Europei di calcio, Italia fuori: che altro si può dire del comportamento degli azzurri? Vergogna

Non si può far uscire il sangue dalle rape, non c'è più il vivaio, troppi stranieri, Spalletti si difende e non se ne va, analisi-invettiva di Bruno Tucci

di Bruno Tucci
Pubblicato il 30 Giugno 2024 - 09:02
Italia fuori dagli Europei, Spalletti e i calciatori a testa bassa escono dal campo dopo la sconfitta

Europei di calcio, Italia fuori: che altro si può dire del comportamento degli azzurri? Vergogna – Blitzquotidiano.it (foto Ansa)

Europei di calcio. Italia fuori. Che altro si può dire del comportamento degli azzurri agli europei? Vergogna.

Per aver dimostrato di non saper giocare al calcio: per la pochissima grinta dimostrata in campo; per aver umiliato le centinaia di migliaia di tifosi che hanno visto la partita in tv.

Italia out agli Europei, tutto da rifare

Italia fuori dagli europei, un momento della partita, un calciatore azzurro seduto a terra, altri attorno

“C’è tutto da rifare”, titola il piu diffuso giornale sportivo del Paese ed è proprio così. E’ inutile cambiare i commissari tecnici, è inutile pensare che con una bacchetta magica, l’uno o l’altro possano cambiare le poche capacità di una squadra che deve essere ripensata da cima a fondo.

Certo, anche in questa occasione le responsabilità sono evidenti, in primis quelle dell’allenatore che con il suo atteggiamento e le sue parole aveva illuso i tifosi. Ha sbagliato clamorosamente la scelta dei giocatori che ha selezionato prima di cominciare il campionato?

Può darsi che qualche errore ci sia stato, ma, intendiamoci, non si può far uscire il sangue dalle rape.E’ la pochezza tecnica che l’Italia non ha: non ci sono più i campioni di una volta: i Rivera, i Mazzola, gli Scirea, i Riva, in grado di rovesciare un match nell’arco di pochi minuti o di “annientare” gli avversari fin dall’inizio del match.

Oggi ci si deve accontentare di quel che passa il convento ed è veramente poco. Come mai non ci sono più i giovani che a 17 o 18 anni già si potevano considerare delle promesse?

Manca il vivaio, troppi stranieri

Come mai sono scomparsi o si sono lasciati in un angolo? Manca il vivaio da cui ogni anno si poteva pescare qualche ragazzo che in breve, senza dimenticare la modestia, avrebbe potuto esplodere in campo internazionale,

Ecco qual è il nocciolo del problema: dove si sbaglia e si continua a sbagliare. Gli allenatori bravi ci sono in Italia, tanto è vero che molte squadre dall’estero li prenotano.

I Conte, gli Inzaghi, i Palladino e, se volete, anche i De Rossi non debbono imparare niente che già non sanno. Il vero problema è un altro: è nella decisione di aver aperto il mercato in modo scellerato.

Si va alla ricerca di qualche giovanotto in gamba pescandolo in Europa o anche fuori dal nostro continente. Costano di meno certo, ma spesso e volentieri si importano “fregature” che risultano tali dopo pochissime partite.

Prendiamo, ad esempio, la compravendita di questa estate. Sui fogli sportivi, si susseguono trattative che dovrebbero portare in Italia questo o quel campione. Si è sempre nella direzione giusta? Assolutamente no, per cui ne discende cha magari quello straniero ha tolto il posto o la possibilità ad un nostro giovane di essere provato e magari portato subito in serie A.

Il fatto è evidente, basta dare un’occhiata alle formazioni anche delle squadre più blasonate. Quanti italiani risultano titolari? Pochi, pochissimi. Siamo pieni di giocatori di cui non si conosce bene il nome e il cognome, ragione per cui i tifosi preferiscono trovargli un nuovo appellativo per poterli chiamare ed anche tifare per loro.

Se non si troverà al più presto possibile una scelta diversa, la nazionale azzurra difficilmente riuscirà ad uscire dalle secche in cui è piombata. Non sarà un tempo breve, probabilmente ci vorrà qualche anno per tornare ai fasti di una volta. Però, è l’unico modo per cambiare il cambiabile.

Sono ormai anni che siamo fuori dal giro internazionale: i mondiali sono diventati un tabù, gli europei anche. Adesso, a botta calda, si andrà alla ricerca di un nuovo commissario tecnico che illuda la platea per qualche mese finchè non sarà messo davanti alla prova, e cioè ad un torneo internazionale.

Spalletti non se ne va dopo il flop negli Europei

Così, si continuerà a seguire la strada sbagliata. Luciano Spalletti, al termine della disastrosa partita contro la Svizzera (la Svizzera, capite, non la Germania, l’Inghilterra o la Spagna) ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano le ragioni di un simile flop: “La colpa à mia, ma non me ne andrò”.

Che cosa vuol dire? Se un medico non è bravo nessuno se ne servirà più; se un avvocato non vince nemmeno una causa, avrà lo studio sempre più vuoto. Allora, si sostituisca pure il commissario tecnico, ma insieme con lui si decidano quelle riforme senza delle quali l’Italia rimarrà sempre nel guado in cui è finita.