Pensioni, blocco rivalutazione: ricorso alla Corte Europea

di Franco Abruzzo
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 - 08:53 OLTRE 6 MESI FA
Pensioni, blocco rivalutazione: ricorso alla Corte Europea

Pensioni, blocco rivalutazione: ricorso alla Corte Europea

ROMA – Uil Pensionati, in accordo con la UIL, fa ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) per la mancata applicazione generalizzata della sentenza 70/2015 della Consulta che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica degli assegni di importo superiore a tre volte il minimo. “Legittimo e necessario ripristinare un diritto negato ai pensionati”. Pubblichiamo la dichiarazione congiunta del Segretario generale Uil Carmelo Barbagallo e del Segretario generale Uilp Romano Bellissima. Il ricorso è seguito da uno studio legale internazionale.

Roma 22 ottobre 2015. La Uil Pensionati ha deciso, in accordo e con il sostegno di tutta la Uil, di fare ricorso collettivo alla Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo per contestare la mancata attuazione integrale della sentenza della Corte Costituzionale n. 70/2015 che ha dichiarato incostituzionale il blocco totale della perequazione automatica delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo. L’assunto è che le misure adottate dal Governo Renzi con il ddl 65/2015, rimodulando ‘ora per allora’ il blocco della rivalutazione, vanificano gli effetti del pronunciamento della Corte Costituzionale, restituendo solo una piccola parte di quanto non percepito nel periodo 2012-2015, oltretutto escludendo una parte dei pensionati dal diritto a percepire qualsiasi restituzione.

Quanto previsto nel ddl 65, incidendo in modo retroattivo sul diritto dei pensionati a ottenere la restituzione integrale di quanto illegittimamente non percepito sulla base di una norma dichiarata incostituzionale, si pone in contrasto con il diritto a un equo processo, sancito dall’art. 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e con il diritto al rispetto dei beni, garantito dall’articolo 1 del Protocollo n. 1 alla Convenzione stessa, avendo la Corte europea riconosciuto la natura patrimoniale dei trattamenti pensionistici in godimento. Il ricorso è seguito da uno studio legale internazionale e le spese per la sua predisposizione e per l’espletamento dell’attività difensiva sono a carico della Uilp.

“Si tratta – dichiara il Segretario generale Uilp Romano Bellissima – di una azione collettiva: come Uilp avremo il mandato di rappresentare i pensionati nostri iscritti. Visti i tempi brevi per la presentazione del ricorso, intendiamo raccogliere un numero sufficiente di ricorsi, di pensionati di tutte le aree del Paese e di tutti i gruppi reddituali coinvolti dalla Sentenza della Corte, rappresentativo di tutta la platea degli interessati. Per maggiori chiarimenti, invitiamo tutti i nostri iscritti a rivolgersi alle nostre sedi territoriali”.

“Con questa azione collettiva vogliamo in sostanza dimostrare l’incompatibilità del ddl 65 con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo”, affermano il Segretario generale della Uil Carmelo Barbagallo e il Segretario generale della Uilp Romano Bellissima. “Il nostro obiettivo – proseguono Barbagallo e Bellissima – è soprattutto politico. Se otterremo un pronunciamento a noi favorevole, trattandosi di una violazione che colpisce allo stesso modo un’intera categoria di soggetti, la Corte europea dei diritti dell’uomo potrà condannare il Governo italiano ad adottare tutte le misure necessarie ad eliminare le cause sistemiche all’origine della situazione ritenuta in contrasto con la Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Ciò consentirebbe di trovare una soluzione in grado di risolvere il problema della mancata perequazione per tutti i pensionati”.
“Questa iniziativa si affianca ai ricorsi all’Inps e alle cause pilota che stiamo già realizzando in ogni Regione, sempre per ottenere il rispetto della sentenza della Corte Costituzionale italiana. Siamo infatti convinti come Uilp e come Uil – concludono Barbagallo e Bellissima – che sia legittimo e necessario ripristinare un diritto che è stato negato ai pensionati e riaccendere i riflettori sulle molte discriminazioni e penalizzazioni di cui i pensionati sono vittime nel nostro Paese”. (dal sito di Franco Abruzzo).