MELBOURNE – E’ stato prosciolto da ogni accusa di abuso il cardinale australiano George Pell. Lo ha stabilito l’Alta corte, l’ultimo grado di giudizio in Australia che ha così accolto il ricorso dell’ex capo della Segreteria per l’economia vaticana, che si è sempre professato innocente.
Pell era stato condannato per presunti atti pedofili a sei anni con un minimo di 3 anni e 8 mesi, sentenza confermata lo scorso agosto dalla Corte d’appello dello stato di Victoria. Ora sta per essere rimesso in libertà.
Il cardinale era stato accusato di aver abusato nel 1996, di due coristi 13enni sorpresi a bere il vino della messa nella sagrestia della cattedrale di Melbourne, quando era arcivescovo della diocesi.
Poco dopo la decisione dell’Alta corte, Pell ha sottolineato che il suo processo “non era un referendum sulla Chiesa cattolica, né su come le autorità della Chiesa in Australia hanno trattato il crimine della pedofilia tra i preti”.
Il cardinale ha quindi affermato di aver “sofferto di una grave ingiustizia” che “è stata rimediata oggi” con la decisione unanime dell’Alta corte”. Pell ha aggiunto di non nutrire alcun risentimento verso il suo accusatore: “Non voglio che il mio proscioglimento aggiunga alla sofferenza e amarezza che tanti sentono”.
In un comunicato diffuso poco dopo aver emesso la sua decisione, l’Alta corte d’Australia afferma che la Corte d’appello del Victoria, che lo scorso agosto aveva confermato la condanna a sei anni del cardinale, “ha mancato di affrontare la questione se rimaneva una ragionevole possibilità che il reato non avesse avuto luogo”, cioè dell’assenza di ogni ragionevole dubbio.
La Corte, organo di giudizio finale in Australia, ha concluso che le testimonianze di altri testimoni erano incongruenti con la testimonianza del denunciante” e hanno descritto come Pell, allora arcivescovo di Melbourne, solitamente salutasse i parrocchiani sulle scale davanti alla cattedrale, per periodi fino a 15 minuti dopo la messa, gli stessi minuti in cui era accusato delle molestie in sacrestia. (Fonte: Ansa).