Conte fa retromarcia, Di Maio vede Draghi, Berlusconi ondeggia

Un’altra giornata, quella di ieri, in cui Palazzo Chigi prende una decisione e poi, accerchiato dalle critiche, compie un passo di lato.

A Conte il passo laterale serve per evitare che le polemiche finiscano per ingarbugliare la matassa più di quello che già è. Cronologicamente avviene questo. In mattinata il premier annuncia che lo stato di emergenza sarà prorogato al 31 dicembre. Un avviso di nuovo lockdown? Forse.

Le ragioni sono con tutta probabilità da ricercare nel fatto che in cinque regioni (o più), è suonato di nuovo l’allarme di un ritorno del Covid19. Succede il finimondo con la Lega di Salvini che tuona: “La libertà non si cancella con un decreto”.

Insieme con lui è anche Giorgia Meloni, mentre il solito Berlusconi degli ultimi tempi fa capire che non sarebbe contrario.

Senonché, anche il Partito democratico nutre dei dubbi e sostiene che la decisione deve passare prima per il Parlamento. Insomma, non si vuole che si ripeta il ritornello di “un uomo solo al comando”.  Conte deve smetterla di sentirsi un monarca, sostengono altri.

Alla fine Conte frena

La bufera continua fino a pomeriggio inoltrato quando il presidente del Consiglio frena e precisa che tutto passerà attraverso un voto del Parlamento. Una sconfitta? Quasi, per essere benevoli.

Comunque, anche dopo il ripensamento, le polemiche non si placano. Non solo quelle delle opposizioni (naturali), ma anche della maggioranza. Per citare un solo esempio, ecco le parole di Stefano Ceccanti, capogruppo Pd degli affari costituzionali alla Camera:

“Conte venga in Parlamento a spiegare le ragioni di questa importante e delicata decisione”. 

Non parliamo della Lega e di Fratelli d’Italia, scatenati contro il premier. Ancora Salvini è categorico: “Gli italiani hanno dimostrato buon senso e meritano fiducia e rispetto. Ora vogliono vivere e lavorare”.

Certo Conte, in mattinata, si era lasciato andare e aveva forse oltrepassato il limite che gli concede il suo ruolo. “Ragionevolmente, ci sono le condizioni per prorogare lo stato d’emergenza fino al 31 dicembre”.

Parlamento dimenticato

Dunque, il Parlamento era stato ancora una volta “superato” e dimenticato. “Forza ancora la Costituzione”, gridavano in tanti. “Lo fa solo per salvarsi la poltrona perché sente che traballa “.

Il premier, dunque, secondo l’opposizione, si servirebbe della paura del Covid19 per allungare la sua presenza a Palazzo Chigi. Solo e soltanto per questo. Infatti non ritiene che debba riferire in aula e sentire quel che ne pensano a Montecitorio e a Palazzo Madama.

Costretto, quindi, alla marcia indietro? Probabilmente si o forse anche perché avendo letto i sondaggi dell’ultima ora ha voluto prendere qualche precauzione. Infatti i dati non sono confortanti per la maggioranza giallorossa.

Dicono che il centro destra vincerebbe con l’attuale legge elettorale. Ma se si passasse al proporzionale, molto dipenderebbe dal comportamento di Forza Italia, ago della bilancia di tutta la situazione.

Salvini in confusione!

“Salvini e chi la pensa come lui sono in stato confusionale” affermano i Grillini. Ma in seno al Movimento le posizioni divergono e non sono affatto chiare.

Luigi Di Maio incontra Mario Draghi alla Farnesina e qualcuno ritiene che questa visita possa essere foriera di nuovi orientamenti. Un cambio della guardia a Palazzo Chigi? È presto per dirlo, ma le voci del popolo sono voci di Dio e vanno prese in considerazione.

Ad esempio: se la proroga diventerà effettiva si voterà a settembre? Il Paese rimane attonito e perplesso e non si rende conto del perché alcuni scempi non vengano risolti.

Come quello di Rona capitale, “città incompiuta e abbandonata” secondo una interessante e approfondita inchiesta dell’edizione odierna di Repubblica.

 

 

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