Elezioni Comunali e Referendum in un solo giorno (12 giugno ). Errore? Sì. Ed è una bocciatura trasversale che va dal Cavaliere a Calenda.
Passando da ex ministri come Mastella (“scelta strana“). Da ex magistrati come Nordio (“è un ostacolo alla piena partecipazione alla consultazione“). Dalla sardina di Catanzaro come Jasmine Cristallo. È l’attivista di sinistra che ha promosso la “rivolta dei balconi “ contro Salvini all’epoca ministro dell’Interno.
Dice la co-fondatrice (con Mattia Sartori) del Movimento nato a Bologna tre anni fa: “Sì, voglio il referendum su due giorni. Inseguire il M5S, “manettaro” e populista, è una degenerazione della civiltà“.
Duro Carlo Calenda, europarlamentare e leader di Azione (partito in coalizione col Pd): “Va esteso a lunedi 13 giugno sennò si penalizza la partecipazione“. Per inciso: Calenda dice che è necessario l’embargo sul gas russo “ma va detto con chiarezza ai cittadini che non si può fare domani mattina”.
E poi, sempre più duro: “Ora basta! L’Italia è un grande Paese. Nessuna maledizione ci condanna a dover scegliere tra i disastri dei populisti e quelli dei sovranisti”.
ELECTION DAY: È VERO RISPARMIO?
C’è chi dice che votando in un solo giorno si risparmiano 200 miliooni e chi sostiene che questi calcoli non vadano fatti perché “un valore come quello della democrazia non può essere ipotecato da una cifra aritmetica”. Come dire: un valore è un valore. Punto.
Detto questo però va aggiunto che in ogni caso il referendum, così come si presenta, pare improprio se non addirittura improvvido. La gente ha il dovere di scegliere e questo mitiga (forse) anche il rapporto che è diventato molto antagonistico non solo tra Magistratura e Politica, ma anche tra Magistratura e opinione pubblica. Dunque è giusto che si scelga con grande libertà. I due giorni sono la normalità.
L’AFFLUENZA ALLE ELEZIONI DESTINATA A CROLLARE
Con un solo giorno a disposizione sembra ovvio che l’affluenza crolli. Facile che crolli su tutto. I campanelli si sono già manifestati. A Roma, ad esempio, alle ultime elezioni suppletive per l’elezione di un deputato,ha votato appena il 10%. Figurarsi per un referendum. E le Amministrative? I sondaggi vedono una risalita, difficilmente però sarà superata la soglia del 50%.
LETTA SCHIERATO CONTRO IL REFERENDUM RISCHIA GROSSO
Rischia di consegnarsi all’ala giustizialista grillina. È l’impressione di molti analisti. Sul tema della Giustizia Pd e Cinquestelle sono ormai sovrapponibili. D’altronde nel M5S c’è sempre stato un pezzo del populismo di sinistra.
E questo lo si nota anche su altri temi, tipo quello dell’energia. Il Pd dà la sensazione (e non solo) di inseguire la Politica del no dei Grillini. Il “campo largo” di Letta (fonte Tecné) è vicino al flop. Vedremo se sarà così. Pandemia e guerra stanno cambiando molte cose.