Crisi, il vento della ripresa

Il vento della ripresa
Il vento della ripresa

ROMA – Giuseppe Turani ha pubblicato questo articolo anche su Uomini & Business col titolo “Il vento della ripresa”.

Operatori di Borsa e imprenditori sembrano credere abbastanza nella ripresa italiana. E infatti, prima o poi, dovrebbe arrivare qualche numero ufficiale a conferma dell’avvenuta inversione della congiuntura: da crisi a sviluppo, sia pure molto moderato. Per ora tutto quello che si sa, di positivo, è che la Confindustria stima che nel primo trimestre del 2015 ci sia stata una crescita dello 0,1 per cento della produzione industriale sul quarto trimestre del 2014.

E poi sono in miglioramento gli indici di fiducia delle imprese. E anche la Borsa si sta muovendo al rialzo. Nessuno, insomma, sembra avere dubbi sulla ripresa. Il problema, a questo punto, è capire quanto sarà forte. Ma qui le opinioni sono molto divergenti. Si va da chi ritiene corretta una stima di crescita molto bassa, quasi inesistente: e cioè lo 0,3 per cento di Pil in più, a chi pensa (governo) che si possa arrivare anche allo 0,8 per cento.

Per ora è quasi impossibile capire chi alla fine avrà ragione. Si può comunque arrivare a una prima conclusione. Anche se alla fine dovesse realizzarsi il sogno governativo di una crescita pari allo 0,8 per cento, si tratterebbe di una crescita bassa e insufficiente.

Il governo dice che nei prossimi mesi ci sarà una politica più espansiva, ma i soldi non ci sono e quindi le cose andranno avanti più o meno così.

L’unico segnale positivo può venire dall’estero, dove tutto sembra, di nuovo, congiurare a nostro favore. Il prezzo del petrolio continua a scendere. Draghi, poiché non vede l’inflazione in Europa, probabilmente continuerà con una politica monetaria espansiva e l’euro continuerà a deprezzarsi nei confronti del dollaro, favorendo le nostre esportazioni.

Con un sistema politico un po’ meno schizofrenico del nostro questo sarebbe davvero il momento di dare una bella spinta alla crescita. Invece si sta qui a discutere di cose anche utili, ma con tempi lunghissimi. A nessuno viene in mente che il buon vento che spira dall’estero potrebbe anche cambiare verso. E allora sarebbero guai.

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