Corriere della Sera. Cesare Lanza: De Bortoli resterà? Grandi manovre, incognite

Corriere della Sera. Cesare Lanza: De Bortoli resterà? Grandi manovre, incognite
Cesare Lanza non è tanto convinto che Ferruccio De Bortoli esca dal Corriere della Sera alla scadenza di aprile

Cesare Lanza ha pubblicato questo articolo anche sul sito Cesarelanza.com col titolo “Il Corriere futuribile”.

Perché la scadenza discutibilissima del contratto di Ferruccio de Bortoli al Corriere della Sera è stata fissata- caso senza precedenti nel mondo – ad aprile 2015? Di recente non ho sentito né il direttùr né il vertice di Rcs, a volte ammorbidente e a volte urticante.

Ma col cervellino che mamma mia mi regalò, e ascoltando qualche cinguettio di persone sicuramente influenti nella vicenda, mi sono fatto questa idea…

1. È in corso una colossale manovra editoriale di assemblaggio tra il Corriere, La Stampa e Il Secolo XIX di Genova, e bisognerà individuare, come nuovo direttore, il giornalista capace di assecondare, guidare e gestire le strategie dell’azionista più forte (Torino, Marchionne ed Elkann, per intenderci). Non sarà una scelta facile.

2. Nei prossimi mesi, giurerei, ci saranno assestamenti nell’azionariato. Torino vorrà consolidare il suo ruolo di maggior proprietà. Ma, facciamo un nome a case, Diego Della Valle non starà a guardare: sia per consolidarsi a sua volta, sia, eventualmente, per cedere la sua rilevante quota a miglior prezzo possibile.

Poi c’è l’astuto Cairo, che starà alla finestra, ma pronto come sempre a tirare la sua zampata. E poi Pesenti, si dice, ha voglia di uscire. E poi le banche… Insomma, un grande ambaradan.

Per varare il disegno strategico dell’unione tra Corriere, Stampa e Secolo, sarà necessario un grandissimo assetto della maggioranza per le decisioni, nonché la configurazione di quale, e quale sia la forza, della minoranza. E tutto potrebbe decidersi alla scadenza del cda e del rinnovo delle cariche e delle posizioni.

E quando questo avverrà? Guarda che coincidenza: se non erro, ad aprile. Se il mio ragionamento, incoraggiato da qualche cinguettio, è esatto, ne consegue che tutti i nomi considerati in pole position per la successione di Ferruccio de Bortoli sono privi di senso.

Giulio Anselmi a mio parere sarebbe il più autorevole, Aldo Cazzullo smania e si posiziona, Mario Calabresi è considerato out, il condirettore Luciano Fontana è molto solido, Roberto Napoletano ci fa un pensierino, forse anche Paolo Ermini, Mario Orfeo ci ha provato (per la Gazzetta dello Sport, altro bocconcino, ma l’appetito vien fiutando…) e chi più ne ha, più ne metta.

Però verosimilmente, è tutto da fare. Ad esempio, molti giornalisti vicini a Renzi si stanno arrendevolmente arrenzando, nella presunzione che Renzi, che oggi sta abbastanza sulle palle di de Bortoli, possa domani – fin’ora è rimasto in disparte – lasciare un’impronta in via Solferino. Nessuno è scosso dal dubbio di una ragionevole domanda: quanto conterà Renzi ad aprile?

E se esplodessero molti problemi, il casino italiano è senza fine, cosa potrebbe succedere, è proprio da escludere che Ferruccio, come Napolitano, non sia chiamato a un bis, che poi sarebbe un tris?

Avete indiscrezioni su come si sia ufficialmente concluso, con proroga fino ad aprile, il soggiorno di Ferruccio al Corriere della Sera? Se sì, datemi indiscrezioni e riscontri. Non oso interpellare il direttùr perché conosco la sua riservatezza. Intanto beccatevi ciò che sono venuto a sapere, e “corigetemi” se sbaglio. Sarebbe andata così.

Ferruccio fu interpellato da Roger Abravanel, che lo invitò a cena con un consigliere di Rcs. Cena (o pranzo) molto gradevole, alla fine con nonchalance il consigliere dice a Ferruccio, più o meno: “Ho il compito poco piacevole di comunicarle che lei non gode più della fiducia dell’Editore. La chiamerà il direttore del personale, per i relativi adempimenti”.

Ferruccio, probabilmente preparato all’evento e imperturbabile come sempre: “Prendo atto. Ma penso che sia corretto che io abbia un incontro con il presidente Provasoli, piuttosto che con il responsabile del personale”. Detto, fatto e sancito.

Una chiosa, a latere. Ho grande stima per Abravanel, incentrata sulla sua splendida linea etica a favore della meritocrazia. E comincio a pensare che sia anche un eminenza grigia, meritevolissima si intende, dietro i grandi poteri italiani. Forse sono suggestionato dall’aver appreso questa indiscrezione sull’avvicendamento al Corriere, ieri, e aver letto, oggi, la sua pesantissima performance contro Leonardo Del Vecchio, nell’ultimo consiglio di amministrazione di Luxottica.

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