Cassa comune, me li spendo io. Non ci stai? Sei contro il popolo! Cassa comune, me li spendo io. Non ci stai? Sei contro il popolo!

Cassa comune, me li spendo io. Non ci stai? Sei contro il popolo!

Cassa comune, me li spendo io. Non ci stai? Sei contro il popolo!
Cassa comune, me li spendo io. Non ci stai? Sei contro il popolo!

ROMA – Cassa comune, metti che un gruppo (facciamo 27 e non a caso 27) decidono di fare cassa comune. Magari per una gita o una vacanza o una missione di shopping o per fare salvadanaio o per quel che sia. Comunque cassa comune.

Fatta la cassa comune i 27 decidono come ci si regola: chi, quanto, come può prendere dalla cassa comune. E quanto si può prendere per fare cosa, non è mica la stessa cosa prelevare per comprare la benzina o il gelato. E come e quanto si versa nella cassa comune. Decise le regole, intelligenti o strampalate che siano, i 27 le approvano, tutti dicono che ci stanno, fanno accordo e patto. Senza accordo e patto e impegno reciproco col cavolo infatti che ciascuno dei 27 faceva cassa comune. Ovvio, no?

I 27 non sono diventati uno. Ognuno a casa sua fa come gli pare della quota che gli spetta della cassa comune. E’ cassa comune ma durante il comune viaggio dei 27 la quota per ciascuno non è obbligatorio spenderla o impiegarla tutti nella stessa maniera. C’è chi accumula barrette di cioccolato e chi si compra una macchina per farlo il cioccolato. C’è chi pensa ai giovani della famiglia e spende per farli studiare e chi pensa a mandare in pensione gli adulti prima che diventino vecchi.

Si può fare, ognuno fa come gli pare. Quel che ovviamente non si può fare è dire: io metto le mani nella cassa comune per la quota che mi pare e non quella che mi spetta secondo patti. No, così non si può. Così si è prepotenti. E prepotenti si è anche se si fa la faccia e la lagna delle vittime. Non è che siccome dici: mi servono, mi servono proprio allora hai diritto a mettere le mani nella cassa comune dicendo: prima io!

No, così non si può. Ma è proprio quello che fa l’Italia rispetto alla cassa comune europea. Se hai una moneta in comune e fai debito, emetti cambiali per il mondo in quella moneta, allora inevitabilmente, ovviamente la firma sotto quelle cambiali non è solo tua. Sotto quelle cambiali c’è la firma anche degli altri 2 governi, elettorati, popoli. Ma loro non ce l’hanno messa. Ce l’hai messa tu e pretendi che gli altri ci stiano e stiano zitti.

Il patto della cassa comune era proprio che nessuno dei 27 mandava in giro cambiali a nome di tutti oltre una certa misura. Per questo ovviamente si era deciso e votato di controllarsi a vicenda. Ora il governo italiano dice che chi pretende di controllare è un usurpatore.

In verità è il governo italiano bugiardo, coscientemente bugiardo. Giura giurello con Conte premier che mai e poi mai l’Italia fuori dalla Ue e dall’euro. E Di Maio giurin giurello pure lui: mai e poi mai. Ma Di Maio giura con le dita nascoste dietro la schiena a fare scongiuro. Dicono di voler restare dentro ma si comportano, pensano e mobilitano la gente come fossero fuori.

Salvini ha detto con petto in fuori che la Commissione Ue è contro il popolo se boccia le cambiali italiane di cui è fatta la Manovra del Popolo. Salvini ha mobiliato l’opinione pubblica e l’elettorato italiano contro i controllori della cassa comune. Salvini e Di Maio e Conte vogliono la cassa comune e vogliono sia una cassa comune senza regole e controllo reciproci.

Una cassa comune così…una moglie che fa debiti per il 130 per cento di quanto la famiglia incassa e ne vuole fare altri e se qualcuno obietta, allora la moglie dice: siete contro la famiglia! O figli o fratelli o mariti che vogliono la firma di figli, genitori, fratelli e consorti sotto le cambiali per le loro spese personali e se qualcuno non ci sta, allora dicono dolenti e indignati: siete contro la famiglia!

Il popolo italiano ha scelto, voluto e votato, anche se fa finta di non ricordarselo, di far cassa comune con altri paesi europei. E la cassa comune si chiama Ue e si chiama euro. Se non piace più, se non si vuol più fare cassa comune, se davvero si ritiene sia uno svantaggio, allora si esca. Ma è insolente, ignorante e prepotente proclamare la propria incontrollabile incontrollata libertà di impegnare da soli e come da soli ci piace i soldi comuni. Insolente, ignorante e prepotente e vittimista come è la narrazione furbo/bugiarda dei leader del governo di Roma.  

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