Emergenza Italia: scuole chiuse, città rosse, Virginia Raggi non più sindaco

C’è un dato su cui bisogna riflettere, ma non a lungo, vista la gravità della situazione.

Emergenza Italia. Ieri le persone che hanno lasciato questo mondo sono state 297, quasi cento in più del giorno precedente. Ciò significa che il virus uccide ancora. Che non è meno pericoloso di quello dello scorso inverno. A dispetto di quanti dicono (sono alcuni virologi) che il male adesso non è più così maligno come lo era otto mesi fa.

Perciò, le misure dovranno essere più drastiche e la guardia non deve essere abbassata. Oggi, domenica, sarà di nuovo un giorno di riflessione, pieno di incontri.  Conte vedrà gli scienziati,  i capigruppo della maggioranza e chissà con quanti altri. Ma è certo che domani il premier leggerà (al Parlamento?) un nuovo Dpcm.

Tutti strillano che è necessario far presto, che non si può perdere altro tempo prezioso se non si vuole che la situazione di emergenza diventi irreversibile. “Non si governa la pandemia con lo specchietto retrovisore”, titola stamane il più giovane dei quotidiani.

Conte ha imparato la lezione? Ha compreso che non si può temporeggiare ancora e si deve fare in fretta a emanare altri provvedimenti? Pare di si se è vero, come è vero, che domani sarà il momento della verità.

Per ora solo indiscrezioni che hanno però un buon fondamento. Chiuderanno alcune grandi città come Milano, Torino, Genova, Napoli, forse Roma. Non si potrà andare da una regione all’altra senza validi e urgenti motivi.

Saranno cambiati gli orari dei negozi. Quali e quanti non si sa, ma i parrucchieri, ad esempio, debbono aspettarselo. I centri commerciali continueranno a non alzare le saracinesche durante il week-end. Le scuole, a dispetto delle convinzioni del ministro Lucia Azzolina, dovranno piegarsi alle lezioni on line, dalla terza media in avanti. Sarà una “ondata e ritorno” (citiamo l’apertura del Manifesto) che molti si aspettavano e che da martedì vedrà nuovamente cambiarci il modo di vivere. 

Zone rosse a macchia di leopardo, dunque. Un ultimo tentativo prima di arrivare al lockdown nazionale. D’altronde, in alcune città, la pandemia ha prodotto conseguenze gravissime. A Milano, il virus continua a dilagare e le strutture ospedaliere sono con l’acqua alla gola.

A Napoli, i medici lanciano l’allarme: “Fra venti giorni, sarà il collasso, se la situazione non cambierà”.

Roma ha seri problemi. La Capitale non può chiudere se non si è proprio obbligati. E allora lasciamo stare le polemiche e gli accordi sotterranei che prevedono un cambio della guardia sulla poltrona del Campidoglio. Pare che fra Di Maio e Zingaretti si sia trovato un accordo per non perdere quel posto. Insomma, Virginia Raggi non dovrebbe avere più molte possibilità di essere di nuovo il sindaco.

Ma non sono questi i giorni in cui si debbono incrociare le armi e dividersi senza il minimo senso di responsabilità. Allora Alessandro Di Battista la deve piantare di giocare a braccio di ferro col suo vecchio amico, oggi ministro degli Esteri. “Dopo il secondo mandato, tutti debbono abdicare”, tuona.

Gli daranno retta ai prossimi stati generali dei 5Stelle in programma alla metà di novembre? La maggioranza degli italiani – molti dei quali hanno perso la fiducia nelle forze politiche –  chiedono unità. Basta liti, basta divisioni. Dobbiamo solo pensare a combattere il Covid e l’emergenza che ha determinato. È lo stesso pensiero del Capo dello Stato il quale non si stanca di ripetere un giorno si e l’altro pure che bisogna trovare a tutti i costi un punto d’incontro. Per il bene del Paese.

 

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