Costa Smeralda. Joachim Löw snobba oligarchi e show girls, ma per gli italiani..

Costa Smeralda. Joachim Löw snobba oligarchi e show girls, ma per gli italiani..
Joachim Low, vacanza low profile in Costa Smeralda

Massimo Donelli ha pubblicato questo articolo, col titolo “Donne da urlo, barche da sogno, spese da pazzi. I ricchi dell’Est padroni della Costa Smeralda” sul sito di Radio Monteceneri.

Nello spazio di mare tra Cala di Volpe e Liscia Ruja, l’angolo più bello e famoso della Costa Smeralda, i nuovi ricchi del pianeta hanno fatto calare le àncore delle loro inarrivabili superbarche e regalano un colpo d’occhio eccezionale.

In tutti i sensi.

Quanti miliardi di euro galleggiano davanti ai lettini del White, lo stabilimento balneare più esclusivo? Una ventina, se si considerano solo i natanti. Molti di più se il conto dovesse includere anche il patrimonio personale degli armatori. Tutti rigorosamente provenienti da Est. Russi. Uzbeki. Kazaki. Arabi.

I nomi? Eccone alcuni… Tamim bin Hamad Al Thani, 34 anni, emiro del Qatar; Roman Abramovich, 43 anni, oligarca di Saratov (Russia) trapiantato a Londra; Aleksej Borisovič Miller, 52 anni, nato nella vecchia Leningrado (San Pietroburgo), numero uno di Gazprom; Mansour bin Zayed Al Nahyan, 44 anni, sceicco di Abu Dhabi, primo ministro degli Emirati Arabi Uniti; Alisher Usmanov, 60 anni, di Chust (Uzbekistan) al vertice della USM Holdings (metalli, miniere, telecomunicazioni, media); Andrei Skoch, 44 anni, di Nikolsky (Russia), socio di Usmanov.

Milioni di miliardi. Che significano, potere, donne (bellissime, elegantissime, giovanissime), divertimento. E, tra i divertimenti, quello che dà modo a tutti di competere l’uno con l’altro è il calcio. Al Thani è proprietario del Paris Saint Germain. Abramovich possiede il Chelsea. Mansour il Manchester City. Lo Zenith di San Pietroburgo appartiene a Gazprom. E Usmanov ha il 29,11 per cento dell’Arsenal. Tutti squadroni da Champions League.

Barche. Donne. Pallone. È la santissima trinità di bilionari che girano scortati da uomini-armadio, regalano mance da favola, fanno shopping di superauto, supergioielli e superabiti al Prestige Village, il mall a cielo aperto per soli nababbi che Harrods ha allestito sul molo della marina di Porto Cervo.

Ormai sepolti gli anni colti e raffinati dell’Aga Khan e cancellati quelli esagerati del Billionaire, la Costa Smeralda, uno tra i mille gioielli del Paese più bello del mondo, ora parla russo, inglese, arabo e spreme tutto quello che può dai nuovi ricchi del pianeta. I quali più spendono e più sono contenti.

Di italiani facoltosi, invece, nemmeno l’ombra: in tempi di spending review meglio veleggiare con discrezione lontano da casa.

No, non c’è neanche Silvio Berlusconi: gli è consentito di basculare tra Villa San Martino (Arcore) e Palazzo Grazioli (Roma), ma non può metter piede nel paradiso di Villa Certosa (Porto Rotondo) fino a che non avrà scontato per intero la pena.

E quanto alle ragazzotte con seni troppo grandi per essere veri e slip troppo piccoli per coprire ciò che normalmente uno slip dovrebbe coprire, le cosiddette showgirl, beh quelle ora battono le spiagge e le discoteche di Formentera. Anche per loro, infatti, la concorrenza internazionale è insuperabile, come certifica il via vai di bellezze (autentiche) che attraversano incessantemente, a larghe falcate, la hall dell’Hotel Cala di Volpe.

Così, in mancanza di italiani celebri e di italiane pronte a tutto per diventare famose, l’unica star di terraferma sotto gli ombrelloni schierati di fronte alla flottiglia dei nuovi paperoni è un signore tedesco di 54 anni, Joachim Löw. Anche lui, come i dirimpettai, ha un ruolo molto importante nel mondo del pallone. Infatti, è il coach della Germania campione del mondo 2014. Ed è l’unico tra i mortali della Costa Smeralda che, calcisticamente parlando, può guardare dall’alto in basso quei signorotti in superyacht.

Niente donne al fianco di Löw, solo due inseparabili amici. E tanta pazienza nel concedere photo opportunity a chi impreca tutti i giorni contro lo strapotere dei tedeschi, ma pur di autopostarsi su Facebook in posa accanto all’uomo che ha battuto il Brasile 7-1 dimentica, di colpo, lo spread e quant’altro.

Ah, gli italiani, sempre pronti a salire sul carro del vincitore…

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