Chico Forti torna in Italia, da carcerato ma meglio che in Florida. Di Maio e la Farnesina ne fanno una giusta

Forti, il caso sembra chiuso. O quasi. Non ci sono solo i casi Regeni e quello (surreale) dei 18 pescatori di Mazara sequestrati dai libici.No, c’è anche il calvario di Enrico “CHICO” Forti, rinchiuso da vent’anni nel carcere di Miami per un omicidio mai dimostrato e con evidenti lacune processuali. A toglierlo dal dimenticatoio ci hanno pensato in questi giorni migliaia di sostenitori (sono 15 milioni nel mondo), e persino i taxisti di Bologna (sfilata di due ore in un martedì pre-natalizio) con clacson e striscioni.

Chico Forti torna in Italia, ancora da carcerato. Ma intanto torna in patria, vicino alla famiglia. Finalmente Di Maio ne azzecca una

“Avrete tra breve delle novità “ aveva promesso Di Maio, a Ferragosto. Siamo quasi a Natale e finalmente l’annuncio: 

“Il Governatore della Florida ha infatti accolto l’istanza di Chico di avvalersi dei benefici previsti dalla Convenzione di Strasburgo e di essere trasferito in Italia”.

UNA VITA SPERICOLATA

Chico non è mai stato fermo. Le ha fatte tutte o quasi. Anche il concorrente di Mike Bongiorno. Ha amato lo sport, ha infilato 6 partecipazioni ai mondiali di windsurf, sfiorando il podio. È stato campione d’Italia di vela, classe catamarano DART ( 1990). Ha praticato lo sci, il jumping e chissà cos’altro. Fermato nel 1987 da un incidente automobilistico, si è improvvisato produttore televisivo. Ha prodottto filmati di sport estremi, anche sci nautico a piedi nudi.

Poi si è messo in testa l’America e sono cominciati i guai. Il (presunto) fattaccio risale al 15 febbraio 1998. Sulla spiaggia di Miami viene ucciso Dale Pike. CHICO, immobiliarista, era in trattative col padre Anthony per acquistare da lui il prestigioso Pikes Hotel di Ibiza. Dale era venuto a Miami per parlarne.Appena 24 ore dopo, Dale è ucciso con due colpi di calibro 22.

PROCESSO LACUNOSO

La polizia arresta CHICO, non trova il movente né testimoni. Nessuna prova decisiva. La sentenza è uno choc: ergastolo. Si racconta che la polizia di Miami fosse indignata per le accuse di pressappochismo contenute in un documentario, prodotto da Forti. Riguardava le indagini sull’omicidio di Gianni Versace, ammazzato da Andrew Cunanan (15 luglio 1997), un istrionico gigolo d’alto bordo della comunità gay. A sua volta ucciso poco dopo.
Un report firmato da Ferdinando Imposimato e dalla criminologa investigativa nonché psicologa forense Roberta Bruzzone – report consegnato all’allora ministro Terzi  nel maggio 2012- ha demolito il processo. È da rifare.

PROTESTE NEL MONDO

Proteste. In Italia, nel mondo. Un coro solo: “Liberate CHICO, è innocente”. Anche Bradley Pike,  fratello della vittima, crede nella innocenza di Forti.

CHICO è difeso da Joe Tacopina (padre romano, madre siciliana di Montelepre), avvocato di fama con studio nel cuore di Manhattan (Madison Aveenue ) e interessi nel calcio italiano (Roma, Venezia di Pippo Inzaghi, Bologna, Catania). L’ex ambasciatore e ministro Giulio Terzi di Sant’Agata ha rispolverato l’attivismo del 2011-13 (1.483 incontri con rapppresentanti di 91 Paesi). 

Ora vedremo come si evolverà.

Gestione cookie