Pd, serve unità, non lotte interne: D’Alema che abbraccia Renzi, se no è finita

Pd, serve unità, non lotte interne: D'Alema che abbraccia Renzi, se no è finita
Pd, serve unità, non lotte interne: D’Alema che abbraccia Renzi, se no è finita. Nella foto, Matteo Renzi, al Tempio di Adriano per presentare il libro di Massimo D’Alema (S) “Non solo euro”, Roma, 18 marzo 2014.
ANSA/ALESSANDRO DI MEO

Pd, serve unità, non lotte interne: D’Alema che abbraccia Renzi, se no è finita. A essere benevoli si può dire che i dirigenti del partito democratico sono ancora sotto shock per la batosta elettorale del 4 marzo e, soprattutto, per le sparate quotidiane di Matteo Salvini cui fa eco un affannato Luigi Di Maio.

Nel Pd si parla soprattutto di leadership e di organigrammi.  Sotto questo profilo non mi sento di condividere le critiche di Matteo Renzi a Paolo Gentiloni e la sua affermazione rivolta alla sinistra interna: ”Tanto perderete il congresso”. Renzi e i suoi avversari interni probabilmente non si rendono conto del rischio che corre la democrazia in Italia. Per evitare questo rischio, ahimé concreto, bisognerebbe riunificare tutta la sinistra, dotarla di un grande progetto e non rottamare nessuno. Renzi compreso.

Mi permetto di dare qualche suggerimento sul progetto e di immaginare un gesto clamoroso che ne accompagni il lancio (ci vogliono anche azioni di questo tipo).

Il centro sinistra deve proporre al Paese un’alternativa radicale a quella dell’attuale governo, contestandolo anche sul terreno che Salvini preferisce, perché torna comodo alimentare le paure sul tema, drammatico, dell’immigrazione.

Bisogna far capire allo spaccone leghista che anche lui è un immigrato come lo siamo tutti in Italia e in Europa. Nel nostro Paese si sono presentati e mischiati con la popolazione preesistente Unni, Cimbri, Teutoni, Svevi, Greci, Arabi, Normanni e Spagnoli. Altro continente d’immigrati è l’America, dove gli europei (Francesi, Inglesi, Spagnoli e Portoghesi) hanno soppiantato i nativi o si sono con loro mischiati.

Diverso il discorso per gli Ebrei che hanno mantenuto una propria sostanziale unità e identità e sono stati affrontati nel modo che conosciamo dai nazisti. Ha qualche ragione Andrea Camilleri quando dichiara: ”Non voglio fare paragoni, ma intorno alle posizioni estremiste di Salvini avverto lo stesso consenso che a dodici anni, nel 1937, sentivo intorno a Mussolini”.

Per lanciare il nuovo progetto basato sulla profonda diversità delle forze di centro sinistra quanto a sensibilità democratica, sociale e umanitaria, penso a un gesto clamoroso di Matteo Renzi e Massimo D’Alema. Una riconciliazione pubblica, sigillata da un fraterno abbraccio. Sta a loro stabilire se “sogno o sono desto”…. Liberi e divisi non si va da nessuna parte.

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