Salvini ha fregato Di Maio, la partita ormai è fra lui, M5s e Berlusconi, il Pd…intanto dorme

Salvini ha fregato Di Maio, la partita ormai è fra lui, M5s e Berlusconi, il Pd...intanto dorme
Salvini ha fregato Di Maio, la partita ormai è fra lui, M5s e Berlusconi, il Pd…intanto dorme

L’Italia è rimasta senza avvocato: Giuseppe Conte, che si era assunto questo impegnativo compito, ha resistito solo cinque giorni. Un record. Chissà cosa scriverà nel suo sovrabbondante curriculum. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google PlayForse troverà il coraggio di rivelare che è stato turlupinato, con Luigi Di Maio, dal rozzo ma assai astuto Matteo Salvini, che vuole fare bottino pieno alle ormai prossime elezioni anticipate.

Anche in politica funziona la cartina di tornasole del “cui prodest scelus, is fecit”, ed è Salvini l’unico che beneficia del fallimento di Giuseppe Conte. Quindi è lui che lo ha mandato a casa, non Mattarella. Oltre a puntare a un grande risultato elettorale, Salvini evita di governare in posizione subalterna a Di Maio e di affrontare i complessi problemi della situazione economica e dell’immigrazione. È già in campagna elettorale.

I sondaggi al momento gli danno ragione, e anche i risultati delle  elezioni amministrative parziali svoltesi in questo periodo. Ovunque la Lega aumenta e il Movimento Cinque Stelle arretra. Il sogno di Salvini è superare i grillini e guidare il futuro Governo.

La riprova è l’atteggiamento sul caso Savona. Di Maio era d’accordo con la mediazione suggerita da Mattarella: ministro  dell’economia il vice di Salvini, Giorgetti o, in alternativa, interim a Conte, in attesa di trovare il nome giusto. Il leader dei cinque stelle ha detto: ”Non capisco l’impuntatura di Salvini”. Adesso forse avrà compreso.

Salvini ha criticato aspramente Mattarella, ma fino ad ora non ha sposato la proposta della Meloni, fatta propria da Di Maio, di mettere in Stato di accusa il Capo dello Stato, in base all’articolo 90 della Costituzione. Perché l’impeachment non ha alcun fondamento. Dovrà invece decidere se tenere in vita l’alleanza di centro destra con Berlusconi, se fare un accordo di coalizione con i Cinque Stelle o se presentarsi da solo al corpo elettorale. In ogni caso la partita fino ad ora se la stanno giocando Cinque Stelle, Lega e Berlusconi.

E il Pd? Martina, segretario reggente, sostiene che il partito è “pronto alla mobilitazione”. L’impressione che si ricava è che faccia invece fatica a uscire dal letargo. Giusta la difesa di Mattarella ma ci vuole molto di più sul piano politico. Il coinvolgimento di tutta la sinistra per riconquistare il consenso perduto; un programma convincente chiaramente alternativo a quello populista e pericoloso di Salvini e Di Maio; un leader nuovo e credibile.  Non sarà facile e non c’è molto tempo. La Repubblica di Weimar può essere dietro l’angolo.

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