ROMA- Di Maio, Di Maio papà. Pare proprio che Di Maio papà sia stato ai tempi un datore di lavoro anche, talvolta a nero. Pare, lo sostiene uno che dice alle Iene di aver lavorato a nero per papà Di Maio. E Di Maio figlio a denti stretti annuncia e promette: verificherò.
Di Maio, Di Maio papà. Lo stesso papà che (o era il nonno?) utilizzò ai tempi le ampie maglie del condono edilizio e soprattutto le amplissime modalità reali del condono edilizio in terra campana. Qualcuno si è scandalizzato, molto a posteriori. Ma così facevan tutti, più o meno nei termini di legge. E poi, si sa, la legge quando si tratta di condono edilizio al Sud si, diciamo così, interpreta.
Di Battista, Di Battista papà. Di Battista figlio va orgoglioso per le Americhe, orgoglioso della famiglia, della scelta di vita, della predicazione rivoluzionaria per un mondo migliore. Di Battista papà va orgoglioso per l’Italia e per le cronache d’Italia. Orgoglioso del suo fascismo esibito. E della sua certezza che con l’uomo forte…quello vero, altro che Salvini!
Renzi, Renzi papà. Sta uscendo praticamente indenne dalle inchieste giudiziarie a suo carico. Ma queste inchieste hanno reso visibile una biografia da prezzemolo ogni minestra, minestra d’affari. Renzi papà si impiccia, si mescola, si agita, media, propone, conosce e fa conoscere. Fa l’imprenditore di pubbliche relazioni anche quando Renzi figlio fa il presidente del Consiglio.
Boschi, Boschi papà. Il crack della banca di cui era dirigente non è certo colpa sua né ha fatto parte di qualche complotto per fregare i risparmiatori come invece la pubblicistica anti Boschi figlia si è inventata (con successo, va detto). Ma questo papà che con la figlia ministro tiene in casa riunione sul futuro della banca. In casa, con la figlia ministro presente…E poi, con una figlia ministro, di questi tempi un papà che continua a fare il banchiere? Di questi tempi? Non era il caso di pensionarsi per non scoprire il fianco alla figlia ministro?
E’ che questi papà non sono per nulla assenti. Contrariamente alla pubblicistica che parla di sempre più papà che non ci sono, di figure paterne evanescenti, questi papà non mollano, non si fanno da parte. Neanche e soprattutto si fanno da parte quando i loro figli diventano importanti e carichi di responsabilità. Anzi è proprio allora che fanno dei figli trampolino e vetrine del loro esserci.
E così facendo ci svelano, probabilmente senza volerlo, che i Di Maio figlio, i Di Battista figlio, i Renzi figlio, le Boschi figlia non vengono da percorsi e storie straordinari. Son tutta gente, come lo siamo tutti. Almeno all’origine. Lo dimostrano i papà, figure classiche e abituali, normalmente troppo classiche e abituali.
L’imprenditore piccolo e piccolissimo che un po’ fa lavorare anche in nero. E chi non lo fa? La famiglia che nel condono edilizio si tutta e ne alza l’onda di impatto. Il fascista senza pudore di esserlo, sfrontato nella sua esibizione di uomo della strada pronto menare le mani sul volto della democrazia imbelle. Il tutto fare e tutti conosco di provincia, un po’ parrocchia e un po’ mini finanza. Il professionista che del suo ruolo tecnico fa scudo e alibi a se stesso. E che dalla sedia nulla lo smuove, neanche il suo interesse.
Papà per nulla assenti e per nulla innocenti della loro prole. Cui peraltro non devono voler tanto bene, visti i danni che le arrecano mai tirandosi indietro, mai cedendo il passo, sempre applicando in famiglia il: prima io!