Cofferati: Migranti? Europa incapace, Ungheria vergognosa

di Sergio Cofferati
Pubblicato il 16 Settembre 2015 - 16:19| Aggiornato il 26 Febbraio 2020 OLTRE 6 MESI FA
Cofferati: Migranti? Europa incapace, Ungheria vergognosa

Un rifugiato solleva un bambino in aria a pochi metri dall’isola greca di Lesbo , 13 settembre 2015. Su un totale record di 432,761 rifugiati e migranti, secondo le stime, 309.000 persone sono arrivate ​​via mare in Grecia. Di queste circa la metà sono siriani.
REUTERS/Alkis Konstantinidis

BRUXELLES – È finora insufficiente, per una serie di motivi, la risposta dell’Europa di fronte alla tragedia dei profughi e dei migranti che varcano sempre più numerosi i confini dei 28 Stati che compongono l’Unione. Unione solo sulla carta visto che a prevalere finora è stato l’egoismo.

Con alcune punte “vergognose”: queste le parole dell’europarlamentare del gruppo “Socialisti e democratici” Sergio Cofferati, che definisce “vergognosi i comportamenti e le dichiarazioni, come quelli dei governi ungherese, ceco e slovacco”. Ecco l’intervento di Cofferati, pubblicato sul suo sito:

SUPERARE L’EGOISMO DEGLI STATI PER RISPONDERE ALL’EMERGENZA RIFUGIATI
La tragedia della migrazione ha occupato un posto centrale dell’ultima sessione plenaria del Parlamento Europeo. In queste settimane abbiamo assistito a una tragedia crescente che si è scontrata con l’egoismo e la poca lungimiranza dei governi degli Stati membri. L’Europa è stata presa di sorpresa da fenomeni rispetto ai quali non si era dotata di strumenti adeguati ed è stata assolutamente incapace di rispondere in modo efficace, umano e dignitoso alle sfide che l’arrivo dei rifugiati ha posto.

Di fronte, prima dell’estate, alla spinta all’azione proveniente dal Parlamento Europeo e a una proposta della Commissione, in ogni caso insufficiente, di ridistribuzione di quarantamila rifugiati dall’Italia e dalla Grecia, la risposta degli Stati membri è stata fallimentare: nessuna ripartizione obbligatoria e numeri ridotti rispetto alle proposte. Un problema inequivocabilmente europeo veniva lasciato nelle mani degli Stati membri e della loro sensibilità (o mancanza di sensibilità).

Durante l’estate, in parallelo con l’aggravarsi della crisi abbiamo assistito a comportamenti e dichiarazioni ancora più vergognosi, come quelli dei governi ungherese, ceco e slovacco. Solo negli ultimi giorni, anche di fronte a immagini drammatiche e all’aumento della pressione dell’opinione pubblica e dei partner internazionali, si è cominciata a fare strada la convinzione della necessità di una soluzione comune.

Il tema è stato affrontato nell’appassionato discorso del Presidente della Commissione Juncker sullo Stato dell’Unione della scorsa settimana al Parlamento Europeo. La Commissione ha messo in quest’occasione di fronte all’opinione pubblica e alle istituzioni europee nuove proposte incisive che possono rispondere adeguatamente, seppure con un colpevole e grave ritardo, ad alcune delle sfide che vengono lanciate all’Unione Europea dalla crisi dei rifugiati. Il problema sarà ora assicurare che alle parole e agli impegni seguano, velocemente, i fatti.

Le proposte della Commissione prevedono la ridistribuzione di centosessantamila rifugiati da Italia, Grecia e Ungheria negli altri paesi europei. Inoltre mettono a disposizione risorse europee per stabilire dei punti di primo contatto in cui identificare i richiedenti asilo. A questa prima importante misura si aggiunge, tra gli altri strumenti previsti, la proposta da parte della Commissione di un meccanismo di emergenza permanente per la ripartizione dei profughi tra i Paesi europei, attraverso una modifica del Regolamento di Dublino, e di nuovi strumenti legislativi, a partire dal 2016, per ridisegnare i percorsi di migrazione legale al di là dell’emergenza.

Il Parlamento Europeo ha espresso un forte sostegno alle proposte della Commissione. Una Risoluzione approvata il giorno dopo il discorso di Junker sostiene con forza l’approccio della Commissione, con alcuni ulteriori elementi, come la necessità di rivedere il Regolamento di Dublino per prevedere una ripartizione permanente dei richiedenti asilo, una maggiore disponibilità di fondi, la creazione di corridoi e visti umanitari e la possibilità di richiedere un visto anche alle ambasciate in paesi terzi. Inoltre si richiede di mettere a disposizione fondi adeguati per garantire un’accoglienza e una permanenza dignitosa e umana ai profughi.

Il Parlamento Europeo e la Commissione si sono schierati in maniera decisa per una soluzione europea alle crisi dei rifugiati che dimostri solidarietà, umanità e coerenza ai nostri principi di fronte a centinaia di migliaia di persone che fuggono dalla guerra. I governi devono rispondere positivamente ed essere finalmente all’altezza della gravità della situazione. L’Unione Europea ha il dovere storico di accogliere in maniere dignitosa i rifugiati. Abbiamo le risorse per farlo. La strada da percorrere è chiara se vogliamo restare fedeli ai principi su cui si basa l’Unione Europea.