Economia a crescita zero, Beppe Grillo è nel pallone ma il buon senso di Giovanni Toti è troppo per lui

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 12 Novembre 2018 - 15:41 OLTRE 6 MESI FA
Economia a crescita zero, Beppe Grillo è nel pallone ma il buon senso di Giovanni Toti (nella foto Giuseppe Turani)

Economia a crescita zero, Beppe Grillo è nel pallone ma il buon senso di Giovanni Toti

Dopo un terzo trimestre a crescita zero, l’Istat fa sapere che il quarto si presenta ulteriormente in flessione. A questo punto è evidente che tutti i calcoli del governo gialloverde sono già andati a farsi benedire, conclude Giuseppe Turani in questo articolo pubblicato anche su Uomini & Business.

Crescono, quindi, le pressioni perché i 5 stelle rinuncino al reddito di cittadinanza (che sposterebbe di pochissimo il Pil dell’anno prossimo) per consentire invece investimenti utili alla collettività e di cui c’è un gran bisogno. In modo analogo la Lega dovrebbe rinunciare alla quota 100. Comunque, gli ispettori del Fondo monetario sono al ministero dell’economia e si vedrà che cosa dicono.

In questo contesto di seria preoccupazione si segnalano un paio di interventi dell’Elevato, ancora più confusi del solito. Nel primo contesta che gli alberi caduti nel bellunese siano una vera tragedia. Il presidente della provincia gli ha già intimato di chiedere scusa e di togliersi dai piedi.

Nel secondo attacca la manifestazione torinese, gridando che la borghesia è tornata: insomma, non sopporta che i suoi meravigliosi ragazzi vengano trattati per quello che sono.

La sensazione è che i 5 stelle siano ormai in confusione (come il loro guru) e che non sappiano più dove sbattere la testa. Con 11 regioni da ricostruire (su 20) diventa sempre più difficile sostenere che la priorità sia quella di dare uno stipendio mensile a milioni di nullafacenti. D’altra parte, i 5 stelle sono il reddito di cittadinanza: senza di quello cessa ogni loro ragione di esistenza.

Forse è per questo che l’Elevato dà segni evidenti di confusione: non sa più nemmeno lui dove sbattere la testa.

La realtà e 7 signore torinesi lo stanno mandando in tilt.

Non sarebbe più semplice seguire la proposta di Giovanni Toti, presidente della Liguria? Con quei dieci miliardi apriamo subito i cantieri: lavoro invece di assistenza, cose utili, ha detto Toti.

Quella di Giovanni Toti (Forza Italia, tendenza Salvini) è una proposta dirompente, ma piena di buonsenso: i 5 stelle rinuncino al reddito di cittadinanza e usiamo quei soldi, 10 miliardi, per le infrastrutture urgenti: Ponte Morandi, Gronda, terzo valico, Tav, ecc.

Insomma, lasciamo sul divano quelli che stanno sul divano e apriamo subito i cantieri, creiamo lavoro vero. Se a questo si aggiungesse la rinuncia della Lega alla quota 100, i miliardi da investire immediatamente arriverebbero molto vicino ai 20 miliardi. Una sorta di rivoluzione.

Naturalmente, non se ne farà nulla. I 5 stelle non rinunceranno mai al loro amato reddito di cittadinanza, anche se ormai è ridotto a poco più di una complicata elemosina. Anzi, sono già all’attacco sostenendo che la manifestazione di Torino oggi viene spinta dai grandi giornali perché i loro proprietari vedono il profumo di nuovi grandi affari: è la solita tecnica, accusare il prossimo di ogni possibile nefandezza, anche inventando tutto di sana pianta.

La verità è che l’impatto con la realtà comincia a farsi sentire e ci sono i primi guai: a Torino 40 mila persone hanno mandato a quel paese la loro inerte sindaca, che finora è riuscita a far perdere qualsiasi cosa alla città: dalle Olimpiadi alla Tav.

I 5 stelle sono in discesa e sperano di risalire con la distribuzione del reddito di cittadinanza prima delle europee. Ma l’hanno complicato talmente che è difficile che ci riescano.

Allora urlano e attaccano chiunque. È la cosa in cui sono maestri.