Sulle pensioni d’oro, hanno montato un caos infernale, sull’onda di una demagogia che ha alimentato l’odio sociale. Ora la Commissione Lavoro della Camera ha dovuto riconoscere che il problema è tutto nel settore pubblico, in particolare fra i militari.
È un documento interessante quello che riporto qui sotto, è un verbale stenografico, con gli ultimi dati sulle pensioni d’oro, come emersi dalla seduta Commissione lavoro Camera del 5 marzo 2014. Il documento dimostra l’impossibilità di dare un seguito pratico a tutte le idee di revisione delle pensioni ricalcolandole: non ci sono le condizioni tecniche.
Quelli che vogliono andare avanti lo stesso, come emerge da questo verbale, lo fanno solo per “ragioni politiche”: il diritto è un’altra cosa, il rispetto della Costituzione e delle leggi un fastidioso codicillo.
Irene TINAGLI (SCpI), intervenendo sui lavori della Commissione, con riferimento al provvedimento relativo alle pensioni di importo elevato, chiede alla presidenza se l’INPS sia stato sollecitato a fornire elementi di conoscenza in ordine alla definizione della platea dei soggetti interessati dal provvedimento. In proposito, ritiene opportuno che gli uffici tecnici degli organismi competenti riferiscano alla Commissione illustrando le proprie previsioni circa i possibili effetti di tale provvedimento.
Cesare DAMIANO, presidente, fatto presente che l’INPS ha fornito una parziale risposta, riferita peraltro al solo settore privato, rileva che una ricostruzione attendibile ed esaustiva di tutte le posizioni previdenziali coinvolte dal provvedimento appare complessa e problematica, soprattutto con riferimento al settore pubblico. Ritiene utile, pertanto, che i gruppi, nell’ambito del Comitato ristretto già previsto per la giornata odierna, si concentrino, nell’immediato, sulle valutazioni di tipo politico, raggiungendo un’intesa sulle questioni più problematiche, che riguardano, in particolare, le modalità di intervento sulle pensioni di importo elevato.
Irene TINAGLI (SCpI), ritiene in ogni caso utile che la Commissione incontri, anche solo in via informale, rappresentanti dell’INPS per un confronto sui dati al momento disponibili, anche laddove fossero riferiti esclusivamente al settore privato. Fa notare che il provvedimento è stato rinviato in Commissione proprio con la finalità di svolgere i necessari accertamenti circa i possibili effetti di tali norme.
Massimiliano FEDRIGA (LNA), augurandosi che al provvedimento sulle pensioni di importo elevato venga riconosciuta la stessa urgenza attribuita ad altri provvedimenti, evidenzia la necessità di procedere speditamente nell’iter di esame, evitando di insistere troppo sulla questione della comunicazione dei dati da parte dell’INPS, in ordine alla quale, peraltro, non si prevedono sviluppi certi nell’immediato futuro. Ritiene, pertanto, che la soluzione sia prevalentemente politica e possa essere individuata nell’ambito del Comitato ristretto, nel cui ambito si dichiara disponibile a confrontarsi con serenità con gli altri gruppi, soprattutto per quanto concerne la definizione della soglia. Rilevato, peraltro, che i dati eventualmente disponibili si riferirebbero al solo settore privato e sarebbero, quindi, non pienamente significativi, invita i gruppi a concentrarsi sulle valutazioni sul merito del provvedimento. Fatto notare che eventuali difficoltà potrebbero risolversi in sede di attuazione tecnica della nuova normativa, ritiene urgente individuare quanto prima una soluzione alle questioni sul tavolo, anche al fine di evitare che eventuali rinvii della discussione siano interpretati dall’opinione pubblica come una volontà di mantenere inalterati privilegi ormai giudicati assolutamente inaccettabili.
Marialuisa GNECCHI (PD), convenendo con il deputato Fedriga circa la rilevanza parziale dei dati riferiti al settore privato, fa presente che i casi più problematici sembrano riguardare il settore pubblico, soprattutto nell’ambito delle forze armate, dove si registrano, effettivamente, casi di promozioni in prossimità del pensionamento. Ritiene, in ogni caso, che di tali questioni possano essere investiti anche i nuovi Ministri competenti che potrebbero fornire al riguardo elementi utili al dibattito in corso.
Giovanni Carlo Francesco MOTTOLA (FI-PdL) invita i gruppi ad astenersi da interventi normativi «al buio», a fronte delle rilevanti difficoltà di acquisire la documentazione necessaria alla ricostruzione delle posizioni previdenziali con il calcolo contributivo. Facendo riferimento a talune considerazioni espresse in relazione al settore pubblico, ritiene opportuno approfondire la ragione per la quale taluni soggetti godrebbero di pensioni di importo elevato, accertando se tali posizioni siano effettivamente riconducibili a condizioni di privilegio e non, piuttosto, meritori elementi di promozione. Si dichiara convinto, più in generale, che – piuttosto che colpire indiscriminatamente i trattamenti oltre un certo importo, peraltro non sempre definibili a priori «d’oro» – occorra concentrarsi sulle vere distorsioni del sistema previdenziale, che ritiene siano riconducibili a specifici fattori, quale, ad esempio, il cumulo di trattamenti diversi. Auspica, in conclusione, lo svolgimento dei necessari approfondimenti, anche con i competenti uffici tecnici, al fine di giungere ad un esito positivo dell’iter.
Cesare DAMIANO, presidente, giudicato opportuno evitare di dar luogo ad una disputa tra categorie di lavoratori, ritiene preferibile concentrasi sull’obiettivo finale del provvedimento, che è quello di rimuovere i privilegi annidati nel sistema previdenziale, destinando gli eventuali risparmi alla sanatorie delle distorsioni presenti nella normativa vigente. Ritiene pertanto necessario che i gruppi si confrontino nel Comitato ristretto, nel tentativo di tracciare una cornice degli interventi il più possibile equilibrata, peraltro già sufficientemente definita nel precedente iter di esame. Ritiene, quindi, che in quella sede possa essere raggiunta un’ampia intesa su alcuni aspetti del testo, che riguardano, in particolare, la definizione della soglia, per la quale potrebbe rivelarsi utile tenere conto dei precedenti interventi adottati sulla materia, le modalità di intervento sui vitalizi, la salvaguardia delle pensioni integrative. Ritenuto inoltre opportuno limitare al Ministero del lavoro e delle politiche sociali e all’INPS l’ambito dei soggetti da consultare sul punto, assicura che essi verranno opportunamente sollecitati a fornire i dati necessari, senza i quali, ritiene, in ogni caso, che la Commissione abbia il diritto di procedere, in piena autonomia, nel suo percorso normativo.
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