Reddito di cittadinanza o “Brigate di cittadinanza”? La nuova idea di Beppe Grillo non ha suscitato grande entusiasmo in Italia. Qui la gente vuole i soldi, lavorare è un optional.
Finora solo una voce si è alzata a favore, dal sindaco (di destra) di Melito di Napoli. Ha impiegato in lavori di pubblica utilità i percettori del reddito nel suo Comune, uno su 5 dei suoi 38 mila abitanti
Poco conta il precedente illustre dei Civilian Conservation Corps fondati dal presidente americano F.D. Roosevelt nel 1933 per dare lavoro ai giovani disoccupari americani durante la Grande Depressione seguita alla crisi del 2929.
Così Grillo si consola preparandosi a tornare in scena, da attore e ricominciare la sua carriera nel mondo dello spettacolo molto presto, partendo forse da Genova. Al suo rientro nel teatro lavora da tempo con grandi sorprese. Ma nel frattempo non molla il suo Movimento.
Da Beppe Grillo, infatti, e dal suo fraterno amico genovese, Flavio Gaggero, è partita la scintilla che ha fatto scattare negli ultimi giorni di campagna elettorale la battaglia dei 5 Stelle sul Reddito di cittadinanza. Reddito senza lavoro. L’idea delle brigate viene dopo le elezioni, il 3 ottobre.
Caritas e Sant’Egidio a difesa del reddito
Due telefonate dalla Caritas e da sant’Egidio all’amico del cuore di Beppe Grillo, Renzo Piano e Gino Paoli, il “mitico” dentista Flavio Gaggero, hanno scatenato l’allarme che ha capovolto la campagna elettorale dei 5 Stelle. E rilanciato Giuseppe Conte, facendogli puntare i giorni finali della campagna elettorale sul reddito di cittadinanza. “Ci sono già un milione e mezzo di poveri in Italia, difendete il reddito di cittadinanza o siamo spacciati!”- hanno intimato i leader delle due grandi organizzazioni del volontariato.
Il messaggio è passato dal telefono di Gaggero, nel cuore di Pegli, sulla Riviera a ponente di Genova, a quello di Grillo e per conoscenza a Gino Paoli e Renzo Piano. I “quattro amici al bar”, come si definiscono scherzosamente.La “loggia genovese” che ha come parola d’ordine “aiutare gli altri”, “dare a quelli meno fortunati di noi”.
Così Grillo ha mobilitato Conte, rivendicando la primogenitura dell’idea di reddito di cittadinanza, nato molto prima del suo lancio come un’idea un po’ diversa da quella realizzata. Si doveva trattare di un incentivo dedicato ai giovani per aiutarli a viaggiare, studiare, raccogliere competenze per aprire i propri orizzonti. “Cosa è diventato lo sappiamo perché _ dice Gaggero con il suo sorriso ironico_fatta la legge trovato l’inganno”.
Reddito di cittadinanza e riscossa grillina
Ma oggi quel reddito è diventato anche la chiave che ha riaperto ai “grillini” la porta per risalire nel consenso elettorale fino a un risultato inaspettato, malgrado il dimezzamento dei voti rispetto al 2018.
E tutto è nato a Genova in questo studio da dentista dove in camice verde, mascherina, lenti di ingrandimento inforcate sopra, Gaggero racconta la storia non solo dell’ultima battaglia, ma della sintonia permanente che permette a questo gruppo di amici di continuare a spingere iniziative comuni partendo dalla loro città. Certo bisogna chiarire che Piano e Paoli non c’entrano con questa mobilitazione, anche se l’accordo tra i quattro è sempre di ferro. Il loro minimo comune denominatore è solo Genova, la politica è affare di Grillo.
E proprio a Genova si sta già preparando una grande manifestazione per difendere il reddito di cittadinanza dal prossimo governo di Destra che lo vuole abolire. Gaggero la organizza probabilmente nella leggendaria Sala Chiamata dei Camalli portuali, nel cuore dello scalo genovese sulla collina di san Benigno.
Verrà Giuseppe Conte, che Gaggero giudica “uno dei pochi politici oggi esistenti in Italia, altro che Lugi Di Maio, che ha fatto la fine che si merita.. Non ci sarà Grillo, che come sempre sta coperto, ma continua a ispirare le mosse dei 5 Stelle.
“Sta benissimo , è dimagrito e prepara la sua grande rentrè come attore con un grande e rivoluzionario spettacolo al quale lavora da tempo e che forse partirà proprio da Genova”_ si lascia scappare l’amico dentista da uno dei suoi studi medici dove bussano in tanti che non potrebbero permettersi le cure, ma che Gaggero accoglie nella sua missione di volontariato.
Lui e Grillo non mollano questo ruolo: a Natale sono sempre insieme nella grande chiesa dell’Annunziata di Genova, dove sant’Egidio organizza il pranzo per i più sfortunati, sempre più numerosi. “E non mangiamo mai niente, perché la gente ci assale e ce ne andiamo ironizzando sul fatto che siamo gli unici che passiamo la festa a digiuno”_ racconta.
Ma oggi altro che Natale. Si preparano tempi duri e con il prossimo governo Meloni quel reddito di cittadinanza che ha portato voti sopratutto al Sud, ma anche a Genova, dove i 5Stelle sono risaliti dal 4 per cento delle ultime elezioni comunali del giugno 2022 a un inatteso 14 per cento, è minacciato eccome.
Gaggero: ho fiducia in Conte
“Mi fido delle capacità di Conte che prima di affermarsi in politica era un professore che girava il mondo e faceva conferenze in tutte le lingue ed ora è uno dei pochi politici veri e preparati che abbiamo. “
Gaggero ha ben chiara la risposta dei prossimi governanti sul tema. Bisogna aiutare le imprese, che poi producono reddito e posti di lavoro per tutti. Su quella linea Maginot della nuova politica economica chi chiede ancora il reddito di cittadinanza aspetta la Meloni al varco. “ Con la povertà che aumenta, i tempi duri che ci aspettano troveremo una strada per aiutare chi sta peggio “ _ dice Gaggero, che ha chiara in testa la linea della Destra di fronte a queste emergenze.
”Ricordo ancora nel 1994, quando insistettero perché andassimo, noi medici genovesi, ad un incontro con il nascente Berlusconi, che doveva spiegarci come affrontare la crisi economica e aiutare tutti_ ricorda il dentista_ Da convinto socialista andai all’incontro, ma quando incominciai a sentire sciorinare le teorie economiche liberiste, secondo le quali bisognava incentivare sopratutto le imprese che creassero posti di lavori, trovai una scusa per alzarmi e andarmene. Non è così che si affronta l’emergenza. E’ lo Stato che deve impegnarsi per trovare le soluzioni….”.
Già ma non sembra questa la strada che imboccherà il futuro governo. “Vediamo cosa sapranno fare, dice Gaggero. E’ la stessa frase che nel 1922 disse Turati quando Mussolini conquistò il potere…..Sono seguiti 22 anni di dittatura, la guerra e milioni di morti.”
Gli ultraottantenni di Pegli
Passano gli anni, ma l’accordo tra il gruppo di Pegli, tre ultraottantenni come Gaggero, Paoli e Piano, il più giovane settantaquattrenne Grillo e qualche “rinforzo” come Antonio Ricci, il grande “creatore” televisivo che ora guida “Striscia la notizia”, viene sempre rivendicato con un orgoglio molto zeneise.
“Facciamo a gara su chi lavora di più tra di noi_ scherza Gaggero _ Io sono qua anche la domenica e curo tutti quelli che bussano alla porta, Renzo attualmente ha trenta cantieri aperti nel mondo e non so neppure come faccia, Paoli è in forma e io gli ricordo sempre le parole di quella sua canzone che diceva “un mondo, un mondo diverso da qui”, con la quale alludeva al futuro…..”
Sembra quasi un mistero che tutto questo nasca a Genova, così riservata e chiusa, ma dalla quale poi partono le spinte che gli altri cercano di seguire. “ Tutti parlano del modello Genova, come se fosse solo opera del sindaco Bucci_ spiega Gaggero_ ma in realtà il modello Genova è Renzo Piano. Se non ci fosse stato lui a lavorare già poche ore dopo il crollo, quel ponte non sarebbe stato rifatto in quel modo e in quel poco tempo. E’ uno dei tanti segni che Renzo ha lasciato sulla città e che se la città lo avesse sempre seguito sarebbero già molti di più.
Ora tutti parlano della nuova Diga, dove mettere i depositi chimici. Ma nel 2006 nel suo Water Front Piano aveva già disegnato e previsto tutto, la diga, perfino l’energia che si poteva ricavare dal mare….. Non lo hanno ascoltato.
Paoli dice che noi quattro siamo dei “sopravvissuti. Secondo me, invece, siamo “gli immortali”!