Cyberbullismo: i ragazzi soffrono, i genitori latitano
Cyberbullismo dilaga. Due o tre cose bisogna pur dire sull’odio vigliacco del branco in classe. La cronaca: 15 ragazzini delle medie hanno preso di mira una ragazzina tredicenne. Insultata, umiliata e emarginata.
Ennesimo caso di cyber-bullismo in una scuola media in provincia di Latina. Questa volta però l’intera classe è stata denunciata per stalking e istigazione al suicidio. Sotto inchiesta sono finiti 12 maschi e 3 femmine. Indagano la Polizia postale e la Procura dei Minori. I persecutori saranno chiamati a rispondere. Occhio, non più come branco ma come uno più uno, più uno, più uno. Eccetera. Ora sono da fare alcune osservazioni.
Dicono gli esperti educatori come Daniele Zaccaro, fondatore della comunità KAYROS: ”L’educazione è un tema centrale. I social e le app di comunicazione sono luoghi pubblici, sociali, hanno invaso le vite dei giovani. E lì il gruppo mette in pratica la violenza. Perché?
Perché i giovani sono abbandonati, partecipando a queste chat si sentono vivi e guardati. Per loro è un divertimento, sono emotivamente analfabeti. Non sono educati a mettersi nei panni degli altri, vivono solo nel presente. Le conseguenze, il domani, non sanno cosa sia”.
Gli adulti, i genitori, non devono voltarsi dall’altra parte. Devono prendersi le responsabilità se i figli hanno bisogno di perdersi nel branco. I genitori non conoscono abbastanza bene i loro ragazzi? Sì. Allora è il caso di occuparsi seriamente sull’uso consapevole della Rete. A Roma, lodevolmente, si stanno impegnando i Giovani delle Acli, il Municipio di Roma 9 con il patrocinio di Roma Capitale. Il progetto ha un titolo indovinato: “Con-nesso, navigare nel web senza affondare”.
Pene più severe per questo tipo di nuovi reati sarebbe la soluzione più facile ma non porterebbe da nessuna parte. Perché, dicono gli psicologi, “il male è più affascinante del bene”. Perché il male è immediato, veloce, esclude l’altro ed è egoista. Invece il bene è banale, debole, richiede sacrificio. Conclusione: è urgente una proposta educativa valida e intrigante. È da qui che bisogna cominciare. Prima che sia troppo tardi.
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