Giornalisti. 27 luglio, pensioni tagliate da Andrea Camporese presidente sotto inchiesta che non si dimette

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 18 Luglio 2015 - 10:07| Aggiornato il 20 Luglio 2015 OLTRE 6 MESI FA
Giornalisti. 27 luglio, pensioni tagliate da Andrea Camporese presidente sotto inchiesta che non si dimette

Andrea Camporese: sotto richiesta di rinvio a giudizio per corruzione ai danni della previdenza dei giornalisti che presiede e vorrebbe riformare

MILANO – Franco Abruzzo ha pubblicato questo articolo anche sul suo blog.

Il 27 luglio scatterà il golpe sulle pensioni dei giornalisti.L’ Inpgi, Istituto di previdenza dei giornalisti italiani,  – in violazione dei giudicati della Corte Costituzionale e della giurisprudenza costante della Corte di Cassazione civile – deciderà di mettere le mani nelle tasche dei suoi pensionati mentre regala: 3 milioni di euro per garantire una risibile copertura Casagit ai giornalisti autonomi, una mossa elettorale varata senza un bando pubblico in contrasto con la normativa comunitaria; 7,6 milioni alla Sopaf (secondo il Pm Gaetano Ruta); 21 mila euro (in più rispetto all’Inps) ai percettori dell’indennità di disoccupazione; 17 mila euro in più rispetto all’Inps ai neopensionati. Ma i giornalisti pensionati hanno già dato all’Inpgi 20 milioni per la mancata perequazione e per il prelievo del 6,12 o 18% sugli assegni superiori ai 91.250 euro. Frattanto il presidente Andrea Camporese percepisce una indennità annua di 314 mila euro (+45mila euro per la pensione Inpgi/2) contro i 102mila euro di Tito Boeri (presidente Inps, 17 milioni di pensionati contro gli 8 mila dell’Inpgi). Chi fermerà l’Inpgi? Certo non gli editori, travolti da sempre più palesi conflitti di interesse in Fieg. Toccherà alla Procura della Repubblica o i Ministeri vigilanti? Che fanno Covip e Corte dei Conti? Lo scandalo Sopaf farà scattare il commissariamento? In questo articolo che riproduco qui sotto, Francesco M. de Bonis inquadra la vicenda: 17.7.2015 – Il Consiglio di amministrazione INPGI è seriamente intenzionato a varare il 27 luglio prossimo la riforma delle pensioni, ivi compreso il taglio dei vitalizi in corso di pagamento. Al momento non si conosce ancora il testo definitivo. Ma non si esclude che la bozza finale sia diversa da quella inviata un mese fa dal Presidente INPGI Andrea Camporese alle Parti Sociali ed intitolata “IPOTESI DI INTERVENTI PER LA SOSTENIBILITA’ DELLA GESTIONE PREVIDENZIALE INPGI” che é stata votata a maggioranza l’8 luglio scorso dalla Giunta Esecutiva della FNSI. Un dato balza, però, subito agli occhi: il percorso scelto stavolta dall’INPGI per varare la riforma è del tutto diverso da quello seguito nel 2005 quando la riforma delle pensioni fu prima approvata dal Consiglio di amministrazione con delibera n. 72 del 30 giugno 2005, poi fu ratificata il 1° luglio dal Consiglio Generale e solo 5 giorni dopo fu trasmessa alle Parti Sociali (FNSI e FIEG) e parallelamente ai Ministeri vigilanti del Lavoro e dell’Economia e Finanze.

Ora invece, pur essendo in vigore le stesse regole, è stata già inviata da un mese alle Parti Sociali una bozza che a larga maggioranza raccoglierebbe il voto favorevole dei giornalisti presenti in CdA. Ma, se il testo definitivo fosse diverso, che valore avrebbe il parere espresso dalla FNSI l’8 luglio? E quale sarebbe la procedura più corretta: quella attuale o quella di 10 anni fa? Quanto al possibile taglio delle pensioni INPGI/1 già in corso di pagamento e che assumerebbe la forma di un contributo di solidarietà per attuare un “Patto intergenerazionale” tra giovani giornalisti e anziani in pensione, nella bozza di riforma ci si dimentica del tutto di dire che i giornalisti pensionati stanno già facendo da tempo la loro parte avendo contribuito a far risparmiare all’INPGI/1 circa 20 milioni di euro grazie sia al blocco della perequazione delle pensioni del 2008, 2012, 2013, 2014 e 2015, sia al nuovo taglio delle pensioni oltre 91 mila 250 euro lordi l’anno a partire dal 1° gennaio 2014 in poi. Infine va risolto il quesito già posto da molti colleghi e da Associazioni regionali stampa se l’INPGI/1 possa tagliare di sua iniziativa l’importo di una pensione in corso di pagamento. La Corte di Cassazione, con ripetute sentenze del 2014 e 2015, ha risposto che i diritti acquisiti non si toccano e le Casse privatizzate non possono imporre un contributo di solidarietà, che taglia le pensioni, con un atto amministrativo che non ha forza di legge. Anche la Corte Costituzionale è sulla stessa linea. Insomma, se il CdA INPGI decidesse di andare avanti lo stesso, infischiandosene di questi verdetti, i giornalisti pensionati potrebbero presentare una valanga di ricorsi al giudice del lavoro. Frattanto l’Istituto stanzia 3 milioni di euro per garantire una risibile e demagogica copertura Casagit a 6mila giornalisti autonomi (500 euro pro capite) senza aver lanciato un bando come impongono la normativa Ue e quella nazionale. Ma c’è altro: l’Inpgi regala 21 mila euro in più dell’Inps a chi percepisce l’indennità di disoccupazione e 17 mila euro in più rispetto all’Inps ai neo-pensionati. La Procura di Milano sostiene che l’Istituto ha regalato 7,6 milioni di euro alla Sopaf con l’acquisto di 225 quote Fip, vicenda che ha spinto il Pm Gaetano Ruta a incriminare il presidente dell’ente Andrea Camporere per truffa alla Fondazione e corruzione. Andrea Camporese percepisce una indennità annua lorda di 314 mila euro, 64mila euro in più del presidente della Repubblica. L’Inpgi è ente sostitutivo dell’Inps ed è pubblica amministrazione. Il presidente dell’Inps, che amministra 17 milioni di pensionati (contro gli 8mila dell’Inpgi), percepisce una indennità di 102mila euro.