ROMA – No alla scelta dell’Inpgi, Istituto di previdenza dei giornalisti italiani, di riequilibrare i conti e il patrimonio dell’Istituto che eroga la pensione a migliaia di giornalisti attraverso interventi sulle pensioni in atto, in nome di un preteso patto generazionale che molto sa di comunismo e peronismo ma che rispetta assai poco i principi dello Stato di diritto su cui è basata la Costituzione della Repubblica italiana.
Per questo ho compiuto un passo legale, segnalando la illegittimità della manovra dell’Inpgi a Governo, Corte dei Conti e Covip (Commissione di vigilanza sui fondi pensione).
Ma non basta. Credo che anche lo stesso presidente dell’Inpgi, Andrea Camporese, debba essere personalmente chiamato in causa:
– per il livello dei suoi emolumenti, cinque volte la pensione media dei giornalisti, incompatibile con le azioni che vuole portare avanti;
– per i mai risolti contorni della vicenda Sopaf, di cui si sta occupando l’autorità giudiziaria ma verso la quale i giornalisti e il loro sindacato, la Fnsi, non può lasciare solo l’Ordine a chiedere trasparenza e chiarezza a prescindere da quello che dirà la Magistratura;
– per la rinuncia del vertice dell’Inpgi alla tutela degli interessi nei confronti degli editori, a favore dei quali negli anni si sono sommati comportamenti rinucniatari sul livello dei contributi da versare.
Partiamo dalla mia lettera, inviata via Pec il 21 giugno 2015, con cui segnalo al Governo (presidente del Consiglio e ministro del Lavoro), alla Corte dei Conti e alla Covip la manovra di Andrea Camporese che punta a introdurre prelievi sulle pensioni per via amministrativa, mossa censurata e bocciata ripetutamente dalla Corte di Cassazione. Fnsi e Fieg non hanno alcun potere e alcuna delega: possono agire solo sui giornalisti attivi. Leggi e Statuto sono chiari e netti sul punto. Come spiega la Corte di Cassazione, “Il ricorso al contributo di solidarietà non rientra nei poteri e nell’autonomia decisionale delle Casse. Gli enti privati hanno a disposizione un ventaglio di soluzioni – dall’aumento delle aliquote alla riparametrazione dei coefficienti alla modifica dei criteri di calcolo del trattamento – per garantire l’equilibrio finanziario e per assicurare le prestazioni future”.
“Oggetto: riforma dell’Inpgi (Istituto nazionale previdenza giornalisti italiani “Giovanni Amendola”) annunciata dal presidente il 18 giugno 2015 con l’esercizio anche di poteri “parlamentari” in tema di tagli alle pensioni in essere. Segnalazione di Francesco (“Franco”) Abruzzo, giornalista professionista in quiescenza, presidente di UNPIT (Unione nazionale pensionati per l’Italia). RICHIESTA DI VIGILANZA contro l’ipotizzato straripamento delle decisioni amministrative dell’Inpgi rilevante anche sotto il profilo civilistico e penale.
Vi informo che il presidente dell’Inpgi ha ipotizzato una manovra sulle prestazioni che colpisce anche le pensioni in pagamento da anni (il testo è in questo link). Il documento dallo stesso presidente Andrea Camporese è stato trasmesso (ex dlgs 509/1994) alle parti sociali Fnsi e Fieg, che. comunque, non hanno alcuna delega normativa o statutaria ad occuparsi degli assegni pensionistici riconosciuti nel passato. In particolare, per quanto riguarda le pensioni in essere, l’Inpgi si attribuisce poteri “parlamentari” quando stabilisce che gli attuali prelievi in vigore (ex legge 147/2013) fino al 31 dicembre 2016 saranno prorogati per i successivi 5 anni a partire dal 1° gennaio 2017. I prelievi sono del 6% sulle pensioni da 91.250,16 a 130.358,8 euro; del 12% da 130.358,81 a 195.538,20 euro; del 18% oltre 195.538,20. Il Cda, inoltre, prevede un prelievo dello 0,5 sulle pensioni da 0 a 30.000,00 euro; dell’1% da 30.001,00 a 60.000,00 euro; dell’1,5% da 60.001,00 a 91.251,15 euro. La domanda è una sola: l’Inpgi può introdurre per via amministrativa prelievi sulle pensioni esclusi dalla normativa in vigore e dalla Cassazione? La risposta è negativa: “Il ricorso al contributo di solidarietà non rientra nei poteri e nell’autonomia decisionale delle Casse. Gli enti privati – spiega la Cassazione – hanno a disposizione un ventaglio di soluzioni – dall’aumento delle aliquote alla riparametrazione dei coefficienti alla modifica dei criteri di calcolo del trattamento – per garantire l’equilibrio finanziario e per assicurare le prestazioni future”. La giurisprudenza più recente sulle Casse privatizzate – ma pur sempre pubbliche amministrazioni (dl 16/2012) mentre l’Inpgi è anche l’unico ente sostitutivo dell’Inps ex art 76 della legge 388/2000 – è eloquente sulla (mancata e assente) capacità giuridica delle Casse di imporre contributi di solidarietà o prelievi sugli assegni dei cittadini pensionati:
.12.12.2014 -.Cassazione civile/Sentenza 26102/14. Casse: stop al prelievo di solidarietà. Illegittimo il contributo di solidarietà imposto ai pensionati della Cassa dottori commercialisti per il periodo 2009/2013. Un regolamento non può incidere sui diritti acquisiti e tagliare i trattamenti in essere. – di Maria Carla De Cesari/Sole 24 Ore.com 12.12.14.
.13.12.2014 – PREVIDENZA. Casse vincolate ai diritti acquisiti. La Cassazione, per la seconda volta in due giorni, nega il contributo di solidarietà sulle pensioni in essere. Il taglio dell’assegno non può passare da un atto amministrativo. IN CODA un commento dell’avv. Anna Campilii). – di Maria Carla De Cesari-Sole24 ore.com-13.12.2014 –
.9.1.2015 – .Cassazione, nuovo round ai vecchi iscritti alla Cassa dei dottori commercialisti. I supremi giudici hanno escluso la possibilità di incidere sui diritti acquisiti riducendo gli assegni attraverso il meccanismo dei contributi di solidarietà.
Non bisogna dimenticare che gli stessi prelievi introdotti dalla legge 147/2013, nonostante la sentenza 116/2013 della Consulta, sono al momento sub judice:
.17.2.2015 – .Il «contributo di solidarietà» (legge 147/2013) sulle pensioni torna alla Corte costituzionale. La nuova sforbiciata si presenta come «definitiva», perché le somme trattenute dagli enti previdenziali non sono ovviamente recuperabili, e assume secondo la Corte dei conti del Veneto (l’ordinanza di 39 pagine è qui sotto) l’aspetto di un «prelievo tributario». In quanto tale, il contributo di solidarietà rischierebbe di fare a pugni con il principio secondo cui le richieste fiscali devono essere commisurate alla «capacità contributiva» (articolo 53 della Costituzione) dei cittadini, che sono «eguali davanti alla legge» (articolo 3): gli stessi principi che hanno spinto in passato la Corte costituzionale a cancellare sia i tagli agli stipendi dei “manager” pubblici, sia la prima stretta sulle pensioni.
Il presidente dell’Inpgi non spende un parola su una circostanza cruciale: la mancata applicazione della perequazione ha consentito negli ultimi anni all’Istituto di realizzare risparmi per almeno 20 milioni di euro.
Tutto ciò premesso, AVANZO RICHIESTA DI VIGILANZA da parte delle Autorità in indirizzo sull’ipotizzato straripamento delle decisioni amministrative dell’Inpgi sulle pensioni in essere circostanza rilevante anche sotto il profilo civilistico e penale”.
Veniamo al caso personale del presidente dell’Inpgi Andrea Camporese:
1. tra indennità di carica e altre voci, Andrea Camporese percepisce annualmente ben 314.647 euro (questo dato è del 2013). Ben 64mila euro in più del Presidente della Repubblica. SECONDO VOI È GIUSTO CHE CAMPORESE INCASSI ANNUALMENTE 314.647 EURO? tenendo conto che il 18 giugno il presidente ha annunciato un piano “salvaInpgi” lacrime e sangue che spreme giornalisti attivi e giornalisti pensionati. Si legge nella relazione 2014 della Corte dei Conti relativa all’esercizio 2013 che il presidente dell’INPGI, Andrea Camporese, percepisce una indennità di carica di euro 255.728. È da aggiungere che al Presidente in carica – giornalista professionista in posizione di aspettativa non retribuita – viene corrisposta, oltre all’indennità di carica, una forma di ristoro per il pregiudizio economico e previdenziale derivante dagli effetti della sospensione del rapporto di lavoro (quantificato, nel 2013, in € 51.055 annui, corrispondenti al mancato accantonamento del Tfr e versamento della contribuzione previdenziale), nonché una somma equivalente al pagamento dei contributi Casagit e dell’ammontare della quota di contribuzione del fondo complementare a carico dell’azienda (€ 7.864). Il totale fa euro 314.647.
2. soprattutto chiediamo a Camporese di spiegare ai giornalisti pensionati se negli ultimi 10 anni abbia chiesto, come l’Allegato G del Cnlg prevede, alla Fieg di adeguare i contributi per il Fondo exfissa, che, secondo l’ex segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, nel giugno 2014 era sull’orlo del fallimento. Di chi è la responsabilità di questo crack?