Super caldo. In Usa, i ricchi pensano a Marte invece di salvare la Terra a 60°

Super caldo. In Usa, i ricchi pensano a Marte invece di salvare la Terra
Chi sarà il primo turista su Marte, mentre sulla Terra si cuocerà?

La rivoluzione energetica degli shale gas ha contributo ad arricchire i superricchi americani, che però invece di reinvestire rapidamente in remediation dei galoppanti cambiamenti climatici (in assenza di una carbon tax globale geopolitica urgentissima), hanno cominciato ad investire sul più allegro neo-mercato del “turismo privato spaziale”.

Investimento allegro – addirittura su Marte mentre la Terra trema e soffre di caldo fino a siccità, alluvioni e grandi-corte nevicate fuori-stagione, anche a Roma- investimento che a mio avviso non è strategico ed urgente per i 9 miliardi di persone sul pianeta, come previsti essere nel 2050.

A meno che non pensiamo di salvare solo le circa 100.000 persone al mondo che possono pagarsi tali biglietti stratosferici su razzi interspaziali per fuggire dalla Terra, preclusi alla massa umana ed animale accaldata. E nessuno dei grandi policymakers ed opinionisti ha la forza ed il coraggio di spiegarlo chiaramente sulle grandi testate o di fare pacate manifestazioni su questo.

La generazione dei 20-30-40enni è stata dimenticata e non potrà mai permettersi una cartolina dallo Spazio, visto che non riesce a vivere degnamente neanche su questa Terra,

I mega guadagni di manager che hanno lasciato in panne l’Italia o altri paesi o i mega-introiti dei giganti degli shale-gas americani non possono andare investiti subito per abbattere le emissioni ancora generate dagli idrocarburi? Smart grids di rinnovabili non ce la fanno da sole a rallentare la crescita della CO2 in atmosfera ora che il nucleare è bloccato da uno sversamento di radionuclidi nel Pacifico, proveniente da Fukushima.

Nel contempo, la rivoluzione tecnologica di perforazione e fracking per estrarre gli shale gas ha fatto passare quasi in sordina la tecnologia CCS (CO2 Capture & Storage) vale a dire le centrali a carbone a zero emissioni, portando in auge la chimera del metano “non convenzionale” a buon mercato, con le compagnie assicurative che prevedono entrare in questo mercato del rischio sismico da fracking e da contaminazione delle acque, tramite polizze obbligatorie sulle imprese e sulle case dei cittadini. Una ulteriore tassa in pratica a scapito dei cittadini e per il lucro di potenti lobby private, che studiano però anche il turismo su Marte.

Ma ne’ gli assicuratori ne’ i venditori di metano da shales si stanno occupando minimamente dei cambiamenti climatici, lasciando che i super-ricchi, con i loro introiti, prima di morire a 60 C all’ombra sulla Terra provino la forte emozione di guardare la terra da 30.000 km di distanza dalla crosta terrestre per qualche ora.

I grandi Paperoni sulla Terra hanno posticipato gli incentivi alle tecnologie “ponte” che permetterebbero di bruciare gli idrocarburi, compresi gli shale gas, senza emissioni serra, e così pure quelle da cementifici, raffinerie, termo valorizzatori, etc… . Essi preferiscono posticipare la risoluzione della crisi energetico-climatica globale, dopo aver creato una divaricazione abnorme tra ricchissimi e poverissimi della Terra, investire nel turismo spaziale d’elite insostenibile, piuttosto che sui rimedi ai climalteranti e piuttosto che turismo sostenibile: più spiagge libere, più scambio di case di vacanza tra umani, più bici elettriche di 30 kg di ferro piuttosto che SUV di diverse tonnellate per trasportare una persona, più ricerca e sviluppo su uso sostenibile di idrocarburi, più borghi antichi antisismici, sicuri, efficienti e geotermici.

E le rinnovabili da sole non bastano più: se lo mettesse in testa anche il Kyoto Club.

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