Elezioni, fra 2 settimane si vota: maggioranza alla Meloni per il bis della legge Acerbo, analisi del disastro

Elezioni, fra 2 settimane si vota: maggioranza alla Meloni per il bis della legge Acerbo, la legge fascista che inaugurò il ventennio fascista.

Durante la Liberazione, un manipolo di partigiani andò a prelevare il medico condotto che aveva
collaborato con il regime fascista, per giustiziarlo.

Le donne del paese circondarono la casa: il sig. dottore, che si è dedicato per tanti anni alla cura dei nostri malati, non si tocca. Quel medico fece ancora nascere centinaia di bambini, salvò tante vite.

L’episodio, ormai lontano, mi è parso emblematico dell’individuo cui è richiesto di “appartenere” per poter lavorare, che ha tuttavia mantenuto intatti i propri valori professionali.

L’argomento che oggi propongo ai lettori di Blitz Quotidiano è il seguente. Se Giorgia Meloni prendesse
il potere sarebbe la fine del sistema di libertà? Torneremmo forse all’epoca in cui, per lavorare ci si
doveva iscrivere al partito unico? I professionisti, gli imprenditori e gli insegnanti, saranno soggetti
a condizionamenti di tipo politico?

Oppure, l’occupazione delle istituzioni, delle burocrazie e delle imprese da parte dei partiti c’è sempre stata proprio nel sistema democratico post Liberazione?

È ad esempio un fatto ormai storicizzato che la Sanità italiana sia stata occupata dai partiti fin dagli
anni sessanta, nonostante i rischi per la salute.

Un buon medico è una manna per la comunità; egli non deve “appartenere” ad alcuna forza politica.
Per questo reputo un fatto discutibile il moltiplicarsi delle candidature parlamentari dei medici nella
consultazione di settembre. Quando i dirigenti di un ospedale assumono i medici perché vicini ad un
partito, perdono i professionisti migliori.Essi si trasferiscono in altre strutture, con grave danno per i
pazienti del territorio.

Ai nostri giorni, le fortune di molti studi legali sono dovute ai buoni rapporti con gli amministratori
pubblici o lobby trasversali presenti nei ministeri economici, grandi dispensatori di consulenze.

A seguito delle leggi che impongono la pubblicazione dei contributi elettorali, un leader di centro-
destra, aveva verificato che il proprio legale versava cospicue somme ad una fondazione di
“sinistra”. Quel leader convocò l’avvocato e gli dichiarò: “Lei è un ottimo professionista. Ho
tuttavia constatato i suoi “versamenti” a favore dei miei antagonisti. Mi trovo quindi costretto a
revocarle il mandato. Lei capirà, è una questione di fiducia”.

L’episodio è in sé criticabile perché un professionista può avere le proprie idee politiche. Se però avviene che, a seguito delle dazioni elettorali, il tecnico riceve importanti incarichi nelle aziende regionali, comunali e statali, il dubbio
della “lottizzazione” è ragionevole. Questo tipo di comportamento è censurato dai Collegi di disciplina degli Ordini.

Consideriamo ora il comparto degli insegnanti. La nostra scuola ha bisogno di recuperare la dignità
del docente. In Italia, se l’insegnante rimprovera lo studente, rischia di essere malmenato.
Nessun programma elettorale fa riferimento al problema dell’indipendenza degli insegnanti. Le
riforme più sbandierate riguardano l’edilizia scolastica e gli investimenti informatici.

Un deputato dell’ex Pdl aveva proposto un’aggiunta al testo unico sulla scuola per impedire agli insegnanti di
fare propaganda ideologica (il “proselitismo silente” dei docenti), come sarebbe avvenuto
soprattutto in Emilia Romagna.

Comunque la si pensi, è un fatto che generazioni di studenti sono state formate alla scuola dell’odio verso il profitto. Molta dell’istruzione che veniva impartita nelle scuole secondarie, lasciava l’impressione che i problemi economici consistessero nel conflitto di classe.

I danni sono stati incalcolabili e il nostro paese stenta tuttora a comprendere i fenomeni dello sviluppo. Tale ideologia è stata rispolverata dai 5 Stelle. Il Presidente Conte si era autoproclamato l’avvocato del popolo.Ora propone il reddito di cittadinanza, il salario minimo, la politica green, il contrasto al precariato e la decontribuzione permanente al sud.

Recuperando in tal modo l’elettorato qualunquista ed “assistito”, convinto che il programma del “movimento”, si possa
realizzare in forza di legge, senza riguardo per l’economia reale.

Colui che critica la Meloni perché difende i prodotti italiani, dovrebbe ricordare che tutti i presidenti
americani, da Clinton a Biden, invitano i consumatori di acquistare il “made in Usa”, alla faccia
della globalizzazione dei mercati. La politica “green” affidata ad un ministro di “transizione”, sta provocando buchi immensi nel bilancio pubblico e aggrava i problemi cogenti della crisi energetica.

I pannelli solari e le batterie elettriche delle auto, sono acquistate quasi interamente dai cinesi. Il
costo per lo smaltimento è proibitivo perché in Italia e in Europa non esistono impianti. Bisogna
ammettere che la saggezza e la lungimiranza del partito comunista unico cinese supera di gran
lunga la balbettante platea dei leader politici europei, incapaci di prevedere il futuro.

Che il nostro paese debba darsi una regolata nella politica della spesa sembra necessario al di là di
ogni dubbio.

E’ infine divertente la posizione del PD sulla legge elettorale, che si deve alla sinistra militante.
Solo che il sistema elettorale con “premio” risale al periodo fascista. La legge Acerbo (di un secolo
fa), che introdusse un premio di maggioranza al sistema proporzionale, fu ripresa da De Gasperi e il
PCI la definì “legge truffa”.

Non è colpa della Meloni se una legge fascista è stata ripresa dal PD.

Il problema del paese è che, in forza del “Rosatellum”, il centro-destra non esprime persone in grado
di governare, mentre la sinistra ripropone gli stessi individui responsabili dei trascorsi fallimenti.
Gli italiani hanno dunque buone ragioni per votare la “sovversiva” Meloni.

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