Coronavirus, i miliardi piovono, il governo trema, Bellanova piange: non sarà come la Fornero?

Coronavirus, i miliardi e il governo. Piovono soldi da Palazzo Chigi, ma il Governo gode buona salute? Chissà? Il premier è ottimista: “Con questa manovra di rilancio, il Paese vivrà giorni più tranquilli”. Ma con i tempi che corrono i buoni propositi si possono tramutare in un amen.

Anche perché nella maggioranza giallorossa non tutti la pensano allo stesso modo. Anzi. Il ministro per il Sud Giuseppe Provenzano è chiaro al proposito: “Ora i 5 stelle dovranno decidersi da che parte stare”.

Ecco il primo problema: mai come in questo momento di coronavirus i Grillini sono stati divisi. Un’ala destra e un’ala sinistra neanche fossero una squadra di calcio. C’è Roberto Fico, presidente della Camera, che rappresenta la sinistra: Di Maio e Crimi la destra. Ora, con i 55 miliardi in arrivo, sembra essere tornata la pace nel Governo.

C’è da fidarsi? Staremo a vedere. Primo perché i soldi sono veri solo quando arrivano. Secondo, perché non sono pochi gli ostacoli che Conte e compagni dovranno ancora superare. In primo luogo il MES su cui non c’è il minimo accordo soprattutto per l’atteggiamento dei Grillini.

Insomma, è giusto e sacrosanto predicare l’ottimismo perché l’Italia ne ha estremo bisogno. Gli strascichi dello stramaledetto coronavirus sono stati e sono presenti e il sostantivo che bisogna rincorrere a tutti i costi è uno solo: fiducia. Però mentre i cittadini hanno ampiamente dimostrato di saper fare il loro dovere, altrettanto non si può dire per il Governo.

Prova ne sia che per varare il “rilancio” ci sono voluti circa due mesi tra liti e polemiche che stavano per mandare all’aria tutto. Ora la calma pare essere tornata dalle parti di Palazzo Chigi perché ci si deve dividere la cospicua somma che dovrebbe risolvere tanti problemi: 26 miliardi ai lavoratori, 16 alle imprese.

Più aiuti per le famiglie favorendo lo smart working e i congedi, il bonus per coloro che decideranno di fare le vacanze in Italia.

E infine i 2,5 miliardi per il turismo e la cultura, francamente un po’ pochi per quel che rappresentano questi due sostantivi per l’Italia.

Allora, in definitiva Conte può sentirsi tranquillo? Forse. All’orizzonte ci sono nubi non rassicuranti. Intanto l’atteggiamento ondivago dei Grillini sempre pronti a dire no per non perdere il consenso dei loro elettori.

Secondariamente, non dimentichiamo Matteo Renzi e la sua Italia Viva che con i pochi voti che ha, può essere determinante per la fiducia. L’ex premier ora è calmo perché la sua ministra, Teresa Bellanova, è stata accontentata con la regolarizzazione dei migranti; poi perché da quell’uomo politico scaltro che è, capisce che è più forte adesso piuttosto che in futuro.

Se si dovesse andare alle elezioni, i sondaggi dicono che non avrebbe più del tre per cento e la sua stella tramonterebbe definitivamente. Quindi, meglio l’oggi che il domani. Ora può condizionare il Governo; in futuro assai probabilmente no.

Attualmente, c’è chi ride e chi piange. Il ministro dell’economia sostiene che “con il rilancio si è evitato il disastro sociale”.

La sua collega Bellanova piange perché gli invisibili (gli operai di colore sfruttati nel Sud dai caporali) “saranno da domani meno invisibili”. La speranza è che le sue lacrime non siano le stesse di Elsa Fornero che, con la legge che porta il suo nome, fece piangere centinaia di migliaia di pensionati.

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