Dj Fofo erede di Togliatti? 70 anni di declino della classe politica italiana. E poi venne Giorgia Meloni

Dj Fofo erede di Togliatti? Giusepe Turani riflette su 70 anni di declino della classe politica italiana, in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business. Comincio a pensare, e mi dispiace, che la stampa sia responsabile in una certa misura dell’orribile momento che stiamo vivendo. Troppe strizzatine d’occhio, troppa compiacenza, troppa tolleranza. Pochi esempi.

Il generale in pensione dei carabinieri, Pappalardo, mette su una manifestazione in piazza Duomo a Milano, gli arancioni. All’insegna di cretinate cosmiche: il, virus non esiste, è un complotto dei poteri forti internazionali. E altre stupidaggini del genere. L’ex generale, che deve avere un po’ di amici, mette insieme un centinaio di persone (casalinghe sfaccendate, pensionati annoiati, passanti).

E i giornali e le tv, invece di trattare la cosa per quello che è, cioè una riunione di drop out, di cretinetti, ci servono la cosa con una certa serietà: generale manifesta in piazza Duomo. Nella realtà è un signore che ha già cambiato quattro o cinque partiti.

La seconda storia riguarda uno dei personaggi più scadenti della politica italiana, Giorgia Meloni, una specie di coatta, che però ha cinque volte i consensi di Renzi. L’ignoranza della signora è nota e abissale. E infatti scrive al presidente della Repubblica per notificare che nella festività del 2 giugno, nascita della Repubblica, la destra avrebbe portato una corona di fiori alla tomba del milite ignoto.

Al Quirinale ovviamente negano, ma si devono essere fatti quattro risate. È da 70 anni (da prima che Giorgia nascesse) che ogni anno il presidente della Repubblica, chiunque esso sia, va a rendere omaggio alla tomba del milite ignoto (è stata inventata per quello). È un momento solenne, regolarmente ripreso da tutte le tv e da tutti i giornali. L’unica a non saperlo era Giorgia. Sarebbe stato bello leggere un titolo: Torna a scuola, Giorgia. Vai a casa.

Invece niente. Perdonata.

Potrei andare avanti due giorni elencando le cretinate dei grillini, ma anche queste vengono taciute. Anzi, spesso sono riportate come faccende serie. Il ministro della giustizia, ex dj Fofo, ne spara almeno due all’ora, ma sono riportate come se fossero sentenze che faranno storia. E per oggi saltiamo Salvini e le sue invocazioni ala Madonna. Anzi, come dice lui al cuore immacolato di Maria, una vergogna mai vista in nessuna parte del mondo.

In realtà, siamo governati da una massa di ignoranti mai vista in nessun Paese. Solo Petrolini potrebbe commentare questi dilettanti allo sbaraglio.

Abbiamo vissuto tempi migliori. Nel luglio del 1948 Antonio Pallante spara a Togliatti, leader del Pci e dell’opposizione, quattro colpi. Cade a terra, con Nilde Iotti, che era con lui, che cerca di farli scudo con il proprio corpo. I militanti del suo partito, comprensibilmente, cominciano a occupare caserme dei carabinieri e prefetture. C’è aria di rivoluzione. Momenti di grande tensione.

Togliatti, appena esce dalla sala operatoria e ridiventa cosciente dopo l’anestesia, chiama i suoi e dice: niente cazzate, tutti a casa.

E la nostra vita democratica ricomincia.

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