GENOVA – Raffaella Paita sbuca quasi a mezzanotte, non con la faccia di Cenerentola e la scarpina di vetro in mano, ma con un passo di danza molto più aggressivo del ballo con il principe azzurro. Ha vinto le Primarie liguri per indicare il candidato del centrosinistra alle elezioni regionali liguri del prossimo 17 maggio con 4500 e spiccioli voti di vantaggio su Sergio Cofferati, “il Cinese”.
Sarebbe, quindi, la candidata che il centro sinistra “ristretto” (Sel non ha partecipato all’organizzazione) finalmente lancia con quasi matematica certezza verso la conquista della Liguria e sottolinea questa sicurezza con l’annuncio di anni rock per la Liguria. Nel senso di anni di grandi movimenti, grandi cambiamenti, e vai e balla e fai le giravolte e volteggia alla musica yankee di Elvis Presley and company, sulle macerie della regione depressa, con nuovi passi, nuove decisioni, sopratutto nuove velocità che questa ragazza di ferro di 40 anni, erede designata di Claudio Burlando si propone in una Regione stravecchia, la più vecchia e la più conservatrice che ci sia, con un tasso di invecchiamento che solo in qualche enclave giapponese possono raggiungere…..
Ha conquistato oltre 28 mila voti la ragazza di la Spezia, assessora nella giunta uscente, lanciata oramai da quasi due anni verso questo obiettivo, in una elezione che ottiene più di 50 mila votanti, un record di questi tempi, ben di più di quelli raggranellati in autunno dall’Emilia Romagna, nelle sue Primarie.
E dire che c’è una bel gap di militanza e di popolazione tra le due Regioni! Ha messo la sua bandierina rock in tutte le province, meno che a Genova città, Genova, la vecchia, Genova che non balla il rock, ma che è la roccaforte( da qui il gioco di parole, inventato dallo spin doctor della bella Raffaella, il professor Simone Regazzoni, docente universitario, scrittore, direttore editoriale del Melangolo, piccola e raffinata casa editrice genovese).
Ha stravinto a casa sua Spezia, doppiando il cinese, ha sbancato a Savona, bruciando il Cof di quasi cinquemila voti, ha vinto di manica larga perfino a Imperia, ex scajoliana dove il sistema di potere burlandiano nella cui culla è cresciuta come candidata, si era ben insediato da tempo. Si propone come una candidata presidente extra Genova e questa è la novità più forte e potente della Primaria che potrebbe far uscire dal buco nero di Genova centrica, matrigna, asso pigliatutto nella sua inarrestabile marginalizzazione.
E il “Cinese”, il Cofferati della terza o quarta vita, sceso in campo solo a novembre, all’ultimo momento, proprio per stoppare il rock della Lella Paita, un mese e mezzo di campagna e gli ultimi giorni con l’handicap di una spalla rotta, portato in giro come una Madonna Pellegrina, semi immobilizzato, ma duro come un fil di ferro e incavolato nero contro le commistioni, che la campagna elettorale ha portato dentro al voto Pd, facendo schierare in favore della Paita, tanti esponenti della Destra ligure, ex forzisti diventati magari Ncd, come Alessio Saso, imperiese con precedenti di voti di scambio o deputati come Eugenio Minasso, sanremese, ex militante Msi, o come l’ex senatore di FI, Franco Orsi, ex vicepresidente dell’ultima giunta di centro destra che abbia governato un ente locale ligure, la Regione……
Ma questi erano minuetti e duetti o dietro front, altro che rock e quando prima della bella Raffaella sul palco della sede Pd nell’austero quartiere genovese di via XX Settembre sale il cinese, per commentare il risultato rock delle Primarie, il tono o il suono o il passo di danza, molto rigido di Sergio Cofferati non hanno affatto il movimento di una danza.
“Non riconosco questo risultato, le Primarie non sono ancora finite, dobbiamo aspettare che la commissione dei garanti esamini i ricorsi che sono stati presentati e che giuudichi gli esposti che rivestono anche materia penale”, dice il Cinese, impettito, un po’ pallido, ma fieramente determinato. E alla domanda se stringerà comunque la mano alla vincitrice Paita, che sta arrivando in sede, risponde secco che lui sta per partire per Strasburgo, dove lo aspetta una riunione importante dell’Europarlamernto di cui fa parte e di cui continuerà a far parte, almeno fino a quando “non si concluderà questa vicenda delle Primarie…….”
Altro che rock! Malgrado l’abisso dei 4500 voti e spiccioli il concorrente Cofferati gela il risultato e minaccia quasi i giornalisti nella notte:” Non stancatevi troppo questa sera, che avrete molto da lavorare nei prossimi giorni.”
Come dire, ne vedremo delle belle……
E’ allora che Raffaella passa dal rock annunciato allo slow e scivola morbida sulla contestazione durissima del “cinese” e sulla pioggia di ricorsi che sta crocifiggendo il risultato e rovesciandosi sul tavolo della commissione di garanzia, presieduta da una icona vera e propria della classe dirigente ligure, l’avvocato Fernanda Contri, già vice presidente della Corte Costituzionale, segretaria di Giuliano Amato a palazzo Chigi, ministro del governo Ciampi, membro del Csm, un avvocato socialista di lunga storia e tradizione che ora deve cucinarsi questa patata bollente.
In realtà i ricorsi di cui Cofferati parla sono come piccole bombe a orologeria, perchè non solo denunciano le immissioni e gli inquinamenti nel voto democrat di elettori che vengono dal mondo parallelo della Destra, come annunciato ampiamente alla vigilia nei sospetti endorsment di Saso, Orsi e Minasso e di altri esponenti dell’altra sponda.
Queste intrusioni sono incalcolabili e difficilmente ricostruibili. Ci sono altri casi che fanno esplodere la polemica e inquinano il risultato. Esempi a Albenga, noto centro agricolo-costiero del Ponente savonese su 1450 voti per le Primarie, 1250 sono tutti per la Paita. Non solo i voti di Albenga sono complessivamente quasi come quelli espressi da Savona, che ha qualche decine di migliaia di abitanti in più. Non solo Genova, che ha quasi seicentomila abitanti, ha votato tanto quanto Spezia, che ha qualche centinaia di migliaia di abitanti in meno. E’ bastata la presenza della star locale spezzina a spingere verso il voto, mentre Genova si sentiva vedova di un candidato suo e si è accontentata del cremonese Cofferati?
Gli sbilanciamenti potrebbero essere i voti conquistati fuori dall’alveo di Primarie per le quali era considerato un lusso un risultato di trentamila e che ne ha ottenuti 54 mila?
Ma non è questa la parte più pelosa della conta, che dimostrerebbe, comunque, come le Primarie in Italia sono diventate un’altra cosa, che per il pool Paita-Burlando dimostra finalmente l’ingresso nel Pd di forze nuove e rivoluzionarie rispetto alla sua tradizione, appunto un passo rock, mentre per Cofferati sono l’inquinamento, la gravissima commistione di elementi esterni, perfino di post fascisti, che vogliono dettare al futuro governo regionale, nomi e alleanze precostituite.
In un dibattito della notte rock, un barbuto esponente del centro destra Gino Garibaldi sosteneva che loro hanno appoggiato la Paita e che ora si aspettano “spazio”.
Che vuol dire spazio, mentre ancora si deve votare per la Regione? Spazio nei listini, spazio nelle liste, spazio nella gamma infinita di posizioni di potere che la Regione può offrire?
La Parte più pelosa della conta, che Sergio Cofferati contesta, riguarda file di immigrati, code di cinesi, non parenti del Cof, ma cittadini immigrai dal grande paese asiatico, beccati ordinatamente in fila, decine di altri extracomunitari che dopo avere votato, soprattutto nel Ponente ligure, andavano a battere cassa per essere pagati da comitati di elezioni, che stazionavano fuori dai seggi. Roba vista solo fuori dai seggi mafiosi di Palermo nel mitico quartiere Zen di tanti anni fa.
La parte più sospetta sulla quale Paita e i suoi fedelissimi, nella sera del trionfo con in testa un barbuto Claudio Burlando (Ha dichiarato: “Mi sono fatto crescere la barba perchè un sondaggista mi aveva previsto che avrebbe vinto uno con la barba……”), la ministra Roberta Pinotti, il vicepresidente in pectore della giunta paita Marenco e tutti gli altri del clan burlandiano, già in pratica “nominati”, scivolano dallo rock allo slow, riguarda le schede fotografate nella cabina elettorale. Paita vuole ora la pacificazione e non risponde, non provoca, allarga le braccia non in un passo rock, ma nel tentativo di ricomporre che i tam tam di renzi stanno suonando da qualche giorno.
Tanto materiale per la commissione di garanzia, mentre da Roma gli occhi del partito nazionale in un giorno e in una notte nei quali la testa era a Charlie, a Parigi, altro che alla bega ligure, sono attenti, ma anche decisi a non lasciarsi fuorviare troppo.
Il vicesegretario Lorenzo Guerini ha seguito tutto attraverso il segretario regionale Lunardon. Il vero deus ex machina e protettore numero uno di Raffaella Paita, Luca Lotti, il trentenne che governa tutto all’ombra di Renzi, ha mandato nel pomeriggio di domenica un tweet esplicito, “pescato” dal Secolo XIX in un articolo di Alessandro Di Matteo : “Non lasciamoci cadere nelle provocazioni di Cofferati, il partito c’è.”
Alla vigilia delle elezioni per il Quirinale la grana ligure proprio non ci sta.
Cofferati viaggia verso Strasburgo. La Commissione di garanzia si mette a lavorare. La Lella Paita e i suoi sono un po’ incerti tra il rock e lo slow. La Liguria guarda curiosa e avverte: alle elezioni vere mancano quattro mesi. A giorni uscirà il nome del candidato della Destra e anche quello dei 5 Stelle. Chiunque siano, dopo queste Primarie, avranno qualche vantaggio in più, sia che ci sia da ballare un valzer sia che si giochi con un rock anche acrobatico.
Ps: Burlando a parte, forse la Liguria si sta “sgenovesizzando” e questa è una svolta “forte”, che merita un’altra storia da raccontare sulla Superba decadente e troppo egocentrica per troppi decenni.
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