Cicciotto ristorante a Marechiaro e in Cicciotto veritas, non solo quella ascosa (addirittura) in Malafemmina da spiegare alla ignara (niente meno) Marta Fascina. Ma anche e soprattutto la verità, la genuinità dell’autentico pensare e sentire di Silvio Berlusconi. Su che? Sull’Ucraina, sulla guerra, su Putin. La più significativa e genuinamente italica è quella del “se dobbiamo mandare armi facciamolo di nascosto”. C’è qui il pragmatismo brianzolo unito alla creatività romanesca e in simbiosi con artigianalità partenopea: facciamolo ma facciamolo gratis, anzi “aggratis”, predisponendo il “chi, io?” e restando i più astuti di tutti. Il “furbettismo” come bussola e metro dell’azione. Tanto gli altri sono più “fessi” e ce lo fanno fare se lo facciamo di nascosto e comunque chi se ne accorge in questo mondo se uno invia armi o no? In fondo, per quel che riguarda gli elettori, basta negarlo in un talk-show.
Ascoltare le ragioni di Putin
Berlusconi ha detto proprio così: “bisogna convincere ad ascoltare le ragioni di Putin”. Convincere chi? Ma come chi? Zelensky, gli ucraini devono “ascoltare le ragioni di Putin”. A dire il vero non è che Putin non sia stato ascoltato, ha parlato chiaro: Ucraina non esiste come Stato e nazione e neanche come popolo, è invenzione dell’Occidente, è infarcita di nazisti, va amputata territorialmente, disarmata e punita quel che ne resta. Putin poi ogni giorno si fa ascoltare, eccome se si fa ascoltare: alto il volume dei missili e bombe e cannonate. Putin non manca certo di ascolto. Ma quel che Berlusconi dice dicendo ascoltare è accontentare.
Suvvia, buon Zelensky ed ucraini tutti, accontentate un po’ Putin, dategli un po’ della vostra nazione, così lui si ferma, voi salvate la pelle e, soprattutto, noi qui ritroviamo la pace dei nostri affari e degli affari nostri. In Cicciotto veritas, questo è il vero Berlusconi. Non quello delle precisazioni/smentite delle ore successive. E non è imbarazzante questo anziano signore che a distanza di poche ore dall’una e l’atra prestazione dice di dare soddisfazione a Putin perché questo e non altro è la pace e poi emette comunicato in cui dice che no, non è questo che voleva dire. O almeno, se imbarazzo ci fosse, Berlusconi lo potrebbe condividere con più della metà del Parlamento italiano e almeno la metà abbondante della pubblica opinione.
Fosse premier Conte, o Salvini, o Berlusconi…
Giuseppe Conte sarebbe rispetto all’Ucraina il premier dello “abbiamo già dato”. In armi all’Ucraina, mantenimento impegni con la Nato, fronte comune nella Ue…abbiamo già dato. Parole e concetti principi (se non unici) di Conte, li va riproponendo ogni giorno, devono essergli piaciuti molto. Sarebbe il premier, se oggi lo fosse, dell’abbiamo già dato. Quindi basta. Salvini sarebbe sull’Ucraina il premier della guerra “ha stufato”. Insiste che “siamo al terzo mese”. Come a sollecitare a darsi una mossa, che qui c’è altro cui pensare.
L’uomo della “difesa è sempre legittima” se si tratta delle mura domestiche ha scoperto il concetto di difesa con qualche se e qualche ma se però si tratta di confini di una nazione. Nella Nato sì, se si tratta di essere difesi. Ma, se si tratta di difendere altri, dopo un po’…stufa. Nella Ue sì, se si tratta di prendere finanziamenti e prestiti. Ma, se si tratta di mantenere gli impegni sottoscritto per aver finanziamenti e prestiti, allora “ci governiamo da soli”. C’è coerenza in Salvini. E se fosse premier Berlusconi, sull’Ucraina sarebbe il premier del diamo a Putin quel che si è preso e facciamola finita.
M5S, Lega, Forza Italia, Leu…
Non fosse per Meloni e Letta il Parlamento italiano non avrebbe difficoltà a votare una mozione per prendere come Italia il posto lasciato dalla Finlandia o dalla Svezia: neutrali, anzi neutralissimi. All’Ucraina un arrenditi che è più forte la Russia, come fosse una rissa da sedare. Alla Russia un prendi quel che hai preso e ferma l”Armata, quasi fosse una pace. Non fidarsi degli Usa, non farsi impelagare dalla Nato. Alla Ue chiedere i soldi per il caro energia e il caro prezzi alimentari ed esigere soprattutto la Ue continui a mettere la firma sulle nostre cambiali e però non metta bocca sulle nostre cose. Inviolabilità dei confini in Europa come condizione senza la quale pace non è? Non è il caso di fare i pignoli. Autodeterminazione? Parolone da “giornaloni”. Libertà, democrazie liberali? E che sarà mai, che saranno mai..? Qui rischiano di chiudere aziende e aumenta tutto al supermercato. Sai che c’é? C’è che è meglio sfilarsi da questa storia, da questa guerra. Sfilarsi, Conte o Salvini o Berlusconi sarebbero o premier dello sfilarsi.
Solo noi? Così sì, solo noi
La maggioranza dei partiti politici con in corpo una gran voglia di sfilarsi, gran parte dell’intrattenimento televisivo sulla linea del Putin ha attaccato ma…E un bel po’ di pubblica opinione (lo dicono i sondaggi, lo confermano gli umori esperibili un po’ ovunque) d’accoro con l’abbiamo già dato, la guerra ha stufato, diamo a Putin per farla finita, sfiliamoci. Solo noi, solo noi italiani? Sì, così solo noi. Non i britannici, non i francesi, non i tedeschi e neanche gli spagnoli. Solo noi siamo in grado di applicare il familismo amorale anche alla guerra tra democrazie liberali ed autocrazie. Solo noi siamo così perfettamente adattati a non capire che cercare il più facile oggi non porta vantaggi ma danno già domani. Solo da noi è di maggioranza l’idea che essere invulnerabili a tutto consista nell’essere irresponsabili di tutto. Un’idea al fondo abbastanza, anzi parecchio cretina.