Flat tax nell’anno del mai, 50 miliardi Savona può confiscarli, ipotesi di socialismo reale…

di Giuseppe Turani
Pubblicato il 19 Luglio 2018 - 06:00 OLTRE 6 MESI FA
Flat tax nell'anno del mai, 50 miliardi Savona può confiscarli, ipotesi di socialismo reale...Nella foto il ministro dell'Economia Giovanni Tria (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Flat tax nell’anno del mai, 50 miliardi Savona può confiscarli, ipotesi di socialismo reale…Nella foto il ministro dell’Economia Giovanni Tria (ANSA/GIUSEPPE LAMI)

Va di moda prendere un po’ in giro il ministro dell’economia, Giovanni Tria, perché continua a parlare di flat tax progressiva, [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,-Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] cosa che sembra un controsenso. Ma non è così. Ha ragione Tria, sostiene Giuseppe Turani su Uomini & Business.

La flat tax, veloce e spiccia, come la vorrebbe Matteo Salvini, in base alla Costituzione non si può fare, né oggi né mai: le imposte devono essere progressive. Su questo non si discute.

L’Istituto Bruno Leoni, che ha lavorato a lungo sul progetto di flat tax, sostiene che si può rispettare la Costituzione, modulando opportunamente le varie agevolazioni sociali. In sostanza, imposta sul reddito piatta, ma agevolazioni fiscali progressive. In questo modo la Costituzione viene rispettata.

C’è da farsi venire il mal di testa. E infatti Tria sta nominando commissioni su commissioni di studio. Probabilmente spera di andarsene prima che abbiano finito i loro lavori.

Per ora, comunque, siamo nel ginepraio. Nessuno ci capisce più niente. E nessuno farà niente.

Flat tax e reddito di cittadinanza rischiano di trasformarsi in due attese infinite, mari che mai navigheremo e ragazze che mai conosceremo.

Sia benedetto il giorno i cui il presidente Mattarella ha rischiato una crisi istituzionale (gli scemi a 5 stelle volevano chiedere l’impeachment, peraltro inesistente ) pur di bloccare l’ascesa di Paolo Savona al ministero dell’economia, dove adesso siede il buon Tria.

In rete si possono trovare analisi dotte e puntuali delle sue ultime esternazioni (“Ribalto la Ue e trovo 50 miliardi”). Ma ci si può accontentare anche di meno per i non specialisti.

Sono almeno due le sciocchezze più clamorose, anche se legate fra di loro.

1- Poiché abbiamo circa 50 miliardi di avanzo commerciale, il Governo può usare questi soldi per fare tutto quello che aveva deciso flat tax, reddito di cittadinanza, ecc. Purtroppo, Savona dimentica che quei denari (50 miliardi di euro appunto) non sono nella disponibilità del Governo. Sono delle imprese che hanno esportato, che hanno venduto prodotti all’estero e che sono state pagate. Sono della Brembo, della Fiat, di Armani, ecc. Per poterli utilizzare per progetti governativi, bisogna prima passare a un regime comunista: cioè nazionalizzare tutto e mettere le mani sulla cassa di Brembo, Fiat, Armani, ecc. Ma fino a quando le cose rimangono come sono quei 50 miliardi sono di chi se li è procurati con il duro lavoro. Quindi Savona non ha trovato 50 miliardi di euro: ha trovato zero euro.

2- Poi sostiene che aumentando la spesa pubblica (i famosi 50 miliardi che non sono suoi) si farà aumentare anche il Pil, cioè la crescita. Si tratta di una tipica dabbenaggine di keynesiani spendaccioni. Se quella asserzione fosse vera, l’Italia, campione europeo della spesa pubblica (2300 miliardi di debiti), dovrebbe essere anche il paese europeo più veloce. Invece è l’ultimo, persino dopo la Grecia. E è anche l’unico fra i grandi che non ha ancora raggiunto i livelli di benessere pre-crisi 2007. Tutti gli altri grandi paesi europei li hanno già superati.

Insomma, serve un ripasso. A settembre appello di recupero.