Coronavirus Italia. Mascherine di cittadinanza sì, passeggini libera tutti no Coronavirus Italia. Mascherine di cittadinanza sì, passeggini libera tutti no

Coronavirus. Mascherine di cittadinanza sì, passeggini libera tutti no

ROMA – Coronavirus. Mascherine di cittadinanza, una efficace e stringata sintesi di ciò che serve e che, purtroppo, manca. Mascherine di cittadinanza perché ogni cittadino ha, dovrebbe già avere, il diritto-dovere di proteggere se stesso dall’altrui eventuale contagio e gli altri dall’eventuale contagio che lui stesso dovesse portare. Diritto-dovere che si traduce, nell’immediato e in concreto, in diritto-dovere alla mascherina.

Mascherina di cittadinanza perché lo Stato nelle sue articolazioni e istituzioni deve (dovrebbe) tutelare e garantire l’esercizio di questo diritto-dovere di cittadinanza, oggi la mascherina appunto. Mascherina di cittadinanza che porteremo per mesi e mesi, ben oltre la fine della fase acuta dell’epidemia. Mascherina di cittadinanza che sarà l’immagine e l’abito di quel che ieri Conte ha definito “la convivenza con coronavirus” (definizione corretta anche se il copyright non è del presidente del Consiglio).

Mascherina di cittadinanza, oggi tutt’altro: mascherine ci sono poco e soprattutto male. 

Ci sono poco perché nonostante molti annunci di fatto la produzione in Italia (da noi non se ne producevano da tempo immemorabile) non riesce a partire. Per la intollerabile lentezza delle autorizzazioni e verifiche se il prodotto risponde a specifiche sanitarie. E, anche, per l’affollarsi e candidarsi alla produzione anche di chi piazzerebbe in giro robaccia.

Mascherine ce ne sono poche perché si è andati a comprarle ovunque nel mondo in un mondo tutto sotto coronavirus. Quindi blocchi di merci alle frontiere, quindi semi truffe subite. Quindi affanno dei compratori.

Mascherine ce ne sono poche perché qualcosa non funziona nella distribuzione, nelle quantità e nella qualità della mascherine.

Mascherine ce ne sono poche perché, a fianco della mano pubblica che si incarta, la mano privata è fin troppo svelta. Sul web mascherine quante ne vuoi, spesso tarocche, sempre a prezzi che definire di speculazione è una gentilezza. E mica solo il web, una minoranza (più di qualche denuncia) di farmacisti si è messa a fare incetta e rivendita fuori di ogni parametro e decenza.

Mascherine ce ne sono poche a disposizione e soprattutto ce ne sono male in giro anche per responsabilità (dopo quelle dello Stato, del governo, degli accaparratori, dei profittatori…) della gente. Sì, della gente. Che esige, cerca e indossa con soddisfazione la mascherina professionale che serve ai medici, infermieri, ambulanze, autisti bus, cassiere supermercati, forze dell’ordine…Ogni mascherina professionale sul volto di chi passeggia o va a fare la spesa è una mascherina sottratta a chi di questo tipo di mascherine ha davvero bisogno. Per andare a fare la spesa o in farmacia o per fare due passi la mascherina chirurgica basta e avanza.

Ma tutto o quasi vogliamo la mascherina meglio che c’è. Anche per questo mascherina di cittadinanza non c’è.

Ci sono invece, sono spuntati i passeggini libera tutti. Con serena incoscienza si è data soddisfazione a incoscienti e ignoranti comitati di mamme affrante e si è fatto colpevole e inutile danno. Inutile perché nessuno aveva mai vietato, mai e poi mai, di uscire di casa per fare anche loro quel fuori di casa consentito agli adulti. I comitati di mamme incoscienti e incompetenti vogliono l’impossibile il dannoso e cioè i bambini fuori casa a fare quello che gli adulti giustamente non possono fare: giocare all’aria aperta. Ma per dar loro un contentino un paio di ministre e qualche sotto segretaria hanno elaborato l’interpretazione della legge vigente.

Risultato: tutti hanno voluto capire bambino e passeggino libera tutti. Si son visti fiorire passeggini (qualcuno ironizzava: forse dentro c’è Cicciobello). Salvo poi sentirsi dire dai medici e quindi a sera dal capo dl governo ciò che è ovvio: portare un bimbo piccolo fuori in passeggino è insensato e pericoloso. E la cosiddetta ora d’aria per bambini e ragazzi è un autentico non senso visto che l’ora d’aria, giustamente viene negata agli adulti perché a rischio diffusione contagio.

Ma niente, non ce la si fa. C’è un modio di dire che dovrebbe essere molti popolare, quello con cui appunto si dice: te l’ha ordinato il dottore? Sottintendo: solo l’ordine del dottore è quello che va obbedito, tutti gli altri non sempre. Ma niente, non ce la si fa, non ce la fa ad entrare nella testa di molta gente che stare a casa non l’ha ordinato il governo. L’ha ordinato il dottore. La sofferenza e la fatica di già quasi un mese in casa sono tali che, fosse solo per la multa, evaderemmo, usciremmo tutti. Ma non si rischia la multa, si rischia la pelle. La propria pelle e quella altrui. Lo capiranno mai i cittadini e le cittadine della cultura dell’attimino, l’attimino  privato più o meno dilatato in cui si ignora e dribbla la quarantena pubblica? Probabilmente no, probabilmente non lo capiranno mai, coronavirus o no, è fuori portata degli usi, costumi e cultura.

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