Genova. Il G8 dieci anni dopo: paura, strane coincidenze, Black Bloc

di Franco Manzitti
Pubblicato il 5 Luglio 2011 - 09:04 OLTRE 6 MESI FA

GENOVA – Che distanza c’è tra i boschi della Val di Susa, tra i cantieri recintati della guerriglia anti Tav e la piazza genovese, nel decimo anniversario dello sciagurato G8 del 20-21-22 luglio 2001? Che distanza tra la guerriglia con trecento poliziotti e carabinieri scelti feriti e i duecento anti Tav andati a farsi medicare, dopo gli scontri nel triangolo Chiomonte-Exilles- Avigliana, la patria di Piero Fassino, neo sindaco di Torino e le piazze e le strade di Genova, pronte a accogliere cortei e manifestazioni nell’anniversario della morte di Carlo Giuliani, 24 anni, caduto con una pallottola sotto lo zigomo, nella piazza Alimonda della giornata più nera del G8 nero di Genova?

Di colpo la distanza si riduce, il tempo dei dieci anni trascorsi da quei giorni della Superba a ferro e fuoco si comprime. E a Genova l’allarme suona forte, quasi come dieci anni fa, quando la lunga vigilia del G8 era stata scandita dalla sequenza di una attesa carica di tensione e di eventi premonitori.

Nei boschi della Val di Susa l’arrivo dei Black Bloc, il famigerato blocco nero, gli estremisti della non globalizzazione, tedeschi, svedesi, inglesi, belgi, francesi, danesi ma anche italiani, assomiglia troppo all’arrivo nella Genova 2001 della Zona rossa da violare e della Zona gialla da calpestare in mezzo ai cortei delle tute bianche, dei pacifisti in marcia verso quel “cuore” genovese, chiuso dalle grate di ferro, sbarrato dai container di traverso alle strade del centro città.