Conte, Santoro, Landini…il partito de “Il Fatto”. Che hanno fatto?

Niente hanno fatto quelli del partito de “Il Fatto”, niente a parte sputtanare sistematicamente la democrazia. Giuseppe Conte, Maurizio Landini, Michele Santoro…ovviamente Marco Travaglio. Non poteva mancare, ma ormai aggiunge solo una nota di colore, Freccero. In controluce si intravede la sagoma di Alessandro di Battista. New entry il professor Orsini, nel consolidato ruolo della vittima della censura che parla ogni giorno da ogni tv. Dà una mano, dall’esterno, anche Marcello Veneziani. Come si demolisce la reputazione e quindi il rispetto della democrazia? Il primo piccone è l’impostura.

Il popolo siamo noi

Il popolo siamo noi e voi che non siete noi non siete il popolo. E’ il canone e al tempo stesso la leva dell’impostura, impostura a sostituire la democrazia: auto nominarsi volontà popolare e relegare nella sfera e terra del “non democratico” tutto ciò e chiunque non omaggi l’impostura. Giuseppe Conte ai tempi auto nominatosi “avvocato del popolo, orgogliosamente populista” fieramente afferma di parlare e agire in nome del popolo, l’unico vero popolo. Maurizio Landini non ha dubbi che in lui e nella Cgil si identifichino i lavoratori, gli unici veri lavoratori. E Michele Santoro da decenni ritiene di pensare ed agire in comunione-fusione-osmosi con la gente. Sul dogma “la gente siamo noi” i Marco Travaglio, le Bianca Berlinguer e innumeri altri comunicatori auto nominatisi parte dirigente e fervente del clero addetto alla amministrazione e liturgia della democrazia, la loro. O almeno quella che loro battezzano come tale. Democrazia fondata appunto su “il popolo siamo noi e voi non siete il popolo”. Appunto il canone principe di ogni efficace sputtanamento della democrazia.

Potere sempre malvagio

Stabilisci che il popolo sei tu, ne consegue che gli altri devono essere qualche altra cosa. Che cosa? Potere, che altro? Potere che per definizione e senza eccezione è oscuro, forte e forte a far male, istituzionalmente malvagio e atto a far danno al popolo. E’ talmente totalizzante questa predicazione del Potere sempre cattivo quale che esso sia che verrebbe da porsi la domanda: perché mai l’umanità pratica da millenni questa forma auto lesionista del darsi governi, Stati, istituzioni? Ah, certo: se fosse libera l’umanità non lo farebbe, lo fa il Potere che evidentemente si riproduce per partenogenesi. Comunque il secondo colpo di maglio alla democrazia nella campagna per sputtanarla è mostrare quanto sia inquinata e “compromessa” con il Potere. La prova? Nei paesi democratici non ci sono forse i governi e addirittura le banche? Il popolo siamo noi e tutto il resto è Casta e Casta è ontologicamente nemica del popolo e strutturalmente annidata in governi, Stati, istituzioni. A meno che…

Espiazione…dal peccato di democrazia

A meno che Stato e governi non vengano purificati…(l’idea è assai talebana ma questa e non altro è). Popolo purificatore per mano del tutti ladri (quelli del Potere ovviamente, noi del popolo tutti onesti e derubati). Purificazione per mezzo della “opinione che è democrazia”, cioè attraverso la demolizione, il disconoscimento, lo sputtanamento di competenze quali che siano. La mia opinione vale la tua, sempre comunque: questa è la lancia ficcata nel costato della democrazia. La spugna con l’aceto è l’idea (e anche la pratica) secondo cui la democrazia è un eterno talk-show di opinioni (la gran parte dei parlamentari interpretano così il loro ruolo e tale e non altra professionalità sviluppano).

Il primo a doversi purificare da se stesso per ottenere efficace convincente sputtanamento della democrazia è l’Occidente che la democrazia ha prodotto. L’Occidente raccontato come una coerente e volontaria catena di misfatti storici perseguiti con maligna determinazione, l’Occidente cattivo (di natura?), l’uomo bianco di pelle come peste della storia (questione di razza?). L’Occidente che deve espiare i suoi peccati: la libertà, lo Stato liberale, la democrazia delegata, i Parlamenti…Tutti inganni e inganni perenni secondo il partito degli sputtanatori della democrazia.

Democrazia sempre denegata fino a che…

Una volta stabilito che la democrazia non amministrata dal popolo e dal suo autonominato clero è inganno del Potere, arriva il grido di sdegno per la democrazia denegata. Denegata perché non coincide con la volontà di popolo. Volontà che chiaramente si esprime attraverso i suoi oracoli e interpreti: i Landini, i Conte, i Santoro, i Travaglio…Nel descrivere il partito e il fenomeno sociale dello sputtanamento della democrazia si faceva prima a dire: populismo. Populismo, la kriptonite della democrazia, l’anti materia della democrazia, la bestemmia della democrazia. Populismo allo stato naturale, populismo bio quello in Italia rappresentato ed espresso ad esempio da Matteo Salvini. Quello dei Landini, Santoro, Conte…è più artefatto, se ne va in giro vestendo i paramenti di ciò che disprezza: la democrazia appunto.

Pacifisti e guerrafondai

Il partito dello sputtaniamo la democrazia è al lavoro, con rilevanti successi, da decenni ormai. Ora, con la guerra, come tutti ha avuto un sussulto, una chiamata. D’istinto e di cultura uomini e donne di questo vasto partito hanno sentito il bisogno, l’urgenza, l’occasione di chiamare guerrafondai tutti coloro che provano a difendere la democrazia. Un esercito invade e macella una nazione? Per carità non si prendano e mandino armi, non si commetta la follia di resistere, diffidare di quelli che combattono: il nemico è la guerra, l’esercito invasore e il suo capo regime sono solo umani che..sbagliano. Il partito degli sputtanatori della democrazia è fieramente pacifista. Perché? Per restarne fuori, per avere esenzione dalla Storia. Nel migliore, il più ingenuo dei casi. Per ideologia anti democratica e anti occidentale in cui sguazza da sempre un po’ di destra (non la Meloni) e si avvoltola da sempre non poca sinistra (quella anti Usa e anti Nato). Per umanissima vigliaccheria di fronte alla guerra. E per viltà civile e morale spacciata per riflessione equidistante. Per comprensibilissima voglia di imboscarsi. E per oscena rappresentazione di questa voglia come suprema virtù. Nei casi peggiori eppur evidenti per vanità professionale o per dare una botta a Draghi.

Farsa e tragedia, contemporaneamente

La prima in tragedia, la seconda in farsa…non va sempre così e nel nostro piccolo le abbiamo in contemporanea. Quel convegno dove la “guerra è della Nato”, il “Green Pass è l’olio di ricino”, il generale da temere è Figliuolo, il governo di Kiev è “golpe Cia-Soros”, a Mariupol “bombe finte e attrici” (copyright Carlo Freccero) è insieme tragico e farsesco. Come tragico tremendamente tragica è l’intimazione agli ucraini (e a se stessi quando dovesse capitare) ad arrendersi, a non indulgere nel peccato mortale della Resistenza. Democrazia arrenditi, non ne vale la pena. Farsescamente, grottescamente, vigliaccamente in bocca chi dice di parlare come unto dal Signore della democrazia. Cattivi maestri? Di peggio e di meno: come pessimi supplenti che in cattedra mostrano il dispetto e il disprezzo che hanno e li anima verso il sapere.

 

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