Elly Schlein il coroner o Stefano Bonaccini il curatore fallimentare? Pd il partito che c’è e già quasi c’era

C’è un partito che ora difende il Reddito di Cittadinanza contro il quale aveva votato. C’è un partito che ora contrasta l’Autonomia regionale nel cui segno aveva a suo tempo cambiato niente meno che la Costituzione. C’è un partito che va in piazza contro le armi che ha inviato all’Ucraina come presidio di libertà. C’è un partito che chiama la socialdemocrazia niente meno che “ordoliberismo” e che ha individuato finalmente e con gioia la radice e la natura fisica e metafisica del Male e cioè in fondo e in sostanza il vecchio e impunito e sempre demoniaco capitalismo. C’è un partito pentito e contrito di non aver sfasciato i conti pubblici nel lungo tempo del suo stare al governo, pentito e contrito, sofferente di non aver colto l’occasione di scambiare sfascio pubblico finanziario con voti da prendere nelle varie elezioni. C’è un partito che, unico nelle democrazie occidentali, tassa con pervicacia crescente e mano pesante la sua base elettorale e cioè il lavoro dipendente. C’è un partito che appena gli dici accoglienza, Ong, inclusione...le considera parole magiche, magici lasciapassare e poi si ritrova e non capisce nemmeno come, tanto meno il perché con gli imbarazzi dei Soumahoro e le vergogne dei Panzeri. C’è un partito così o forse già c’era, quel partito è il Pd.

Stefano Bonaccini, se va alla grande chapter eleven 

Pd va a Congresso, Congresso lungo quasi sei mesi. E a primarie, primarie per eleggere il segretario/a (che non si dica leader che si fa peccato di superba lussuria politica). Molto dibattito sul chi siamo, totale silenzio sul che facciamo. Perché sulla prima questione ci si può sbizzarrire, sulla seconda un bel tacer non fu mai scritto. Partito riformista? Ucci, ucci…sente il Pd odor di Renzucci. Riformismo e neo liberismo hanno da sempre una relazione clandestina sì ma invisibile no. E poi a fare i riformisti ci si perde il popolo e si finisce al sommo peccato: aver fatto la stampella al governo Draghi. Draghi, la Bce, le banche, il sistema…Partito anti sistema allora? Proprio proprio anti no, meglio partito dei tavoli e delle identità. Cioè? Tavoli dove di fatto senza limiti e compatibilità si trova del denaro pubblico in qualche forma per tutti e partito federazione delle identità di genere, di sesso, di sindacato, di categoria e, se ci scappa, anche di corporazione. Questo il partito che c’è, già quasi c’era. Questo partito può scegliere e votare Stefano Bonaccini prossimo segretario. L’idea, meglio dire la suggestione, è che applicando il metodo amministratori/amministrazione locale…Non si chieda però amministratori di che! Il presupposto è non tanto l’inesauribilità delle risorse, il vero dogma indimostrato e misterico è che l’amministrare esorcizzi e scacci la tremenda incombenza della scelta politica. In realtà, se va bene, se va alla grande per Bonaccini, sarà una segreteria chapter eleven, il capitoli 11 della legislazione americana che consente una gestione ordinata e utile della fase post fallimentare di una azienda.

Elly Schlein, il coroner

Con stucchevole retorica (ma istruttiva nel suo efficace caramellare) Elly Schlein si è iscritta da 24 ore al Pd con queste parole “Entro in umiltà e in punta di piedi”. Talmente umile e sommessa da voler fare il segretario, qui, ora e subito. Lei che il Pd voleva “occuparlo”, di fatto chiuderlo in quanto tale. Da questi umili i superbi si guardino, verranno surclassati. La “onda del noi” è il claim della Schlein. Cioè? Cioè un nulla carezzevole, una stringata supercazzola nel gergo popupolichese che accomuna ormai destra e sinistra. Che ne farà del Pd Elly Schlein qualora ne fosse scelta e votata segretaria?. Quel che fa un coroner con un cadavere: ne constata ufficialmente la morte, ne dispone la traslazione altrove. Dove? In una sorta di partito radicale di massa: le identità, i diritti civili, gli individui come fasci identitari. Né ceti, tanto meno classi e neanche blocchi sociali: la cittadinanza è il proprio essere e non c’è nessuno scarto ontologico o democratico o sociale tra l’esser cittadino e individuo. Con tanti e definitivi saluti non solo all’acquattato ordoliberismo, acquattato perfino nel Pd di Veltroni secondo la montante cancel culture all’italiana, ma al neo liberismo, al liberismo e pure al socialismo, alla socialdemocrazia e, diciamola tutta, a questa zavorra repressiva del contratto sociale. Oppure, dovesse non riuscire il partito radicale di massa, ci sarà la fusione, l’osmosi, il farsi uno e bino del Pd Schlein con M5S Conte. In fondo la scelta Schlein, la scelta coroner è la più coerente coi fatti, i fatti di un partito che c’è e che già quasi c’era.

 

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