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Coronavirus, economia in crisi, i soldi non ci sono. Ma dopo Conte sarà peggio

di Bruno Tucci |9 Maggio 2020 11:53

Coronavirus, economia in crisi, i soldi non ci sono. Ma dopo Conte sarà peggio (Foto d'archivio Ansa)

Coronavirus, economia in crisi ma…I soldi che non ci sono. Ricordate il ritornello di qualche anno fa? Soldi, soldi, soldi.

È tornato di moda perché sono in molti a chiedersi: dove sono quelli promessi e mai arrivati?

Secondo un sondaggio dell’ultima ora, dei 6,4 miliardi promessi e sventolati dal governo ne sono stati distribuiti solo l’1,6 per cento, cioè 400 milioni.

Non solo, ma chi è stato fortunato per averli ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per le tante trappole della burocrazia che è quasi impossibile superare.

Cosicché, le proteste dilagano da Nord a Sud: proprietari di bar, parrucchieri, gestori di impianti balneari.

Manca il danaro e i fallimenti sono dietro l’angolo. “riaprire”? dicono “Forse dovremo chiudere definitivamente”.

Sospendere le tasse per il coronavirus? Il Governo nicchia

Si parla di una temporanea sospensione delle tasse, causa coronavirus. Ma da questo orecchio il governo non ci sente. Come andrebbe avanti, se non spillasse soldi agli italiani?

Così scaricano la patata bollente sui sindaci e gli amministratori locali: “fatelo voi, se ci riuscite”. Una bella prova di collaborazione fra Stato centrale e Regioni.

Come dire: problemi del genere non ci toccano.

Pure sulla cassa integrazione in deroga i “puniti” sbraitano perché i favoriti sinora sono soltanto uno su cinque.

Insomma, il governo è con l’acqua alla gola perché le promesse sono state tante, ma tutti i nodi stanno venendo al pettine.

Che fare? Come rispondere alle mille obiezioni che giungono dalla gente comune che spesso non sa come mettere insieme il pranzo con la cena?

Ci si arrampica sugli specchi, ma quanto potrà durare questo periodo così difficile per l’esecutivo? Dall’Europa arriva una forte boccata d’ossigeno perché ieri è stato approvato il MES, il cosiddetto provvedimento salva-stati. Post coronavirus.

La polemica sugli aiuti europei

Quasi 37 miliardi che dovrebbero impinguare le casse semivuote del nostro Paese. Il prestito (perché di questo si tratta, non di una cifra a fondo perduto) dovrebbe essere restituito in dieci anni con un tasso minimo, pari allo 0,1 per cento.

Ottimo, si dovrebbe dire all’unanimità, ma non è così, perché anche su questa decisione la maggioranza è clamorosamente divisa.

Il Pd, con l’onorevole Del Rio, è favorevolissimo e sostiene che sarebbe da folli rinunciare al MES light (in tal modo è stato definito dopo l’approvazione della Unione Europea).

Ma i 5 stelle alzano la voce. “Non ne abbiamo bisogno”, esclamano in coro gli esponenti di spicco del Movimento.

Tanto che un giornale di stamane assai vicino alla posizione dei Grillini titola a tutta pagina: “Ci vogliono indorare la pillola per rifilarci il solito trappolone”.

In questo vero e proprio braccio di ferro si inserisce pure il premier Conte che con fare diplomatico sostiene: “Sarebbe più vitale il Recoveri Fund”.

Cioè quel fondo che la commissione europea andrebbe a raccogliere sui mercati utilizzando come garanzia il bilancio del vecchio continente per un lungo periodo dal 2021 al 2027.

Insomma è un problema non da poco, perché i soldi servono come il pane in un momento in cui le risorse mancano e il deficit aumenta in modo assai pericoloso.

Tanto più che è alle porte un altro decreto soprannominato “del rilancio” per cui sono necessari altri danari per venire incontro all’edilizia, alle famiglie e al turismo.

Che fine farà il Governo Conte?

Tutti questi problemi portano ad un’unica conclusione: gliela farà il governo Conte a reggere ad un simile urto? I sostenitori della maggioranza giallorossa ripetono il solito ritornello: andare ad una crisi con il dilagare del coronavirus sarebbe da pazzi.

Ma c’è invece chi giura che, dopo l’estate, a settembre suonerà la parola fine.

I colloqui segreti (ma non tanto) fra i leader dei vari partiti si infittiscono per arrivare a creare una nuova coalizione a cui tutti darebbero il loro apporto.

In parole semplici un governissimo con a capo Mario Draghi, considerato da molti come l’unico uomo in grado di risolvere o almeno tamponare una crisi che potrebbe diventare irreversibile. E’ una opinione, ma sarà poi così?

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