Cesare Lanza sulle elezioni 2018: Temo una soluzione pilotata, il peggio Cesare Lanza sulle elezioni 2018: Temo una soluzione pilotata, il peggio

Elezioni 2018. Cesare Lanza: Temo una soluzione pilotata, il peggio

Cesare Lanza sulle elezioni 2018: Temo una soluzione pilotata, il peggio
Cesare Lanza

Il “giallo elettorale” è il soggetto della nota di Cesare Lanza pubblicata anche sul suo blog.

Il risultato elettorale, la notte del 4 marzo, sarà simile a un libro o un film giallo aperto a ogni soluzione. Salvo clamorose sorprese, dalle urne non uscirà una maggioranza palese, e questo è un fatto che tutti considerano scontato.

Poi: il presidente Sergio Mattarella (quasi) tutto potrà fare, tranne che autorizzare nuove, immediate elezioni. Ancora: i risultati lasceranno spazio a varie ipotesi di governo. Vediamole.

Centrodestra al governo? È possibile, ma improbabile che raggiunga la maggioranza, salvo “aiutini” di forze sempre pronte, secondo italica tradizione, ad accorrere in soccorso dei vincitori.Centrosinistra: secondo i sondaggi, non è nei numeri. Accordo Pd- centrodestra (Renzi – Berlusconi): forse possibile, ma (oltre a essere negato drasticamente alla vigilia) provocherebbe furiose opposizioni.

Ed eccoci al punto: dietro le quinte, si hanno notizie e indiscrezioni su manovre, sulla carta irrealistiche, per governi di emergenza, o “di scopo”. E un’ipotesi è quella, utopistica, non solo per insufficienza di numeri. che lanciai, credo per primo, attirandomi aspre critiche: un accordo tra Lega e Cinquestelle. Altri, in questi giorni, mormorano addirittura di un governo Cinquestelle-Pd-Liberi e uguali, e chissà chi altri, voluto da poteri oscuri, determinati a bloccare il centrodestra.

In conclusione: da una parte Mattarella e i plotoni dei neodeputati e senatori che non consentiranno di tornare alle urne, per di più con questa legge elettorale; dall’altra risultati paludosi che autorizzano ogni fantasticheria. Come finirà il giallo? Nessuno forse lo sa, oggi, e temo il peggio. Ovvero, una soluzione pilotata a dispetto della volontà degli elettori, e forse pre-determinata. Ma “chi vuol esser lieto sia/del diman non v’è certezza”.

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