Coronavirus mette a nudo i mali d'Italia: burocrazia e regioni Coronavirus mette a nudo i mali d'Italia: burocrazia e regioni

Coronavirus mette a nudo i mali d’Italia: burocrazia e regioni

Coronavirus, un lettore rilancia. Il riferimento è all’articolo in cui viene messo in risalto, senza nominarla, l’isteria collettiva che il covid19 ha generato, travolgendo la pretesa “classe dirigente” dell’Italia repubblicana. È una evidente incapacità nella catena di comando a dare risposte rapide e definite.

Nell’incompetenza emersa, l’unica certezza è stata la serie altalenante di divieti, spesso in contrasto tra loro, che i “mandarini” del potere hanno riassunto in una serie di Decreti dell’obbligo per i soli cittadini “sudditi”. 

I quali ovviamente sono minacciati ed esposti alla solita sanzione pecuniaria: cioè un contributo extra a uno Stato famelico e la cui ingordigia pare ormai senza fondo.

Blitzquotidiano ha individuato con semplice chiarezza due dei potenti freni allo sviluppo dell’Italia, la casta dei burocrati (la più complessa e pericolosa) e le Regioni a cui personalmente abbinerei pure le Province. 

Ad oggi l’assetto del sistema regionale italiano costa circa 570mld annui e spannometricamente rappresenta il 70%  di tutte le risorse statali, con principale capitolo di spesa l’ambito sanitario.

Ora i Governatori regionali e i partiti loro di riferimento invocano l’intervento dell’Esercito italiano, il quale, decimato dai continui tagli, è comandato persino a svolgere servizi di trasporto funerario. 

Devo però convenire che per fortuna non siamo stati bombardati, con rispetto parlando, dai “jet” dell’Albania o della Bosnia Herzegovina, Se no chissà in quale vera emergenza avremmo potuto venire a trovarci.

 

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