Famiglia, Mario Adinolfi fa un partito, inutile speculazione

di Silvia Cirocchi
Pubblicato il 4 Marzo 2016 - 06:58 OLTRE 6 MESI FA
Famiglia, Mario Adinolfi fa un partito, inutile speculazione

Famiglia, Mario Adinolfi (nella foto Ansa) fa un partito, ma è solo una inutile speculazione

Famiglia, Mario Adinolfi fa un partito, ma sembra solo una inutile speculazione. L’Italia avrà anche bisogno di cattolici, ma di certo non un nuovo partito

Non se ne sentiva la mancanza né tantomeno il bisogno. Come prevedibile, l’affacciarsi di un nuovo movimento nel panorama politico italiano non suscita alcun entusiasmo tra le file degli elettori.

A lanciare l’ennesimo simbolo che riempirà la già nutrita scheda elettorale alle prossime elezioni ci pensa il popolo del family day, capitanato da Mario Adinolfi, che di esperienze politiche già ne ha avute e che probabilmente cerca di riciclarsi utilizzando il suo cavallo di battaglia: la famiglia tradizionale. Ed è proprio di questo popolo che ci vogliono parlare:

“E’ un popolo composto da mamme, papà, nonni, nonne, religiosi, sacerdoti e religiose, che può dare molto al nostro Paese e di cui l’Italia ha davvero bisogno. Ma soprattutto è un popolo composto interamente da figli, figli che non dimenticano il diritto primigenio di ogni figlio, quello di avere una mamma e un papà. Da questa radice nasce un popolo dai valori forti, saldi, per i quali non c’è predisposizione ad alcun compromesso. Un popolo che vuole salvaguardare la propria identità e non accetta che dalle scuole siano estirpati a dicembre il Natale e a marzo la Pasqua. Un popolo che nelle aule scolastiche vuole il Crocifisso come segno della propria identità, non un corso gender per bambini di cinque anni da turbare nell’aspetto dell’identità sessuale.”

Quindi non solo un movimento, ma un vero proprio partito politico che si confronterà con quelli già esistenti in parlamento. Ma io non vedo altro se non un doppione dei partiti che già si erigono a paladini della difesa della famiglia cosiddetta tradizionale.

“Ora il Popolo della Famiglia sceglie ancora una volta di manifestarsi e per farlo si incammina su una strada faticosa ma decisiva: la richiesta di consenso agli italiani. Da subito, da oggi stesso, lavoreremo alla costruzione di liste del Popolo della Famiglia in vista delle amministrative di primavera, presenteremo nostri candidati sindaci in centinaia di città e comuni, ci assumeremo la responsabilità di una rappresentanza politica diretta per quelle idee. Chi ha detto di volerle rappresentare le ha in realtà strumentalizzate e tradite, ora è tempo di costruire dal basso una forza capace di essere un baluardo di libertà e verità nei confronti di una politica che sta lanciando la società italiana verso il baratro.
Donne e uomini, giovani e giovanissimi, nonne e nonni tutti uniti a difesa della vita e della famiglia come «società naturale fondata sul matrimonio» come recita l’articolo 29 della Costituzione. Ora il gioco si fa serio e sarà complesso: chiediamo agli italiani consensi e sul consenso saremo misurati. Se sarà sorprendente, come sorprendente è stata la massiccia partecipazione alle manifestazioni in difesa della famiglia, allora avremo la possibilità concreta di cambiare la storia d’Italia, e di fare del nostro Paese il luogo da cui potrà partire una resistenza anche a livello europeo, che, presto o tardi, spazzerà via tutti quei falsi miti di progresso incardinati nelle società di mezzo continente da normative ispirate al più bieco individualismo.
Con l’aiuto di Dio, con lo sguardo benevolo di Maria Vergine e con il vostro operativo consenso e sostegno, questo ennesimo impossibile traguardo potrà essere raggiunto. Mettiamoci in cammino, la strada è lunga e faticosa, ma da oggi essa può condurre ad obiettivi doverosi e concreti da raggiungere. Ognuno sia responsabile di una spinta positiva dal basso che aiuti ogni fratello e ogni sorella a prendere coraggio e a mettersi in marcia per fare quel che è giusto e salvare l’Italia dalla sua deriva verso il nulla.”

Speculazione. Non ci si può vedere altro. Oramai è una gara a chi difende chi. A chi può sfruttare a proprio vantaggio politico la pagliacciata che i nostri politici hanno fatto diventare la battaglia per i diritti civili. Non c’è mai stato un dibattito serio e costruttivo, tutto è finito in caciara, come purtroppo è costume politico italiano.
E al pari di chi affitta uteri metto chi usa mamme, papà, nonni, nonne, religiosi, sacerdoti e religiose, per guadagnare una poltrona. Guardando Adinolfi e Nichi Vendola inevitabilmente si sente la nostalgia del periodo in cui le battaglie per i diritti erano davvero battaglie per i diritti. Questo circo lascia il nostro paese indietro di 70 anni rispetto al resto del mondo. Aridatece le suffragette.