ROMA – Di Maio e i papà: ci vuole la faccia come Di Battista per postare via facebook che “hanno la faccia come il culo” tutti coloro che rompono le palle a papà Di Maio. E al figlio Luigi e per estensione a tutto M5S.
Ci vuole la faccia come Di Battista per spacciare come onesto e puro il seguente argomento: quando i nostri papà facevano porcherie o irregolarità noi non facevamo neanche politica. Che è poi l’eterno e antico argomento dello studente ignorante all’esame: prof, quando c’era l’impero romano io non ero nato…Ma c’è di più, c’è l’affermazione (quanto inconsapevole?) che da privati cittadini ci si può in fondo arrangiare, che peccato c’è? C’è lo sventolio (questo sì inconsapevole) dell’ipocrisia contrabbandata per onestà appunto: se non ti vedono, se non sei pubblico o uomo pubblico…si può fare. Ci vuole la faccia come Di Battista, appunto.
Ci vuole la faccia come Di Battista per emettere sentenza prepotente e grottesca di indegnità civile per papà Renzi e papà Boschi. Di Battista giudice unico e insindacabile ha stabilito che l’uno fu colpevole di traffici ignobili intorno a Consip e l’altro di traffici loschi intorno a Consob. O era il contrario? Comunque colpevoli, anzi peggio, di più: sanguisughe del sangue del popolo. Nemici del popolo! Lo sa, lo sentenzia e lo invoca e lo predica Di Battista. Non le indagini, non le inchieste. E neanche i fatti. Ci vuole la faccia di Di battista per pensare e dire che i Renzi e i Boschi hanno il sangue infetto, infetto di corruzione. A prescindere da quel che fanno.
Ci vuole la faccia di Di Battista per rivendicare come nobile e doveroso compito e missione il linciaggio, la dannazione di una persona e di un cognome.
Ci vuole la faccia di Di Battista per onorare il linciaggio altrui come suprema azione politica e gridare all’infame linciaggio quando la mala sorte mediatica tocca ai tuoi.
Ci vuole la faccia di Di Battista ad incoraggiare quelli che sul web si inventano che l’operaio a nero da papà Di Maio era…uno del Pd!
Ci vuole la faccia di Di Battista per trovare l’arroganza prepotente di alzare la voce quando al Ministro del Lavoro in carica, quello del Decreto Dignità contro il lavoro precario e nero, capita di trovarsi con un papà e un’azienda familiare che dava lavoro in nero.
Ci vuole la faccia di Di Battista per non tacere, saltare un giro, almeno per opportunità se non per pudore.
Ci vuole la faccia di Di Battista, lui ce l’ha più di chiunque altro una faccia così.
A proposito di papà, quello che l’ha detta più a proposito, più a misura reale dell’Italia che c’è, è stato papà Conte, il papà del premier. A domanda sull’azienda Di Maio che ai tempi impiegava lavoratori a nero, il saggio papà Conte ha detto: “Cose che succedono”.
Già, proprio così. Cose che succedono ogni giorno, dovunque. Cose normali da noi. Da noi il lavoro nero, l’economia in nero, l’evasione fiscale, l’arrangiarsi a cavallo delle leggi è cosa normale. E che vogliamo fare, far dimettere da uomo pubblico ognuno che ha un parente che si arrangiava o si è arrangiato dando una strizzatina alle palle alle leggi vigenti? Mica siamo in Germania o in Gran Bretagna o nell’odiato esagono di Macron! Qui è il paese dei curriculum aggiustati, imbelliti. A partire dal premier. Il paese delle lauree inventate. Il paese dove si gioca alla grande al piccolo statista, magari con i soldi veri…degli altri.
Quindi cose che succedono, non facciamola lunga e pesante con papà Di Maio imprenditore anche un po’ a nero. E neanche con papà Di Battista ancora oggi fiera e sfrontata camicia nera. Però bisogna proprio e solo avere la faccia come…Di Battista per raccontarci che loro sono i puri e i purificatori del mondo e gli altri gli impuri e la sozzura del mondo. La faccia come il…Di Battista.