno le elezioni europee e i cosiddetti “sovranisti” si stanno organizzando per modificare profondamente la linea politica dell’Unione. Fa sensazione quanto dichiarato da Steve Bannon, ex uomo di fiducia di Trump. Ha detto che “Salvini è un leader mondiale, un simbolo e l’Italia è il centro politico del mondo, il laboratorio, come Trump in America e Modi in India”. Steve Bannon, consulente del presidente Usa nella vittoriosa campagna elettorale del 2016, sostiene che Salvini, “chiudendo i porti ha dimostrato che si può passare dalle parole ai fatti. Come Trump”. Scusate se è poco.

La scadenza possibile riguarda invece Roma. Se la Raggi sarà rinviata a giudizio per le note vicende, dovrà dimettersi. Sarebbe un’occasione da non perdere per il centrosinistra tentare di recuperare il governo della Capitale; presentando un programma serio e un candidato credibile e grintoso (Calenda?). Un punto di partenza molto importante.

Per il Governo occorre proporre un progetto alternativo a quello di 5 Stelle e Lega e riaccendere la speranza di coloro che ancora credono possibile vivere in un Paese diverso, meno violento, più serio, più ordinato e accogliente. A mio modesto parere il primo punto di riferimento per un nuovo centrosinistra deve essere la Carta Costituzionale da rispettare in tutti i suoi articoli, che disegnano una democrazia parlamentare. Accanto metto i molti insegnamenti di Papa Francesco in tema di accoglienza, di rispetto per le diversità, di ambiente e di giustizia sociale. Tutti temi
che i sovranisti ignorano.

Rivolgo un rispettoso invito agli amici del Partito Democratico a mettersi “alla tanga”, a recuperare tutte le forze disposte a lavorare per dar vita ad una nuova Italia. Non credo sia utile un eventuale cambio del nome. Servono invece, e molto, un cambio di mentalità e un immediato impegno.

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